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Molfetta, appuntamento in compagnia del Comitato per la Dignità delle Donne
08 marzo 2011

MOLFETTA - Dopo la fiaccolata del 13 febbraio, come cita un comunicato stampa, il Comitato Molfetta per la Dignità delle Donne dà appuntamento alle donne e agli uomini di Molfetta, là dove si era conclusa quella suggestiva e affollata manifestazione: DOMENICA 13 MARZO, alle ore 18, in piazza Garibaldi, Scalinata del Calvario. In programma, testimonianze, musica e poesia per parlare di lavoro, maternità e paternità... ma non solo. A conclusione degli interventi, una catena umana si snoderà lungo il Corso Umberto. Anche questa volta, nessun simbolo di partito, sindacato o movimento: solo i colori, le parole e le note di quanti vorranno partecipare.
Il nuovo evento, riprende i temi condivisi a livello nazionale dai comitati "Se non ora, quando?" e si propone di mantenere desta l'attenzione della Città sulla voglia delle donne molfettesi di voler contare, di voler contribuire a scrivere la storia futura della loro terra, di voler essere protagoniste per quel che sono e sono capaci di fare e non certo grazie alla presenza di discutibili testimonial, convocati dall'amministrazione comunale proprio l'8 marzo.
Non solo, quindi, indignazione da parte di cittadini che non si riconoscono nelle logiche di sfruttamento e di mercificazione del corpo e che considerano offesa la loro dignità di donne e di uomini ma, soprattutto, un ponte di speranza, lanciato sull'altra sponda del fiume grigio di ciarpame, indifferenza, intolleranza che pare scorrere lungo tutto il Paese.
Un'invasione di piazza, al grido di "Se non ora, quando? Adesso!" (In caso di pioggia, la manifestazione si svolgerà presso la Sala Finocchiaro - Fabbrica di San Domenico).

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Non vogliamo assolutamente diventare uomini: siamo donne e siamo fiere di esserlo ma reclamiamo il diritto di possedere qualità umane tradizionalmente definite “maschili” e di integrarle con quelle “femminili” e diventare in tal modo persone più complete. Ciò libererà anche gli uomini dalla costrizione a essere virili, ruolo, questo, altrettanto limitativo del nostro. In breve, vogliamo creare un ambiente umano in cui ogni qualità trovi un terreno fecondo per germogliare e svilupparsi in ogni persona. Abbiamo vissuto come se ci fosse qualcosa di intrinsecamente inferiore in noi. Si trattava di un problema culturale più vasto, e cioè questo: nella nostra società il potere è diviso in modo disuguale; gli uomini per il fatto che detengono il potere, sono considerati superiori e noi, che abbiamo meno potere, siamo considerate inferiori. Dobbiamo cambiare i rapporti di potere tra i sessi, così che ciascun sesso abbia uguale potere e le qualità di ciascuno siano giudicate in base ai meriti e non più in termini di potere. Sebbene il problema non sia di facile soluzione, la situazione è tuttavia modificabile non essendo fondata su elementi biologici. Abbiamo incominciato a capire che la nostra debolezza in realtà era la nostra forza. Abbiamo cercato di diventare autonome. Abbiamo capito il valore – oltre che i limiti, che accettiamo semplicemente in quanto “umani” – insito nel saper essere estroverse, educatrici, passive, dipendenti. Ovviamente quando scegliamo di esserlo. Era come se fossimo fatte di argilla e l'uomo ci potesse plasmare, dare forma e vita. Abbiamo anche cercato di prendere sempre più in considerazione la possibilità di occuparci a occupazioni “maschili” il cui sbocco fosse il prodotto. Purtroppo ci sono ancora troppe donne che usano il loro corpo “indegnamente” e “vergognosamente” per occupare posti di rilievo in politica, nello spettacolo, nella pubblicità, nelle varie amministrazioni, ecc.,ecc.. Queste sono le nostre uniche "nemiche" da combattere.
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