MOLFETTA - Il grattacielo di cristallo si sta frantumando in mille cocci. La coorte azzolliniana, come “Quindici” ha rivelato in anteprima, continua a perdere pezzi. Insomma, Azzollini è sempre più solo, sempre più nervoso, perché lui (non il Pdl che a Molfetta non esiste come partito) perde pezzi.
Questa volta è Giovanni Mezzina (nella foto, in occasione dell'intervista a "Quindici" durante la presidenza Asm) prima consigliere comunale, poi presidente dell’Asm dall’agosto 2010, a lasciare il Pdl. Una separazione annunciata già nelle prime settimane del gennaio 2012, dopo le dimissioni irrevocabili dall’Asm del 28 dicembre 2011 (Quindici ha pubblicato sul numero di febbraio il verbale del Consiglio di Amministrazione, spiegandone le reali motivazioni).
Casus belli, la presenza politica ingombrante di Paolo Ragno, membro del CdA, riconfermato a dicembre componente di Confservizi Puglia, incarico già contestato da Mezzina in passato perché vacui erano stati i risultati conseguiti da Ragno alla Confservizi (quale sarà la linea pianificata per l’Asm?). Un’anomalia rafforzata dalla recente nomina alla presidenza dell’Asm: Ragno godeva e gode del «maggior supporto ottenuto dal partito di riferimento». Questa l’azione padronale nel Pdl del senatore Pdl, Antonio Azzollini, sindaco di Molfetta: con lui o contro di lui.
Con quelle dimissioni erano emerse tutte le problematiche interne ad un’Asm politicizzata: Azzollini aveva abbandonato uno dei suoi uomini, Mezzina, che ha cercato in questi mesi conferme politiche dal dominus.
Lo stesso Mezzina nel comunicato stampa che annuncia le sue dimissioni, non solo addita «persone evidentemente di pasta differente» (chiaro il riferimento, che lascia scorgere scenari allarmanti in capo all’Asm), ma soprattutto definisce l’attuale politica locale «triste e inconcludente rappresentazione». Insomma, una vera e propria pantomima la linea politica azzolliniana.
Tra l’altro, la sua definitiva uscita dal Pdl conferma i corrosivi mal di pancia di consiglieri e assessori pidiellini logorati dall’arroganza e dal dispotismo azzolliniano (si racconta di riunione stile “covo hitleriano”). Gli stessi sodali mostrano tutto il loro malessere in assenza del padrone, ma in sua presenza non solo si prodigano in lodi e strenue quanto inutili difese (fino a castrare la propria dignità di persona e politico in Consiglio comunale), ma ne assumono gli stessi atteggiamenti. Ma, alle sue spalle, è tutt’altro discorso. E’ quello che avviene con tutti i capi dispotici.
Il logoramento politico è in atto già da un anno e mezzo: le presunte dimissioni di 4 assessori, annunciate da Quindici nel settembre 2010, sono state ufficiosamente confermate proprio di recente, nonostante la collerica smentita dello stesso Pdl nell’ottobre 2010. Il frenetico nervosismo di un irrequieto Azzollini, schiacciato dalle indagini della Magistratura e dall’allontanamento dei suoi yes-man, si continua a riversare su Molfetta. E il tracollo fallimentare del Pdl a livello nazionale lo sta avvicinando al partito di Montezemolo, che pare non essere per nulla entusiasta della sua autocandidatura.
Di seguito il comunicato stampa di Mezzina, che rilancia il suo gruppo politico di lavoro.
«Ha atteso che si calmassero un po' le acque e ha pensato e ripensato alle scelte fatte. Un'attenta analisi quella di Giovanni Mezzina, già consigliere comunale del Popolo della Libertà e, fino a dicembre dello scorso anno, presidente dell'Azienda Servizi Municipalizzati, carica lasciata all'indomani di divergenze sulla gestione con il resto dei membri del Consiglio di Amministrazione.
I vertici del Popolo della Libertà nella circostanza hanno preferito puntare su altre persone “evidentemente di pasta differente” da quella dell'ex presidente. Ora Mezzina torna a far sentire la sua voce, confermando di non aver perso la voglia di impegnarsi per il bene della comunità, così come aveva preannunciato.
“È giunto il tempo di dichiarare la mia uscita definitiva dal PdL - ha dichiarato Mezzina -. È il momento di rimettere al mittente la tessera del partito. Il fallimento della politica, così come oggi viene ancora concepita dalla gran parte di coloro che partecipano a questa triste e inconcludente rappresentazione - ha proseguito l'ex numero uno dell'ASM - mi spinge fuori da un lato e dall'altro rilancia prepotentemente la voglia di contribuire ad azzerare le attuali posizioni. La mia compresa. Bisogna tentare con veemenza di salvare e riprogrammare il futuro della nostra comunità. Per farlo è necessario ripartire dai giovani di questa città, giovani che hanno già dimostrato le loro capacità impegnandosi per Molfetta”.
“La situazione attuale deve spingerci fuori dalle secche in cui siamo terminati. Dobbiamo individuare gruppi di lavoro che devono tentare di impostare la Politica, con la P maiuscola, al fine di raggiungere una reale democrazia partecipata. Nei partiti esistenti si è spesso perso il lume dell'intelletto ed è per questo che bisogna, anche rischiando, azzerare quella classe dirigente che ha fallito ripartendo dalle poche cose positive rimaste - ha aggiunto ancora Mezzina -. C'è bisogno di nuovo entusiasmo. Un plauso quindi a chi, come quelli del Movimento 5 Stelle, ci sta provando e ci sta mettendo la faccia (Mezzina non sa che anche il Movimento a 5 Stelle è stato già inquinato ed è già vecchio, come “Quindici” racconta oggi, ndr). Ma non basta: distruggere il passato non serve. Bisogna avere la capacità di analizzare la situazione attuale e su questa costruire. È assoluta la necessità di individuare valide alternative e costruire schieramenti ampi in cui confluisca il meglio che la città offre promuovendo figure della società civile, sganciate dalle logiche dei partiti, che sappiano lavorare con rigore e passione. Insomma è necessario individuare valide alternative alla attuale e triste situazione”.
“Io ed il mio gruppo siamo pronti a lavorare per sostenere persone nuove, pulite, pronte a mettersi in gioco sul serio: c'è tanta strada da fare - ha concluso Mezzina -. E noi questa strada vogliamo percorrerla assieme a chi ha scelto di lottare per il bene della nostra città».
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