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Molfetta, è caos Pd dopo l'accordo Emiliano – Udc. L'affondo di Percoco: “decisione assurda ma molti perbenisti nel 2013 avrebbero voluto quella coalizione. Questa politica non mi appartiene” Il Pd scosso dall'accordo tra il segretario regionale del Partito, Michele Emiliano e l'Udc di Pino Amato. Base in subbuglio. Durissimo l'attacco del consigliere comunale, leader dei Giovani Democratici, Giuseppe Percoco: “Male non aver consultato gli organi collegiali. Ma alle comunali fu solo il no di Paola a evitare la coalizione con l'Udc. Ormai siamo in pochi a difendere quel progetto politico, spesso il Pd assume posizioni incomprensibili, la delusione sta divorando l'entusiasmo”
28 novembre 2014

MOLFETTA - Il Pd molfettese sembra non trovare pace: diviso da lunghe lotte intestine, sconquassato dal disastro dell'area metropolitana, indebolito dalla cacciata di Serena La Ghezza, ora è attraversato da un nuovo ciclone che sembra comprometterne gli equilibri a poche ore del delicato voto delle Primarie. In città è bufera per l'accordo tra Michele Emiliano, ex sindaco di Bari, segretario regionale del partito Democratico e l'Udc che qui in città è soprattutto il partito di Pino Amato ex assessore comunale, politico popolare e chiacchieratissimo, condannato in primo e secondo grado per voto di scambio (5 anni in primo grado, pena poi ridotta a 10 mesi). L'indignazione dei militanti per un'alleanza meramente tattica che snaturerebbe l'essenza stessa di un progetto politico di centrosinistra, corre veloce in città e rimbalza di bacheca in bacheca sui social network. Tra silenzi imbarazzati e inviti alla cautela, non le manda a dire Giuseppe Percoco ( foto), consigliere comunale dei Giovani Democratici, già distintosi per il suo lavoro in innovazione tecnologica e trasparenza. Il disagio della base è espresso dalla sua riflessione postata su Facebook e nella quale non usa mezzi termini: “L'accordo regionale con l'Udc è stato siglato dal Pd regionale e dal suo segretario politico senza passare dagli organi collegiali. Assurdo! Però al congresso regionale dello scorso anno, tutti conoscevano le ambizioni politiche (legittime) del nostro attuale segretario, eppure si è scelto di non effettuare congresso, di non contrapporre linee politiche differenti, di proclamare il segretario e di spartirsi i posti, fra i vari capibastone, negli organi”.

Un attacco duro che non si presta a fraintendimenti e non risparmia nemmeno esponenti cittadini:

“ a tutti i perbenisti di queste ore, ricordo che se non fosse stato per la sola determinazione di Paola Natalicchio, l'Udc avrebbe fatto parte della nostra coalizione di governo. Perderemo senza l'Udc, dicevamo al Sindaco. Ergo, risparmiatevi questa parte inutile”.

 La partita per le primarie, è in realtà un tutt'uno con quella altrettanto complessa e delicata per il futuro politico cittadino. Il Pd molfettese è sempre più in affanno,  costretto ad equilibrismi da giocolieri tra le varie anime di un partito sempre più diviso. Da mesi, una nutrita pattuglia di esponenti cittadini di un certo peso, ha messo sotto accusa l'amministrazione guidata da Paola Natalicchio, criticando soprattutto una presunta mancata programmazione e una politica urbanistica giudicata inadeguata. Lo scontro è arrivato all'apice a settembre, quando i rapporti tra il primo cittadino e Annalisa Altomare sono precipitati dopo un dissidio sul comparto 18 (del quale si è parlato in un consiglio comunale) e il banco ha rischiato di saltare definitivamente. A questo hanno fatto seguito il ritiro delle deleghe all'assessore Serena La Ghezza, un rimpasto difficile che ha portato in Giunta l'assessore Tommaso Spadavecchia (legato al Presidente della Multiservizi Piero de Nicolo), il disastro dell'area metropolitana (con tre franchi tiratori del Pd molfettese che hanno impallinato il candidato cittadino Saverio Patimo). Una situazione ulteriormente arroventata da queste Primarie particolarmente accese e che vedono in campo anche il molfettese Guglielmo Minervini. Un clima teso, ai limiti del sostenibile. Una difficoltà che non è sfuggita a Percoco: “spesso ho l’impressione che proprio il nostro PD assuma delle posizioni incomprensibili; che non sia ammessa dialettica” e “ ho l'impressione che siamo in pochi a proteggere quel progetto di radicalità politica per cui, chi più, chi meno, abbiamo stravolto le nostre vite.  Per mesi nessuno ha sentito l'esigenza di confrontarsi e ascoltare le ragioni di questo pensiero critico, perché è più facile calunniare piuttosto che capire.  Ma le calunnie, si sa, sono come le bugie; hanno le gambe corte.  Forse il problema è stato essere troppo educati fin qui. Questa politica non mi appartiene”. Intanto la tensione tra i militanti non si stempera e gli osservatori si affannano a decifrare la portata di un accordo, quello stretto tra Emiliano e l'Udc tanto scomodo, quanto clamoroso, ufficializzato a poche ore dal voto. Alcuni sostengono che in questo modo l'ex sindaco di Bari abbia blindato le Primarie, altri che il Gladiatore abbia fiutato puzza di bruciato e ricorso in extremis a una salvifica scialuppa di salvataggio. L'altissimo astensionismo registratosi alle regionali in Emilia-Romagna e Calabria, potrebbe ripetersi alle Primarie di domenica e favorire così minoranze coraggiose come quella di Guglielmo Minervini.

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Autore: Onofrio Bellifemine
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