Recupero Password
Molfetta, il sen. Azzollini si autoassolverebbe dalle accuse dello scandalo sul porto, con una legge ad personam: un articolo di “Repubblica”. Il Pd rischia di perdere altra credibilità
26 marzo 2015

MOLFETTA – Berlusconi ha fatto scuola: la legge non è uguale per tutti, ma è più uguale per chi ha la possibilità di far approvare leggi ad personam. E’ di ieri la notizia, pubblicata sul quotidiano “la Repubblica”, che l’ex sindaco sen. Antonio Azzollini, ieri Forza Italia e oggi Ncd, che, contrariamente alle sue affermazioni pubbliche, continua a sottrarsi alla giustizia per lo scandalo del porto. L’ultima trovata sarebbe una leggina ad personam, concessa dal governo Renzi (che ormai sembra più di centrodestra che di centrosinistra) agli amici del Nuovo centrodestra, suoi alleati. Con questa leggina Azzollini sarebbe salvo sia sul piano penale, che su quello civile e forse perfino da responsabilità relative a un possibile danno erariale per il risarcimento di 7,8 milioni di euro concesso alla Cmc. E sarebbe salvo anche il Comune di Molfetta, oggi retto dal centrosinistra, che eviterebbe il dissesto finanziario, conseguenza sempre dell’amministrazione Azzollini: altro che finanza virtuosa, come il senatore proclama ai quattro venti e agli ignoranti.

Certamente quest’ultima concessione (dopo la mancata autorizzazione all’uso delle intercettazioni) farebbe perdere ancora di più credibilità al Pd, col rischio di un crollo di voti alle prossime elezioni regionali: basti per tutti la recente vicenda degli attacchi all’assessore regionale Guglielmo Minervini, con un comportamento discutibile del candidato presidente Michele Emiliano e quello inqualificabile di alcuni consiglieri di Molfetta, che sembra più un regolamento di conti, che un fatto politico (ne parleremo a parte e diffusamente sulla rivista che sarà in edicola il 15 aprile).
Chissà cosa si inventeranno i parlamentari del Pd, dopo questo ennesimo regalo al senatore di centrodestra Azzollini! Ma poi non lamentiamoci del distacco dalla politica e dall’astensione dei cittadini, sempre più schifati da certi comportamenti.
 

Ecco l’articolo del quotidiano la Repubblica) http://bari.repubblica.it/cronaca/2015/03/25/news/azzollini_si_autoassolve_con_una_leggina_su_misura_evitera_le_accuse_sul_porto-110456501/

 
 
Azzollini si autoassolve con una leggina su misura: eviterà le accuse sul porto

Il governo presenta un comma nel pacchetto 80 euro: con la sua approvazione cancellata l’ipotesi di reato

di GABRIELLA DE MATTEIS e GIULIANO FOSCHINI

 

 

Antonio Azzollini, senatore Ncd UNA leggina ad personam salverà il senatore di Ncd, Antonio Azzollini dalle accuse più gravi nell’inchiesta sul porto di Molfetta. Il regalo è arrivato direttamente dal governo Renzi che ha inserito nella legge di conversione del decreto legge numero 16 (quello per intendersi sugli ottanta euro) una normetta che servirà da salvacondotto per il presidente della commissione Bilancio del Senato, in modo da salvarlo dal processo contabile e dalle accuse più pesanti in quello penale.

Al comma 1 bis, che è stato aggiunto soltanto in sede di conversione del decreto quando il caso giudiziario era scoppiato, all’articolo 18 della norma si legge: «Per i mutui contratti dagli enti locali antecedentemente al primo gennaio del 2005 con oneri a totale carico dello Stato, il comma 76 articolo 1 della legge 30 dicembre 2004 numero 11 si interpreta nel senso che l’ente locale beneficiario può iscrivere il ricavato dei predetti mutui nelle entrate per trasferimenti in conto capitale, con vincolo di destinazione agli investimenti».

Questo capolavoro di burocratese stretto apparentemente potrebbe non significare nulla. E invece significa tanto. Perché mai il Parlamento si premura di specificare una reinterpretazione di questo comma di una vecchia legge? Una spiegazione potrebbe essere nel capo di imputazione mosso dalla procura di Trani nei confronti di Azzollini e di altri ex amministratori del Comune di Molfetta. Sono tutti accusati di aver violato proprio “l’art. 1, comma 76, L. 30.12.2004 n. 311”, esattamente quello che viene ora reinterpretato. Ma c’è di più: la nuova norma indica chiaramente un argine temporale. Dice infatti che si riferisce a «i mutui contratti dagli enti locali antecedentemente al primo gennaio del 2005». Quando è stato contratto quello del comune di Molfetta? «Iscritto a bilancio nel 2004», si legge nel capo di imputazione della procura di Trani.

Il problema non era di poco conto. Perché tramite quello che la Procura definisce un «artifizio contabile, si consentiva indebitamente a quell’ente territoriale di pagare le imprese esecutrici dei lavori per il nuovo porto commerciale cinque milioni e 700mila euro e di dichiarare ciononostante di aver rispettato quel patto, come contestato al Sindaco Antonio Azzollini e al dirigente Giuseppe Domenico De Bari» accusati per questo di falso. Tanto non era di poco conto che ora la sezione di controllo della Corte dei conti - che aveva ricevuto tutti gli atti dalla Guardia di finanza che ha compiuto le indagini - si apprestava ad elevare le contestazioni agli allora amministratori. E invece si è dovuta bloccare e si appresta ad archiviare tutto proprio perché la norma è cambiata, anzi no è stata “interpretata ufficialmente” e dunque tutto quello che è stato fatto, è stato fatto bene.

