Muraglia del centro storico: scontro tra cittadini e residenti
Dopo l’ordinanza del sindaco che ne vieta l’accesso nelle ore serali
È ormai scontro sulla controversa vicenda del divieto di accesso alla Muraglia di Molfetta, dopo che un’ordinanza del sindaco Tommaso Minervini ne ha vietato l’accesso nelle ore notturne. Da una parte alcuni cittadini (di tutti gli schieramenti politici) i quali chiedono che l’ordinanza venga revocata perché “penalizza ingiustamente la libera fruizione di un luogo e di un bene pubblico” e stanno raccogliendo centinaia di firme per la revoca del provvedimento. Dall’altra i residenti (divisi fra loro) nella difesa dell’ordinanza, non vogliono sentire ragioni e, anche quando hanno ragione (a difendere la privacy e soprattutto il decoro di un bene storico), rischiano di trovarsi dalla parte del torto. Probabilmente questa decisione del sindaco Minervini, che somiglia alla repentina scelta dell’amministrazione precedente di mettere l’asfalto davanti al Duomo, è stata un po’ precipitosa, soprattutto nella parte relativa agli orari: come si può, infatti, impedire l’accesso alla muraglia dalle 21? Forse limitando il divieto alle ore notturne (intese come le 23) si riporterebbe alla ragione entrambi i “contendenti”. Infatti, non si può nascondere che alcuni giovani abbiano scelto la muraglia per drogarsi, ubriacarsi, bivaccare, schiamazzare e anche come bagno pubblico. Di qui la reazione dei residenti, che, però, non deve sconfinare, col rischio di creare tensioni e scontri, come è avvenuto. La ragione, di questi tempi, è diventata merce rara e un’azione un po’ sopra le righe, rischia di creare una reazione uguale e contraria (terza legge della dinamica), soprattutto quando da entrambe le parti si tende a personalizzare il tutto. Alla fine la battaglia non lascia nessun vincitore, ma solo “feriti” sul campo. E il problema irrisolto. Ci sono, comunque, delle anomalie che vanno risolte una volta per tutte, per evitare futuri contenziosi e soprattutto per evitare disparità di trattamento fra coloro che hanno accesso alla muraglia essendo residenti. Come mai è stato consentito in passato a qualcuno di erigere addirittura un muro nella parte iniziale della Muraglia, altezza Purgatorio(vedi foto), trasformando un’area con servitù di passaggio in un’area completamente privata? Come mai alcuni privati hanno potuto chiudere con cancellate la parte antistante la propria abitazione, mentre ad altri viene contestata la presenza di piante ornamentali mobili? Che dire, poi del ristorante che si è allargato oltre il limite (come si vede dalle foto), per sistemare tavolini, utilizzando per piante per limitare il passaggio ad una striscia di un metro e mezzo? Eppure il fluviale e la stessa pavimentazione esistente dovrebbero indicare il confine per apporre vari ornamentali e soprattutto occupare lo spazio esterno. Come funziona il sistema? Basta avere un amico al Comune per ottenere concessioni e permessi negati ad altri? Su queste disparità, dovrebbe fare luce il sindaco e stabilire una volta per tutte regole certe e rispettabili da tutti, residenti e cittadini, prima che il contenzioso anche giudiziario dilaghi ulteriormente. Ecco perché non è accettabile il silenzio da parte del sindaco, che proprio in queste situazioni dovrebbe dimostrare una capacità di mediazione (la politica non è forese mediazione?) e non una indifferenza o, peggio, una rigidità, che diventa un’anticamera dello scontro. Ci sono cittadini, da una parte e dall’altra, che espongono le proprie ragioni: vanno messi quantomeno davanti a un tavolo per trovare un razionale compromesso che restituisca serenità a tutti e il monumento alla città. Questo, però, comporta che i trasgressori (quelli veri che sporcano, schiamazzano e vandalizzano) vadano puniti, perché altrimenti non si potrà parlare più di tutela di un monumento, ma di ordinanza ad personam, col rischio che le parti continuino a scontrarsi e a farsi giustizia da sé. Il cittadino da una parte e il residente dall’altra non devono, cioè, sentirsi discriminati. Forse il sindaco ha sottovalutato la tensione di questo problema, che va subito risolto prima che degeneri da entrambe le parti. © Riproduzione riservata