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Molfetta, raccolta differenziata e inciviltà dei cittadini
31 maggio 2010

MOLFETTA - Non più tardi di qualche settimana fa, il presidente dell’Asm, Pasquale Mancini, annunciava alla Cittadinanaza che l'Azienda dei servizi municipalizzati introduceva un'altra opportunità per differenziare ancora di più la raccolta dei rifiuti: venivano messi a disposizione dei Cittadini opportuni contenitori, molto ben contrassegnati, destinati a raccogliere gli oli residui di cucina ed in generale ogni tipo di sostanza grassa allo stato liquido, che altrimenti sarebbe stata probabilmente dispersa, provocando i danni facilmente intuibili all'ambiente ed al decoro.

Personalmente ho apprezzato l'evento, non solo per l'intrinseca necessità di far fronte all'inquinamento per quanto possibile, ma anche e sopratutto per il fatto che l'Azienda, sotto la presidenza di Mancini, sta operando, al di là di ogni interpretazione demagogica che alcuni fanno del suo lavoro, con reale spirito di sfida e innovazione.
Buona cosa se però noi tutti fossimo, diciamo così, abituati al rispetto delle regole; rammento che pur avendo apprezzato l'annuncio e l'installazione di queste nuove stazioni di raccolta differenziata, dichiaravo i miei dubbi sul fatto che forse non tutti avrebbero capito l'importanza della raccolta differenziata, in particolare per alcuni prodotti ad alto rischio. Rimarcavo la necessità di "educare" quelli di noi che forse non sono particolarmente sensibili a certi temi, suggerivo, senza voler essere reputato un "forcaiolo", di incominciare a pensare di somministrare anche qualche esemplare punizione a quelli di noi che non intendono modificare le proprie abitudini.
Non ho mai avuto capacità divinatorie, però sono rammaricato, in questo particolare frangente di dover dire... L'AVEVO DETTO!
 
La foto che allego, scattata ieri mattina in prossimità della stazione di raccolta differenziata vicino al monumento a G. Mazzini: pieno centro, peraltro oggi frequentatissimo da persone provenienti da altre città per la maratona che era in piena cerimonia di premiazione.
 
Non c'é molto da commentare, guardando l'immagine!
Il contenitore destinato alla raccolta dell'olio, pieno di bottigliette di plastica e lordato forse da un gelato depositato dal solito mascalzone, menefreghista. Mi ha fatto particolarmente emozione il fatto che mentre passavo e scattavo la foto, c'era una Signora, palesemente non di Molfetta, che guardava sconcertata la scena e faceva dei commenti non proprio entusiastici. Piccolo dettaglio a contorno: a lato delle bocche per il deposito dei rifiuti, giacevano sacchetti di immondizia, depositati da chissà chi!
 
Che morale possiamo ricavare da questo ennesimo sfregio GRATUITO al decoro ed alla civiltà della nostra Molfetta e di noi Cittadini?
 
Solo un senso di rabbia impotente, perché a causa di pochi depravati, tutti noi siamo "bollati" come incivili e male-educati (civilmente e moralmente).
 
Credo che gli appelli alla collaborazione, ormai siano concetti largamente superati: chi delinque - perché, a scanso di moralismi - questi sono delitti contro TUTTI, perpetrati da un numero imprecisato e speriamo minoritario di delinquenti, va solo individuato, con ogni mezzo, isolato, sanzionato ed educato al buon vivere.
 
Sfortunatamente, la maggioranza di noi residenti, forse non annette l'importanza che merita un banale problema di inciviltà e quindi tende ad un'indulgenza forse mal riposta: questi eventi continueranno a degradare il nostro livello di senso dell'educazione e della civiltà, perché come ho sostenuto altre volte, le regole, almeno per alcuni di noi, sono delle astrazioni oziose: ...l'importante è che in casa nostra la pulizia sia tale da poter quasi desinare sui pavimenti (non è raro vedere la massaia che sventola le pattine che fa usare in casa, sulla testa dei passanti, infischiandosene del fatto che possano recare danno, l'importante è che ci sia pulizia in casa sua).
 
Caro presidente Mancini, quello che ci ha fatto "vedere" fino ad ora, è tutto apprezzabile, resta solo il fatto di inculcare nei recalcitranti, che fanno solo e sempre il proprio comodo, il concetto di un pò di rispeto delle regole; e come si fa? ...Non credo ci vogliano studi di alta sociologia. Basta solo dare un ESEMPIO - scusate il bisticcio di parole - esemplare! Sono certo che non ce ne vogliano molti, ma devono essere "diffusi", per poter lanciare un messaggio inequivocabile. 
 
