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Molfetta, nasce un nuovo movimento l'Assessorato alla cultura partecipata
25 luglio 2012

MOLFETTA - Al concerto di Patti Smith c’è stata una manifestazione pacifica e silenziosa di protesta di un nuovo gruppo “Assessorato alla cultura partecipata” che si batte per la cultura a Molfetta. Il gruppo esponeva all’ingresso della banchina S. Domenico uno striscione con la scritta “People have no power here” (il popolo non ha potere in questa città). Il riferimento era ovviamente alla canzone di Patti Smith “People have power”.

Gli spettatori che entravano dal lato della Chiesa di S. Domenico non hanno visto lo striscione che ha l’obiettivo di protestare per la mancanza di un assessorato alla cultura in questa città.
La protesta si estende anche all’uso dello spazio della banchina S. Domenico per i concerti: «lo spazio cittadino destinato agli eventuali grandi eventi deve essere collocato fuori dal centro cittadino per evitare disagi di ogni tipo ai residenti – dicono i promotori di questo movimento -; si consigliano la Secca dei pali, il Campo Sportivo o il grande parcheggio antistante il mercato ortofrutticolo.
Non possono convivere interessi economici con la fruizione popolare della cultura, il disagio di una città blindata con il privilegio di pochi fruitori eletti; la città è di tutti e se il sindaco la occupa per “panem et circenses” allora giù le barriere, le transenne e i divieti, la cultura è un bene comune e tutti devono averne accesso».
 
Il gruppo ha creato anche un blog http://peoplehavenopowerhere.blogspot.it/ sul quale è possibile leggere i motivi della protesta.
 
I soliti manipolatori dell’informazione pro domo sua, intolleranti e poco democratici (convinti di essere depositari dell’unica verità), che hanno l’abitudine di offendere con pesante sarcasmo quelli che non condividono le loro tesi (anche sbagliate) fino al punto di creare blog diffamatori, cercano di strumentalizzare anche la protesta di questi gruppi, come è avvenuto anche in occasione del concerto di Patti Smith.
“Quindici”, a differenza di altri non si fa né si farà strumentalizzare da alcun soggetto in cerca di visibilità politica, continueremo a ragionare con la nostra testa, evitando di farci trascinare in polemiche da chi vive di questi metodi, né permetteremo che il nostro giornale libero e indipendente possa essere utilizzato per fare propaganda a questi soggetti che dividono, anziché unire, anche le forze della sinistra alla quale (a parole) dicono di fare riferimento, ma in realtà finiscono col favorire i loro avversari di destra.
 
Convinti che la libertà di espressione, di informazione e di opinione sia un bene che vada difeso ad oltranza, “Quindici” ha ospitato e ospiterà sempre le voci di dissenso, i gruppi spontanei della protesta democratica come questo, ma ignorerà tutti coloro che subdolamente tentano di strumentalizzare o usare i nostri media a scopo di propaganda personale e deleteria per sé (inconsciamente) e per gli altri e soprattutto per lo sviluppo della democrazia.
 
Ecco perché, come abbiamo fatto in passato, eviteremo di pubblicizzare iniziative che direttamente o indirettamente fanno riferimento a questi personaggi. Non daremo spazio a chi non ci rispetta e ci insulta. Non siamo un giornale di partito, non usufruiamo di alcun finanziamento pubblico né privato e facciamo le nostre scelte liberamente, onestamente e democraticamente. Scelte che possono essere condivise o meno, ma restano scelte libere, anche se questo può dispiacere a chi non può godere di questa libertà. Ecco perché riteniamo che sia rispettabile anche il dissenso e la non condivisione, ma nel limite della tolleranza democratica e non dell’insulto preconcetto e premeditato.
 
Quindi nessuna censura alle notizie (come abbiamo dimostrato in più occasione e come racconta la nostra storia), solo una linea editoriale che riteniamo corretta, che non può farsi strumento di manipolazioni altrui. Chi urla alla censura, è perciò in malafede e da costoro prendiamo le distanze, soprattutto da chi si fa egli stesso notizia per autopromuoversi, cosa che a noi disgusta profondamente. Abbiamo 45 anni di mestiere: da vecchi giornalisti ed esperti di comunicazione, non cadiamo nelle trappole, come altri.
 
Con questo riteniamo di aver chiarito ancora una volta la nostra linea editoriale condivisa, chiudendo una polemica strumentale messa in atto, probabilmente anche in buona fede, da chi non ha considerato o non conosceva alcuni fattori fondamentali di questa azione.
 
Benvenuto perciò, all’ “Assessorato alla cultura partecipata”, sperando che possa essere una leva in più per risollevare Molfetta dal degrado politico, economico e sociale in cui è precipitata e che “Quindici” denuncia sempre per contribuire alla rinascita della città attraverso una spinta realmente riformista e partecipata.
Questi sono i fatti, chi li distorce vuole solo manipolare realtà e coscienze. Chi ci segue da anni lo sa e lo ringraziamo del rispetto che porta alla nostra testata, e per aver contribuito con questo sostegno a far sì che la rivista mensile “Quindici”  e il quotidiano “Quindici on line” siano divenuti opinion leader e punto di riferimento degli uomini liberi di questa città.
 
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