Recupero Password
Molfetta, i bambini della elementare “Battisti” a scuola di legalità
11 aprile 2011

MOLFETTA - ‹‹A che serve avere le mani pulite, se poi le si tiene in tasca?››. Con questa citazione fatta dall'avvocato Angelo Gentile dell'associazione AGL (Associazione Giovani Legali) si è concluso l'incontro "Legge e Leggi" nella Scuola Elementare "Cesare Battisti". Si è trattata di una vera e propria lezione di educazione civica sull'importanza della legalità, tenuta dall'avvocato sopra citato, che ha sostituito Massimiliano Guido, che non ha potuto presenziare all'incontro per motivi di salute, e dal giudice Lorenzo Gadaleta.
I due professionisti hanno cercato di far capire ai bambini presenti, con un linguaggio il più possibile semplice e chiaro, i motivi che li hanno spinti ad intraprendere un mestiere che li porta a lottare contro il crimine in difesa di tutti noi, un mestiere che possono esercitare però solo con l'aiuto del cittadino, che non deve fare finta di niente quando un reato viene commesso sotto i suoi occhi, ma deve avere il coraggio di denunciare il fatto, per permettere alla polizia di arrestare il colpevole e poi al giudice di condannarlo, ma solo se sarà fermamente convinto della colpevolezza dell'imputato, cosa che succede senza ombra di dubbio qualora la persona in questione venga colta in flagranza di reato. In questo caso, infatti, l'avvocato difensore non può fare altro che "limitare i danni", cioè cercare di far concedere al suo cliente una pena minore.
Il mestiere di giudice è molto arduo. Dopo la laurea in giurisprudenza infatti bisogna superare un concorso, in cui solo le prove scritte durano tre giorni. L'anno in cui l'ha fatto il giudice Gadaleta, i partecipanti erano ben 15000, dei quali 14500 non sono riusciti a superare la prima prova. Dei 500 rimasti, solo 280 hanno superato il concorso e sono stati mandati in varie parti d'Italia. Oggi i giudici nel nostro Paese sono circa 8500.
Nel corso della conferenza sono intervenuti i bambini con domande che, con la loro ingenuità e insieme grande profondità, hanno fatto riflettere e sorridere i due relatori, che si sono impegnati a rispondere a tutti, cercando di mettere in evidenza il fatto di essere sempre dalla parte dei giudici perché i giudici agiscono in difesa e a tutela di tutti noi, anche se alle volte sarebbe più semplice restare zitti in una condizione di omertà. Ma in questo caso perderemmo tutti.
 

© Riproduzione riservata

Autore: Olimpia Petruzzella
Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Lodevole, quanto mai civile e culturale iniziativa: chi meglio dei “difensori della legalità” possono spiegare la legalità ai giovani e futuri uomini di domani? Mai come di questi tempi confusi, in cui la legalità viene vilipesa e considerata come un ostacolo al malaffare “legale”, necessitiamo di professori d'eccezione per spiegarla alle future generazioni. Che bella idea e iniziativa: la legalità a scuola!. Nella nostra società si avverte un bisogno di sviluppare progetti innovativi di educazione alla legalità. Evidentemente la legalità non è una lezione che si può apprendere a memoria, semmai un percorso per rendere consapevoli i nostri ragazzi della necessità del rispetto delle regole, che porta a vivere e a stare nelle cose e nella vita costantemente con una coscienza e uno sguardo etici. La società tutta lamenta un abbassamento del livello del rispetto delle regole sociali, una diffusa percezione di uno Stato come una entità astratta, nemica, una confusa distinzione tra lecito e illecito, per cui tutto è permesso per un tornaconto personale, a discapito della comunità tutta. Lezione questa che riceviamo ogni giorno stando agli avvenimenti socio-politici nel nostro “bel paese”. Affinchè la società funzioni, è necessario che esista una condivisa cultura di rispetto delle regole. Non devono essere sempre gli altri ad applicarla, ma la legalità riguarda ognuno di noi: quindi se chiediamo legalità, bisogna che siamo noi i primi a comportarci legalmente e nel rispetto dell'altro, della comunità tutta. Con la prospettiva di aumentare le scuole coinvolte e la partecipazione anche dei genitori degli studenti.
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet