Molfetta, sentiti i testimoni tecnici all'udienza per il crollo delle palazzine di via Fontana
Il processo è stato rinviato al 23 marzo per la discussione e la successiva sentenza
MOLFETTA - In via di conclusione il processo per il crollo delle palazzine di via Fontana davanti al giudice Lorenzo Gadaleta che vede imputati il costruttore Giuseppe Calò e il direttore dei Lavori Leonardo De Gennaro dell’impresa Italco. Le case, secondo l’accusa furono costruite con materiale non idoneo: il calcestruzzo sarebbe stato impastato con acqua di falda salata. Le palazzine, dopo appena due anni e mezzo dalla loro costruzione, nel 2002 cominciarono a mostrare alcune crepe, per cui, per evitare il crollo, furono demolite, gettando nella disperazione ben 50 famiglie.
Nell’ultima udienza sono stati ascoltati come testimoni, su richiesta del Pm Antonio Savasta e della parte civile avv. Marcello Magarelli, i tecnici Mauro Mezzina, Raffaele Nappi, Enzo Balducci (ingegnere comunale), Vincenzo Di Paola e Armando Albi-Marini, i quali hanno escluso il dolo nell’impiego dell’acqua salmastra, attribuendone l’uso solo a negligenza e superficialità. E questo anche perché l’impiego dell’acqua del pozzo artesiano non avrebbe inciso in maniera significativa sui costi complessivi dell’opera.
Il giudice ha rinviato la causa al 23 marzo prossimo per la discussione, alla quale seguirà la sentenza.
Ricordiamo, inoltre, che esiste una convenzione tra il Comune di Molfetta e i proprietari degli appartamenti che prevede il passaggio al Comune di tutti i soldi che si ricaveranno dal risarcimento giudiziario. La convenzione, però, non è stata sottoscritta da tutti i proprietari che hanno preferito costituirsi in proprio come parte civile al processo.