Molfetta, il sindaco Azzollini come Berlusconi non risponde alle domande di Quindici sull'Asm. Silenzio anche in consiglio comunale
Sul prossimo numero della rivista mensile, in edicola domani: “Il sindaco caccia il presidente dell'Asm” con la storia della revoca di Nappi e le domande imbarazzanti al primo cittadino
MOLFETTA - Continua a tenere banco in città e nella vita politica di Molfetta la vicenda dell'Asm e la revoca del suo presidente Francesco Nappi: “Il sindaco Azzollini caccia il presidente dell'Asm”, è l'articolo con i particolari che potete leggere sul prossimo numero della rivista Quindici in edicola domani.
Ma oltre a ricostruire la vicenda dell'estromissione drastica del presidente, Quindici ha posto due domande al sindaco, alle quali Azzollini, come Berlusconi non ha voluto rispondere, per evidenti ragioni di imbarazzo, come il suo premier che continua ad ignorare le 10 domande postegli dal quotidiano la Repubblica. Le troverete domani sulla rivista.
Intanto il consiglio comunale ha approvato ieri sera il bilancio consuntivo dell'Asm, con i soli voti della maggioranza, un bilancio deficitario con un risultato negativo di 119mila euro che peseranno sulle tasche dei cittadini. Non dimentichiamo che fu proprio il sindaco Antonio Azzollini a sanare il bilancio precedente con risorse e beni comunali.
Anche in consiglio comunale il sindaco ha evitato di rispondere alle domande dei consiglieri di opposizione di centrosinistra che chiedevano i motivi della revoca di Francesco Nappi, limitandosi ad eludere l'argomento, sostenendo che “era venuto meno il rapporto fiduciario”. Troppo poco per una vicenda che ha fatto rumore, soprattutto per il modo con cui questa revoca è avvenuta e ancora di più per la persona scelta come successore: quel Pasquale Mancini di Forza Italia, uno dei suoi attuali fedeli valvassini, in attesa, magari, di cambiare bandiera e casacca, (come ha fatto in passato), quando Azzollini non sarà più al potere. La sostituzione, evidentemente, è avvenuta, non in base alle capacità del Mancini, ma come “premio di consolazione” per la sconfitta elettorale alle ultime provinciali.
Ma l'opposizione ha chiesto anche le dimissioni dell'intero consiglio di amministrazione e del direttore dell'Asm, Silvio Binetti, perché non avrebbe vigilato sulla gestione della municipalizzata.
Pino Amato dell'Udc ha chiesto chiarimenti sul bando di gara della cooperativa “Ricicla” e sulla discutibile gestione del personale, argomento affrontato anche dal socialista Nicola Piergiovanni che ha sottolineato come sia necessaria maggiore trasparenza e correttezza amministrativa nella gestione.
Si è spinto oltre Mino Salvemini del Pd che ha invocato misure sanzionatorie e repressive per mantenere la città più pulita.
A tutto questo fuoco di fila di interventi, ai quali si sono aggiunti anche Gianni Porta di Rifondazione e Giovanni Abbattista del Pd, hanno risposto (o meglio, non hanno risposto) il capogruppo del Pdl, Angelo Marzano, che si è limitato a sostenere che si è puntato a contenere la spesa e l'assessore alle municipalizzate Mauro Magarelli che ha sostenuto che l'Asm è stato gestito in un'ottica privatistica (meno male!, ndr).
Il voto ha chiuso la discussione, lasciando la città senza risposte, per cui, se non interverranno fatti nuovi, la “cacciata” di Nappi, resterà un mezzo mistero.
Oltre ad approvare gli altri argomenti all'ordine del giorno, il consiglio si è impantanato sulla commissione toponomastica, che dovrebbe essere composta anche da soggetti esterni, una scelta non condivisa dall'opposizione. Per cui il tutto è stato rinviato ad una prossima seduta.