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Molfetta, il Rotary promuove la costituzione di una sezione Adisco, per donare il sangue cordonale
24 gennaio 2011

MOLFETTA - Tra qualche mese anche Molfetta avrà la sua sezione ADISCO, l’associazione italiana che promuove la donazione di sangue cordonale. Promotori di questa iniziativa sono il Rotary Club di Molfetta insieme ad alcune associazioni locali che hanno aderito al progetto di costituzione di una sezione territoriale molfettese. L’associazione, già presente in Puglia a Bari, Bisceglie e Trani tra qualche mese avrà anche la sua sede a Molfetta. La neonata associazione avrà sede provvisoria nei locali del MASCI, nei pressi del Duomo di Molfetta. Per promuovere quest’iniziativa, il Rotary Club di Molfetta ha organizzato una conferenza sulla donazione del sangue cordonale a cui erano presenti il presidente dell’ADISCO Bisceglie, prof.ssa Anita Pesce, il dr. Michele Santodirocco, dirigente medico banca cordonale di San Giovanni Rotondo, il vescovo mons. Luigi Martella e il presidente del Rotary Club Molfetta, Pietro Facchini (nella foto al centro insieme al dr. Santodirocco e alla prof. Anita Pesce).

L’idea della costituzione di una sezione territoriale ADISCO a Molfetta è nata dalla proposta della vicina sezione biscegliese impegnata da tempo nell’opera di diffusione e informazione sulla donazione del sangue cordonale, un tema poco conosciuto in Italia e soprattutto poco trattato negli ospedali. Proposta colta al volo dalla presidenza del Rotary di Molfetta che ha voluto condividere la paternità dell’idea con altre associazioni cittadine per la costituzione di un gruppo tutto molfettese. Il Rotary Molfetta sta infatti finanziando la costituzione della sezione con una raccolta fondi (finora già circa mille euro). Uno start up iniziale che servirà alla neonata associazione per il disbrigo delle pratiche costitutive.
La fondazione di una nuova sezione nasce anche dalla necessità di rendere più capillare l’opera di sensibilizzazione propria dell’ADISCO, a supporto delle strutture sanitarie impegnate nella raccolta e nella conservazione del prezioso S.C.O. (Sangue del Cordone Ombelicale), ricco di cellule staminali emopoietiche, capaci di differenziarsi e quindi di costituire elementi del sangue diversi. Queste cellule staminali, sono in grado di guarire, nella maggior parte dei casi, soggetti colpiti da malattie gravi. Da qui la necessità delle Banche del sangue cordonale, 19 in tutto in Italia, che raccolgono le sacche di S.C.O. che presentano caratteristiche di “bancabilità”. In Puglia l’unica banca di S.C.O. è ubicata a San Giovanni Rotondo presso l’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, ma i centri di raccolta, dove cioè può avvenire la donazione, sono 14: Foggia Lecce, Taranto, Brindisi, Bari (Policlinico, Di Venere, San Paolo, Clinica Santa Maria), Acquaviva delle Fonti, Bisceglie, Corato, Putignano, San Giovanni Rotondo e Tricase. Nel 2009 la Puglia ha raccolto 2.451 unità di S.C.O., numero più alto in Italia di unità raccolte in una sola regione e si spera possa fare altrettanto bene nel 2011.
Durante la conferenza il relatore dr. Santodirocco ha spiegato ai presenti il percorso della donazione del sangue cordonale, i possibili tipi di trapianto e le modalità di donazione, oltre ai vantaggi della donazione eterologa e ai limiti della donazione autologa.
Il vescovo mons. Martella ha voluto invece sottolineare la bontà dell’iniziativa. “Donare gli organi – ha detto il vescovo – significa donare un po’ di se stessi perché viva l’altro, e questa è una cosa squisita, dal punto di vista umano ma anche cristiano”.
Donare il sangue cordonale, dunque, è importante perché così si offre la possibilità a qualcun’altro di poter continuare a vivere, donare significa dare la speranza a chi ha bisogno di cellule staminali per curare leucemie o linfomi, donare significa dare un’altra possibilità di vita a chi sta male, perché “ciò che ha nutrito una vita, può ancora dare vita”.
 
© Riproduzione riservata
 
 
Autore: Giovanni Angione
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