MOLFETTA – Il tribunale del riesame di Bari ha respinto la richiesta di scarcerazione per il dirigente dell’Ufficio Territorio del Comune di Molfetta ing. Rocco Altomare (foto), arrestato il 23 giugno scorso in seguito all’operazione “Mani sulla città” che ha portato in carcere lui a Trani e altri 8 ai domiciliari, fra cui il fratello Donato, il figlio Corrado e alcuni tecnici dello studio A&D che facevano capo sempre allo stesso dirigente.
Il Tribunale ha condiviso le preoccupazioni del PM Antonio Savasta sul pericolo di reiterazione del reato e dell’inquinamento delle prove, malgrado le dimissioni dello stesso Altomare, qualche giorno dopo l’arresto.
La scarcerazione era stata chiesta dall’avv. Palombi (pagato dal Comune di Molfetta) proprio in virtù delle dimissioni e dell’acquisizione dei documenti da parte del Corpo Forestale dello Stato e dei Vigili Urbani di Molfetta che hanno collaborato all’inchiesta in qualità di Polizia giudiziaria.
Ma i magistrati sono stati di diverso avviso, ritenendo che l’Altomare possa ancora inquinare le prove, per cui è opportuno che resti rinchiuso nel carcere di Trani.
No anche alla scarcerazione scarcerazione del fratello di Altomare, ing. Donato e del figlio, ing. Corrado, attualmente agli arresti domiciliari.
Giovedì il Tribunale del Riesame si occuperà della richiesta di scarcerazione degli altri indagati ancora ai domiciliari Giambattista Del Rosso, Alessandro De Robertis, Nicolò De Simine e Gaetano Di Mola.
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