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Molfetta sfrontata e abusiva: lettera di un cittadino a Quindici sulla postazione della frutta a via Leoncallo Rimozione di un palo di illuminazione stradale, taglio di un albero che non aveva mai manifestato alcun segno di sofferenza, usurpazione di un posto auto riservato a disabili. Così hanno abusato dello spazio pubblico
26 aprile 2012

MOLFETTA - Lo spazio pubblico è ormai a Molfetta un bene privato. Strade e marciapiedi si sono trasformati in “cubature” familiari per molti fruttivendoli, anche dopo i vari blitz dell’ultimo anno e mezzo (sequestro di mezzi e locali e arresti domiciliari). Ma non è servito: molti hanno riaperto il loro esercizio a qualche metro di distanza dal locale chiuso, occupando ancora strada e marciapiede con mezzi, panche e cassette della frutta, o hanno nuovamente conquistato a macchia d’olio e con la forza l’area pubblica adiacente il proprio esercizio. Altri ancora non sono stati mai coinvolti nei vari blitz, suscitando non poche perplessità.
Questa prepotenza non solo resta impunita, ma continua a perpetrarsi nel tempo e sullo spazio. Anzi, il Piano dell’agro, adottato nel febbraio 2011, ha appoggiato questo tipo di atteggiamento, degradando Molfetta a immenso souk mercatale con la realizzazione dei box della frutta. Pagode che, come Quindici ha spiegato nel numero di novembre 2011, non solo deturpano l’estetica della città, ma presentano anche dei punti oscuri sulla costruzione per costi, affidamento e rispetto delle caratteristiche minime fissate dalla legge in vigore.
Ma ciò che più indigna i cittadini è la fruizione privatistica dello spazio pubblico, autorizzata dal piano comunale (testimonianza indiretta della “sudditanza” dell’amministrazione Azzollini rispetto alle richieste di una particolare categoria di cittadini). Perciò, un cittadino ha segnalato a Quindici una di queste situazioni, quella tra via Piccini e via Leoncavallo, nei pressi dell’incrocio tra via Baccarini e via Giovinazzo (nella foto): rimozione di un palo di illuminazione stradale, taglio di un albero che non aveva mai manifestato alcun segno di sofferenza, occupazione di spazi pubblici oltre la superficie assegnata, usurpazione di un posto auto riservato a disabili.
Chi consente che ogni giorno si commettano a danno della collettività questo tipo di abuso? Le autorità competenti ne sono a conoscenza? Chi sta controllando? Chi ha concesso l’occupazione di quello spazio pubblico? A cosa è dovuto il silenzio dell’amministrazione Azzollini, che in modo indiretto favorisce il continuo proliferare di questa situazione?
Allo stesso tempo, proprio vicino a quella postazione-souk sta sorgendo il terzo box della frutta (in contemporanea anche alle spalle del Parco di Ponente) che, secondo indiscrezioni, dovrebbe essere abbattuto e ricostruito, nonostante la struttura sia già visibile, perché il futuro proprietario avrebbe richiesto sua sponte uno spostamento con l’allontanamento dei cassonetti. Se così fosse, su chi peseranno le spese di abbattimento e ricostruzione? Sul proprietario o su cittadini? In cosa si sta trasformando Molfetta, stretta nella morsa del degrado, dell’abusivismo e della criminalità?
Di seguito, la lettera ricevuta da Quindici.
 
«Gentile Direttore,
Le scrivo per segnalare quello che da mesi si verifica in prossimità della postazione di ortofrutta sita sul plateatico Via Leoncavallo. Ebbene l’insediamento di tale postazione ha visto, nel tempo, il susseguirsi di tutta una serie di atti che, presumibilmente, avranno ricevuto l’avvallo delle autorità competenti.
Rimozione di un palo d’illuminazione stradale, taglio di un albero che non aveva mai manifestato alcun segno di sofferenza, occupazione di spazi pubblici ben oltre la superficie assegnata con delibera sindacale e per finire (almeno per il momento) l’usurpazione di un posto auto riservato a disabili.
Infatti, lo spazio riservato a parcheggio per disabili è occupato, per tutto l’arco della giornata, dal furgone utilizzato per il trasporto dei prodotti ortofrutticoli e a conclusione dell’attività lavorativa, al suo posto vengono posizionati cassonetti per rifiuti organici, in maniera tale da riservare il posto per il parcheggio del furgone alla ripresa della giornata lavorativa.
Stando così le cose, si consiglia chiunque avesse diritto ad utilizzare tale posto auto, perché disabile, di non considerare tale spazio nella propria disponibilità poiché esso gli è stato letteralmente sottratto da chi ha pensato bene di diventarne l’unico utilizzatore.
Inoltre, si invitano i cittadini, nonostante l’assoluta mancanza di igiene e lo stato di degrado e sporcizia in cui versa la piazza di giorno e di notte, con pile di cassette vuote ammassate ovunque e scarti alimentari lasciati dove capita, con adeguata proliferazione di insetti di ogni genere, a fare uno sforzo e ad approfittare della freschezza e salubrità dei prodotti messi in vendita in tale postazione di ortofrutta poiché, a ben guardare, tranne qualche piccolo dettaglio, vengono rispettati tutti i criteri igienico-sanitari considerando anche la vicinanza di cassonetti per il conferimento dei rifiuti solidi urbani.
Per tutto ciò che la cittadinanza riceve in termini di “servizio” e “qualità della vita” dal mercato diffuso si ringrazia chi ha promosso e favorito questo stato di cose. Il tutto sia detto con la dovuta ironia.
Lettera firmata».
 
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