© Riproduzione riservata
 
Autore: Tommaso Gaudio
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(Benedetta gioventù-Una buona parte)- LONDRA - Dopo la recente indagine dell'università di Zurigo , che ha riscontrato come il consumo di canapa aumenti il rischio di schizofrenie o altre psicosi, arrivano due conferme dei rischi neuropsichiatrici connesso all'uso della cannabis, specie durante l'adolescenza. LANCET - Theresa Moore, dell'Università di Bristol, e Stanley Zammit, hanno riscontrato che chi aveva fatto uso di cannabis aveva fino al 41% di probabilità in più di sviluppare malattie pschiatriche gravi (psicosi) successivamente nella vita. Il rischio aumentava in relazione alla dose della droga consumata. «Abbiamo trovato un'associazione consistente fra cannabis e psicosi» hanno sottolineato gli autori della ricerca. «I politici dovrebbero prenderne atto per la promozione di campagne per informare il pubblico vista la larga diffusione di questa droga». Dalla Copenhagen University Hospital (Danimarca), commentano: «nel dibattito pubblico la cannabis è stata sempre considerata una droga relativamente poco dannosa, ma ora i dati sull'esposizione al rischio di psicosi a lungo termine rendono necessari interventi di politica sanitaria mirati ad avvertire la popolazione. «CERVELLO GIOVANE» PIÙ VULNERABILE - La seconda conferma, più speculativa, sulla pericolosità della cannabis per i giovani viene da uno studio condotto a Sydney e pubblicato dalla rivista Neuropsychopharmacology. Secondo la ricerca in questione gli adolescenti troverebbero più piacevole la cannabis rispetto agli adulti, e sarebbero anche più esposti ai suoi effetti dannosi. Un gruppo di sperimentatori coordinati da Iain Mc Gregor hanno iniettato per 18 giorni una dose elevata di tetraidrocannabinolo in topi adulti e in topi giovani. Mentre ai topi adulti è risultata sgradevole, ai giovani è risultata piacevole. «Il cervello di un adolescente sta ancora maturando - sottolinea Mc Gregor - e sembra essere più vulnerabile alla Thc».




E' diventata un'abitudine, non posso farne a meno. Ogni qual volta leggo articoli del genere, vado a rileggermi "Quindici" del 15 novembre 2008, pag.29. Fantasioso, ironico, fuori dalla realtà? Una semplice contastazione: oltre il 50% delle problematiche connesse al cosiddetto "degrado" che affligge una città è causato direttamente o indirettamente dai suoi stessi abitanti che poi, per assurdo, sono i primi a lamentarsi delle brutte condizioni in cui versa la loro città. Questo accade non perchè siamo solo un popolo di furbi e maleducato. Siamo piuttosto, e lo penso con convinzione, degli incoscienti e inconsapevoli, degli "ignoranti" nell'eccezione latina del termine, ovvero "che non sanno" e dunque che non si rendono conto. Contesto quanto scritto dall'articolista "perchè a causa di pochi depravati....). Sono altrettanto convinta invece che i pochi sono diventati i molti, quasi una "cultura del degrado", un piacere interiore collettivo. Sono pessimista a riguardo. Pessimista perchè convinta che che non con la creazione di un rigido stato di controllo si potrebbe ottenere un cambiamento, bensì con meccanismi di maggiore coinvolgimento di tutti gli appartenenti alla comunità sociale. Combattendo ed eliminando il degrado e, soprattutto, rendendo consapevoli i cittadini di quelli che sono i ruoli, i limiti invalicabili, i diritti e i doveri di ciascun appartenente ad una comunità. Attenzione però a non commettere gli stessi errori commessi in passato: cioè accusare del degrado i cittadini in base all'istruzione, alla posizione economica e alle cosiddette "famiglie per bene". Non è vero niente: siamo tutti "zozzoni e ignoranti" (vale la regola della non generalizzazione). Viviamo in un mondo dove vige la cultura dell'eroismo, vogliamo tutti essere eroi. A proposito cito Pirandello: "E' molto più facile essere un eroe che un galantuomo. Eroe si può essere una volta tanto; galantuomo, si deve essere sempre." (da Il piacere dell'onestà)-



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