Molfetta, sì all'area marina protetta di Torre Calderina
MOLFETTA - Recentissima la notizia dell’ok del Ministero dell’Ambiente per l’avvio dell’iter per l’istituzione di altre quattro aree marine protette in tutt’Italia.
Una decisione che interessa da vicino anche il nostro territorio. Tra queste, infatti, anche l’area di Torre Calderina tra Bisceglie e Molfetta. Il sito, di straordinario interesse naturalistico, è luogo preferenziale per l’avifauna in transito lungo le coste occidentali della Puglia per le rotte migratorie, grazie alla presenza di zone umide come la vicina Cala Pantano, e ha come emblema proprio Torre Calderina, torre costiera del XVI secolo, facente parte del complesso sistema di torri di avvistamento del Regno di Napoli.
Già il progetto di illuminati imprenditori dell’Oasi naturale Torre Calderina, costituita dal lontano 1983, si era basato sul recupero, sul ripristino e sul rispetto delle peculiarità di questa zona in maniera ecocompatibile, al fine della salvaguardia della natura costiera, della zona protetta marina e dei suoi ecosistemi. Molte specie infatti, come il delicato cavalluccio marino (hippocampus guttulatus), hanno trovato il loro habitat ideale tra queste acque, eliminati ormai cemento e plastica a favore di ciottoli e legno.
Più di un anno fa si è anche costituito il Comitato di protezione, salvaguardia e sviluppo dell’Oasi, il cui portavoce, Nicola Pertuso, può dirsi soddisfatto a nome di tutti i firmatari. La soddisfazione è piena, però non bisogna abbassare la guardia, sottolinea Pertuso a nome del comitato, divenuto punto di riferimento per le iniziative di educazione ambientale, vigilanza di eventuali abusi sul territorio, controllo degli scarichi abusivi e della pesca sottocosta.
“No all’antropizzazione dell’area, sì ad un turismo sostenibile”, questo il loro credo. Purtroppo, però, riferisce Pertuso, in questa zona scaricano le acque reflue di ben quattro impianti di depurazione. Anche se ci sono dei segnali incoraggianti, i depuratori, infatti, sono stati presi in carico dall’Acquedotto Pugliese. Tanto è stato fatto, ma tanto c’è ancora da fare per salvaguardare la ricchezza del nostro territorio, anche per le generazioni future. Vorremmo infatti, continua il portavoce del comitato “Oasi naturale di Torre Calderina”, che questa operazione sia condivisa maggiormente dalla popolazione. Noi, da parte nostra, abbiamo coinvolto Legambiente, WWF e altre associazioni ambientaliste. L’attenzione deve restare alta, servono maggiori fondi e aiuti dal Governo.
E’ infatti vero che sia stato avviato l’iter, ma paradossalmente, nonostante l’implementazione del numero delle aree marine protette, passato da 27 a 31, i fondi destinati alle preesistenti 27 aree ha già subito nei primi cinque mesi del 2014 un taglio lineare deciso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. L’istituzione di queste nuove Aree Marine Protette è prevista dalla legge di stabilità 2014, che non ha però definito nessun corrispondente aumento dei finanziamenti per la gestione ordinaria delle 4 Aree Protette Marine e delle 27 istituite, già in gravi difficoltà per la sistematica riduzione delle risorse. Tale aumento del numero senza un corrispondente incremento delle risorse per la gestione ordinaria e per gli investimenti per le Aree Marine Protette costituisce un autentico paradosso.
Non mancano comunque i progetti, anche con importanti ricadute di sviluppo sul territorio, come quello del costituendo primo museo d’arte europeo del mare, il MUMART, proprio in questa zona, che potrebbe garantire la fruizione dell'oasi naturale, facendola diventare importante metà di turismo ecologico e subacqueo.