Molfetta, presentato il libro della collaboratrice di “Quindici” Marina Mongelli, "Un format per la realtà - Il Gruppo 63 tra letteratura e TV"
MOLFETTA - Sperimentare in Tv è difficile, farlo senza rinunciare alla “cultura”, categoria sempre più aliena nel regno dove vige la regola dei punti percentuali dell'audience, ancora di più e forse è per questo che l'esperienza di Angelo Guglielmi, intellettuale del Gruppo 63, divenuto direttore di Rai Tre nel 1968, ha lasciato larghe tracce.
E proprio su Guglielmi e quella Rai, verte lo studio di Marina Mongelli classe '89, collaboratrice di “Quindici”, autrice del libro: "Un format per la realtà - Il Gruppo 63 tra letteratura e TV" (Stilo Editrice), presentato presso la libreria il Ghigno.
Nel corso della serata, alla quale hanno preso parte anche le docenti Isa de Marco e Maddalena Salvemini, Marina Mongelli ha ricordato caratteristiche, dinamiche, vicissitudini di una stagione “preziosa”, partendo dalle trasmissioni che ne hanno segnato la storia: Telefono giallo, Un giorno in pretura, Blob. “E' stato un momento nel quale la Rai ha saputo sperimentare, innovare tenere testa a una realtà, è bene ricordarlo, in rapida evoluzione, quella che vedeva proprio in quegli anni la nascita delle tv private. Pensiamo a Blob: un programma eccezionale che racconta la tv attraverso la tv. E' una sorta di lettura metatelevisiva non esente da suggestioni cinematografiche, visto che Blob è un famoso film degli anni cinquanta nel quale un fluido mortale risucchia tutto e tutti. Così la Tv: fagocita tutto?”.
Importante anche la riflessione sulla sperimentazione: quella di Guglielmi ha aperto la strada anche ai reality show e a format che hanno ben poco di culturale. “Quello di Guglielmi che di certo non ha mai rinnegato le sue scelte, frutto di precise strategie, è stato uno dei momenti fondanti della televisione italiana, quello della fine del monopolio Rai e della comparsa della tv commerciale, incarnata alla perfezione da Mediaset. Non sempre le sue “creature” hanno avuto successo e non sempre hanno riscosso l'apprezzamento di intellettuali da sempre a lui vicini come un Umberto Eco che ad esempio liquidò “Un giorno in pretura” come una grottesca gogna mediatica. Ma trasmissioni come Telefono Giallo e Blob ci ricordano l'importanza di una stagione nella quale è stato chiamato un intellettuale alla guida di una rete televisiva”.
Oggi invece la sperimentazione corre o su piattaforme commerciali già collaudate (“Freccero ricorda che attualmente l'unica a innovare è Maria de Filippi” ha sottolineato nel suo intervento Isa de Marco) o sul web dove però spazi e modalità di espansione non sono ancora definiti. “Credo”- ha concluso Mongelli - “che oggi non solo si possa vivere di cultura e “fare” cultura, ma che ci sia ancora tanto spazio all'innovazione e alla sperimentazione. Il web potrà offrire un supporto importante al riguardo”.
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Autore: Onofrio Bellifemine