Michela: architetto o mamma, un futuro incerto
Quando mi sono laureata, sinceramente, non sapevo ancora quale poteva essere il mio futuro. Evidentemente non avevo avuto molto tempo per pensarci perché tra il professore che premeva per la Biennale di Venezia e per il progetto definitivo che avremmo dovuto presentare a Kos non ho avuto nemmeno il tempo per respirare. Inoltre incombeva l'esame di stato, un terno al lotto per quelli di architettura che si è concluso straordinariamente presto, ad ottobre del medesimo anno di laurea. Così ho cominciato a tentare fortuna in qualche studio: non c'era abbastanza posto, non avevano bisogno di un architetto ma piuttosto di un ingegnere (avrei dovuto fare ingegneria???), infine i due architetti per i quali lavoro, che mi avrebbero fatto sapere. In fin dei conti passarono tre giorni ed io cominciai a lavorare da loro. Con loro mi trovo molto bene, al di sopra di ogni aspettativa. Non mi trattano da disegnatrice ma da persona laureata come loro, alla quale possono affidare dei progetti, naturalmente nel limite della mia esperienza. Inoltre cercano di darmi qualcosa, nel limite delle loro possibilità, soprattutto perché ci sono persone che vengono dall'architetto solo perché hanno bisogno di dirlo in giro, ma effettivamente non hanno un euro per poterlo pagare. Comunque, sentendomi con le mie amiche, ho notato che forse sono quella che è andata meglio, che viene pagata quasi regolarmente, e che comunque viene pagata, che viene tenuta in considerazione e non sfruttata. Naturalmente c'è ancora molto da fare. Infatti se dovessi farmi ora una famiglia penso di non poter riuscire tanto a contribuire, però l'idea di fare una società di tecnici inserendo anche me c'è e di ciò mi sento lusingata. In tutto questo non ho inserito il capitolo SSIS, evidentemente perché io sento come mio lavoro la libera professione. La SSIS è stata una scelta fatta insieme a G., perché un domani due liberi professionisti potrebbero non portare il pane a casa, anche se io non ho mai sentito nessun architetto e ingegnere che muoiono di fame. Così mi sono imbarcata in questa cosa, sto seguendo delle materie inutili e tenute da professori molti dei quali vengono solo a rubare i soldi. Però un domani il tutto sarebbe più facile, perché avrei uno stipendio praticamente fisso e poi arrotonderei con la libera professione. Però quello che voglio dire a G. e che penso sia fondamentale, con questo programma i figli e la famiglia dove vanno a finire? Ecco ciò che mi preoccupa… un domani potrò essere un grande architetto ma senza una famiglia o potrò essere una grande mamma ma con una laurea appesa nel bagno, o peggio ancora un insegnante di disegno pessima che fa questo lavoro solo per avere uno stipendio fisso. Vedremo in seguito cosa diventerò. Per ora mi apro più strade possibili, ora che posso farlo.