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Molfetta, la Guardia di Finanza sequestra oltre 130 capi di abbigliamento contraffatti
07 novembre 2007
MOLFETTA - Militari della Tenenza Guardia di Finanza di Molfetta, nel quadro degli ordinari servizi di controllo economico del territorio e di pubblica utilità "117", finalizzati anche alla repressione del fenomeno della contraffazione dei marchi hanno effettuato un intervento operativo nello specifico comparto. Nel corso di un controllo, effettuato nei pressi di un rinomato e centralissimo esercizio commerciale sito in Molfetta, hanno rinvenuto e sequestrato 130 capi di abbigliamento contraffatti (nella foto) posti in vendita dall'esercente come prodotti originali di note griffe sia nazionali che internazionali (Armani Jeans, Ralph Lauren, D&G, Cavalli, Richmond, Prada, Hogan, Gucci). I prodotti riproducevano fedelmente i modelli originali ed erano corredati da etichettature, codici identificativi e certificati di garanzia risultati contraffatti. Il titolare dell'esercizio, è stato denunciato alla competente Autorità Giudiziaria per violazione degli artt. 474 “Introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi e contraffatti” e art. 648 “Ricettazione” del Codice Penale.
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Acuta Mente
07 Novembre 2007 alle ore 00:00:00
Siamo alle solite: la solita truffa ai danni dei cittadini, la solita operazione della GdF, ed il solito articolo di quindici on line. Io consumatore dovrei apprendere la notizia ed evitare di entrarci in quel negozio. Peccato però, che, COME AL SOLITO, il nome del truffatore non viene mai svelato, e a noi poveri uomini che negli anni 2000 abbiamo dignità solo in quanto consumatori, oltre al danno abbiamo anche la beffa di sapere che ci sono falsari in giro a Molfetta e non sapere dove. Tutto ciò da un grande senso di fastidio e soprattutto di frustrazione. E allora a che serve questo articolo, alla Finanza per autocompiacimento? Al quindici che riporta le notizie con celerità? A noi non di sicuro. E allora, preferisco non saperle, perchè se non possiamo provvedere di conseguenza punendo l'esercente non recandoci più in quel negozio VUOL DIRE CHE QUESTE NOTIZIE NON SERVONO A NULLA. E vuol dire anche che chi truffa la gente può continuare a farlo, tanto la legge sulla privacy lo tutela!! Ora, mi aspetto che per l'ennesima volta lo staff di quindici risponda che la Finanza non fa i nomi e noi non possiamo inventarceli, ma per lo meno, direttore de Santis, passi parola alla GdF, chissà si sveglino, ammesso che abbiano a cuore le esigenze della collettività. P.S: la legge sulla privacy serve solo a non sapere i numeri di telefono che noi stessi componiamo quando leggiamo la distinta sulla bolletta. Distinta, che peraltro non è nemmeno gratuita.


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