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Molfetta, falso sacerdote arrestato mentre ruba nelle stanze del palazzo vescovile
03 luglio 2009

MOLFETTA - Travestito da sacerdote, si è introdotto nel Palazzo Vescovile di Molfetta, dove è stato poi sorpreso a rubare negli alloggi dei prelati. L'uomo, Giovanni Peluso (foto), di 67 anni di Aversa, ma residente a Martina Franca, è già noto alle Forze dell'Ordine di tutta Italia per reati simili. Il suo aspetto fisico ed una pur minima conoscenza delle "cose di chiesa", infatti, lo hanno spinto a prediligere, come obiettivi, i luoghi sacri: conventi (sia maschili che femminili) e chiese, al sud come al nord. Si è presentato presso il Palazzo Vescovile di Molfetta, in piazza Garibaldi, dicendo di essere un sacerdote, e di dover andare dal Vescovo. La barba bianca folta ma curata, la camicia ed i pantaloni neri, la croce appuntata sul petto avrebbero ingannato anche un vero curato. Dopo aver superato indenne due ignari controllori, giunto da solo dinanzi all'ufficio del Vescovo di Molfetta, ha pensato bene di prendere il corridoio che conduce agli appartamenti privati del Vescovo e degli altri prelati. Non vi ha trovato nessuno, e perciò, all'interno della stanza di un sacerdote ha prelevato un portafogli dall'interno di un marsupio (la diocesi di Molfetta proprio per oggi ha in programma la partenza per un pellegrinaggio in Terra Santa e perciò era già tutto nei bagagli). E' stato colto sul fatto, però, da un sacerdote, il quale dapprima gli ha chiesto cosa facesse lì, ed il ladro gli ha risposto di essere un "padre missionario". Quindi, il vero "collega" lo ha invitato a vuotare le tasche e lo ha trovato in possesso del suo portafogli. A questo punto il ladro ha chiesto, invano, che non fossero avvisati i carabinieri, perché era un "padre di famiglia". Prima che i militari arrivassero, l'uomo ha addirittura inscenato un malore, chiedendo di poter andare in bagno, dove ha abbandonato anche arnesi da scasso e numerose chiavi che aveva nascosto addosso a sé, tutti sequestrati dai carabinieri della locale Compagnia. L'uomo, arrestato per furto aggravato e sostituzione di persona, e denunciato per "possesso ingiustificato di chiavi alterate o grimaldelli", è stato poi rinchiuso nel carcere di Trani.
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