Ma Azzollini non è l’unico beneficiario del regalo governativo. La nuova interpretazione della legge salva anche il comune di Molfetta, oggi a guida centrosinistra, dal dissesto finanziario. Se infatti non fosse arrivata questa “interpretazione autentica” e la nuova giunta guidata dal sindaco Paola Natalicchio avesse dovuto spostare così come le aveva chiesto il ministero dell’Economia e della Finanza, che invece teorizzava come la guardia di Finanza l’altra interpretazione - da una posta di bilancio all’altro il computo dei mutui, Molfetta era in bancarotta. Anche per questo, probabilmente, la norma è stata inserita nel decreto.

Insomma, regali per tutti. Ora bisognerà capire che resterà delle accuse penali ad Azzollini che già si era salvato visto che il Parlamento aveva negato l’utilizzo delle intercettazioni a suo carico.

Restava il problema delle carte, e anche questo è stato risolto. Nelle scorse settimane sempre la Corte dei conti, questa volta però la Procura, aveva chiesto invece conto ad Azzollini e altri dieci amministratori invitandoli a presentare le controdeduzioni, ieri scadeva il tempo per presentarle) dei 7,8 milioni pagati alla Cmc come risarcimento per il ritardo nei lavori. Secondo l’accusa quel ritardo era stato causato proprio dagli amministratori che avevano stilato un cronoprogramma impossibile, visto che prima di cominciare i lavori era necessario bonificare il fondale dalle bombe scaricate durante la seconda mondiale. Motivo per cui i lavori, ancora oggi, non possono essere ultimati.

Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""

1°parte. - Al di fuori della politica l'uomo ha fatto miracoli: ha sfruttato il vento e l'energia, ha trasformato sassi pesanti in cattedrali, è riuscito a controllare e vincere quasi tutte le malattie, ha cominciato a penetrare i misteri del cosmo. “In tutte le altre scienze si sono registrate notevoli progressi” ebbe a dire una volta John Adams, secondo presidente degli Stati Uniti “ma non in quella del governo, la cui prassi è rimasta immutata.” Esistono quattro tipi di malgoverno, spesso combinati fra loro: la tirannia, l'eccessiva ambizione, la inadeguatezza e la decadenza, e, infine, la follia o la perversità. Ma follia e perversità, potrebbe obiettare qualcuno, fanno parte della natura umana, e allora per quale ragione dovremmo aspettarci qualcosa di diverso dagli uomini di governo? La follia dei governi preoccupa perché si ripercuote con effetti più negativi su un maggior numero di persone; di qui l'obbligo per i reggitori di stati di agire più degli altri seconda ragione. Tutto ciò è risaputo da tempo immemorabile, e allora perché la nostra specie non ha pensato a prendere precauzioni e a cautelarsi? Qualche tentativo è stato fatto, a cominciare da Platone, che propose di creare una categoria di cittadini destinati a diventare professionisti della politica. Secondo lui la classe dominante, in una società giusta, doveva essere costituita da cittadini che avevano imparato l'arte di governare, e la sua soluzione, affascinante ma utopistica, erano i re filosofi: “Nelle nostre città i filosofi devono diventare re, oppure chi è già re deve dedicarsi alla ricerca della sapienza come un vero filosofo, in modo da far coesistere in una sola persona potere politico e vigore intellettuale.” Fino a quando ciò non fosse accaduto, riconosceva Platone, “le città e, io credo, l'intero genere umano non potranno considerarsi al riparo dai mali.” E' così è stato. (continua)

2°parte. - Il conte Axel Oxenstierna, cancelliere svedese durante la terribile Guerra dei Trent'anni, parlava con ampia cognizione di causa quando disse: “Renditi conto, figlio mio, che ben poco posto viene lasciato alla saggezza nel sistema con cui è retto il mondo.” Lord Acton, uomo politico inglese del secolo scorso, usava dire che il potere corrompe, e di ciò ormai, siamo perfettamente convinti. Meno consapevoli siamo del fatto che esso alimenta la follia, che la facoltà di comandare spesso ostacola e toglie lucidità alla facoltà di pensare. La perseveranza nell'errore, ecco dove sta il problema. I governanti giustificano con l'impossibilità di fare altrimenti decisioni infelici o sbagliate. Domanda: può un paese scongiurare una simile “stupidità difensiva” come la definì George Orwell, nel fare politica? Altra domanda, conseguente alla prima: è possibile insegnare il mestiere ai governanti? I burocrati sognano promozioni, i loro superiori vogliono un più vasto campo d'azione, i legislatori desiderano essere riconfermati nella carica. Sapendo che ambizione, corruzione e uso delle emozioni sono altrettanto forze di controllo, dovremmo forse, nella nostra ricerca di governanti migliori, sottoporre prima di tutto i candidati a un esame di carattere per controllarne il contenuto di coraggio morale, ovvero, per dirla con Montaigne, di “fermezza e coraggio, due virtù che non l'ambizione ma il discernimento e la ragione possono far germogliare in uno spirito equilibrato.” Forse per avere governi migliori bisogna creare una società dinamica invece che frastornata. Se John Adams aveva ragione, se veramente l'arte di governare “ha fatto pochissimi progressi rispetto a 3000 o 4000 anni fa” non possiamo aspettarci grandi miglioramenti. Possiamo soltanto tirare avanti alla men peggio, come abbiamo fatto finora, attraverso zone di luce vivida e di decadenza, di grandi tentativi e d'ombra. (fine)



Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet