Mostra Hidetoshi Nagasawa-Luigi Presicce, sabato 23 novembre al Torrione Passari di Molfetta
MOLFETTA - Hidetoshi Nagasawa, Luigi Presicce a cura di Giacomo Zaza, Torrione Passari sabato 23 novembre 2013 ore 18.00.
L’evento espositivo, patrocinato dal Comune di Molfetta e dall’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia, propone due mostre personali rispettivamente di Hidetoshi Nagasawa e Luigi Presicce, pensate per gli spazi del Torrione Passari, un’antica torre difensiva del 1400 circondata dal mare, che dal 2003 è diventata un centro per l’arte contemporanea diretto da Giacomo Zaza con il coordinamento artistico di Michela Casavola.
L’evento conclude il primo decennale, iniziato con la mostra personale di Jannis Kounellis (aprile 2003). Da allora sono seguite importanti personali e collettive con opere progettate e realizzate appositamente per gli spazi del Torrione Passari. Ricordiamo tra i tanti artisti che hanno esposto: Carla Accardi, H.H.Lim, Gilberto Zorio, Daniel Spoerri, Joseph Kosuth, Rui Chafes, Kader Attia, Mona Hatoum, Carsten Nicolai, Yoko Ono, Gianfranco Baruchello, Grazia Toderi, Thomas Zipp…
Anche le due mostre personali, Nagasawa e Presicce, che inaugureranno sabato 23 novembre prevedono la presentazione di opere inedite e recenti, alcune delle quali site-specific. L’arte di Hidetoshi Nagasawa porta alla ribalta una visione mitica, sospesa, alquanto timeless, pensata nella leggerezza della materia, tanto più rarefatta e meditativa, quanto più immateriale e austera. Una manifestazione permeata di misticismo orientale che richiede concentrazione da parte del fruitore. É fonte di rigenerazione per l’immaginazione e il sensorio. Nagasawa annulla il peso della massa scultorea senza rinunciare all’impatto dei materiali, e genera con volumi, a volte imponenti, un’atmosfera di sospensione spazio-temporale, un effetto di equilibrio instabile costretto a possibili oscillazioni. Tale instabilità rimanda all’universo imprevedibile in cui si iscrive la parabola della vita umana.
Per il fruitore la sensazione è quella di un guardare obliquo, indiretto, un’osservazione “yin”, che scivola in uno spazio sospeso, sottratto alle accelerazioni della cultura metropolitana, dove il tempo risulta pausato da una dimensione di “dormiveglia”, una dimensione in bilico tra il sonno e la veglia. Grazie ad un’attenta analisi dell’architettura del Torrione Passari e una particolare sinergia con gli artigiani locali, Nagasawa durante il periodo di permanenza a Molfetta realizzerà il suo progetto inedito, pensato appositamente per lo spazio. “Quando il tempo si muove più adagio, un profumo attraversa lo spazio. Quando il profumo aumenta d’intensità si avvicina il tempo zero. Il tempo zero è la via che congiunge i due mondi”.
“La scultura significa dotare un albero o una pietra di una melodia che esiste originariamente in questi materiali, dare una melodia significa dare vita alla scultura” (Hidetoshi Nagasawa) Luigi Presicce elabora un mondo immaginario e metafisico, intriso di segni e simboli dell’eredità culturale. Lo fa mediante una messa in scena di carattere teatrale, una sorta di tableau vivant riferito non meramente all’icona storica, ma ad una immagine polifonica costruita dal suo “progetto” mentale. Nelle azioni, quindi nei video e nelle fotografie, Presicce esalta il dato esoterico dell’immagine, il cui significato nascosto diventa il denominatore comune della sua ricerca. L’intento è di mostrare una proiezione fantastica che non sia di facile accesso interpretativo. Le sue immagini sono apparizioni e visioni in virtù delle quali il fruitore ne è il “testimone”.
L’artista sollecita proiezioni e fughe infinite. Lo sarà anche per l’appuntamento al Torrione Passari, dove sicuramente regnerà il silenzio e l’immobilità, dove forse le immagini e gli oggetti faranno riferimento alle “forme allegoriche legate all’ordine dei liberi muratori, i capi mastri e i tagliatori di pietre” o alle “loro regole e gerarchie di potere”, ai riti sacrificali e al martirio, alle regole auree e alla simbolica dello spirito. Oppure domineranno accenni a ‘Il pesce diavolo o Jenny Haniver’, ai sistemi alfa-numerici cabalistici di Castel del Monte, ai Templari o a Rembrandt, così come è avvenuto in Tabula luciferina, 2010, una performance svelata al pubblico unicamente per la durata di quaranta minuti. Nel Torrione Passari si potrà ricreare la metamorfosi della razza di mare in figura diavolesca, attraverso dei tagli specifici, e sperimentare negli ambienti umidi e salmastri il processo di mummificazione (come avviene nella Cripta dei cappuccini di Palermo). Le opere saranno imbevute di caratteri magici, “pittorici”, fantastici, che manterranno inesauribile la loro interpretazione. Opere che allargheranno i segni e i simboli, potenziandoli emotivamente.
“Le società di tutti i tempi hanno avuto bisogno di essere indirizzate verso il bene e la bellezza; la nostra era vive la disgrazia di un’estetica televisiva, che per rigetto spinge me e altri a cercare valori nella classicità, nel mondo antico, come un moderno Winckelmann”. (Luigi Presicce)