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“MANCANO LE POLTICHE SOCIALI PER PREVENIRE IL CRIMINE” (Alberto D’Amato, consigliere comunale dell’opposizione di sinistra - PD)
15 ottobre 2024

1 - Esiste certamente un grave problema in termini di sicurezza nella nostra città, mi pare evidente. Basta mettere in fila i fatti più eclatanti accaduti da gennaio a settembre di quest’anno, in soli 9 mesi. Il 2024 è iniziato con le immagini delle devastazioni di Capodanno che hanno proiettato un’immagine terribile della nostra città su tutti i telegiornali a diffusione nazionale, in prima serata. Poi a febbraio c’è stato l’omicidio del giovane Dario De Gennaro, accoltellato in un appartamento di Via Immacolata a seguito di una lite scoppiata pare per motivi legati allo spaccio di stupefacenti. Il 22 settembre c’è stata la sparatoria al Bahia in cui è deceduta Antonella Lopez, di soli 19 anni, e a distanza di pochi giorni c’è stato l’assalto al bancomat della BNL, in Via Salepico, con l’utilizzo di un vero e proprio ordigno. E questo solo per citare i fatti più eclatanti, senza considerare i misteriosi incendi di macchine che non si sono mai del tutto interrotti, le risse sempre più frequenti, i furti negli appartamenti o quelli di autovetture che sono diventati una piaga per la nostra città. Nessuno vuole fare allarmismo, ma è tempo di prendere atto di questa realtà e di non minimizzarla, come purtroppo si continua a fare specie da parte dell’amministrazione comunale. Le cause possono essere molteplici, ma basta leggere una qualsiasi delle relazioni che la Direzione Investigativa Antimafia trasmette ogni sei mesi al Parlamento, per comprendere molto bene che Molfetta è diventata terreno di conquista per le organizzazioni criminali che operano nella città di Bari e che estendono la loro sfera di influenza sino a qui, servendosi evidentemente di qualche referente sul territorio. Dinnanzi a questo scenario, negare l’evidenza e continuare a parlare di episodi di microcriminalità del tutto scollegati tra loro non fa che aggravare il problema. 2 - Il Procuratore Nitti conosce molto bene il nostro territorio ed evidentemente è a conoscenza delle infiltrazioni dei vari clan baresi anche nel tessuto dell’economia apparentemente “sana” della nostra città. Ricordo bene come le sue parole furono accolte con scetticismo e superficialità soprattutto da chi temeva che le sue parole potessero nuocere all’immagine della città. Quasi che nascondere la polvere sotto il tappeto o far finta di niente dinnanzi a fatti tanto eclatanti quanto evidenti, sia la soluzione del problema. Poi arrivano due gruppi di rampolli delle famiglie criminali baresi che si scontrano in una discoteca a Molfetta causando la morte di una ragazza di 19 anni, e il Sindaco si chiede pubblicamente “come mai a Molfetta?”, dimostrando un livello di inconsapevolezza sconcertante delle dinamiche che si muovono nella città che amministra. Quelle dichiarazioni del nostro primo cittadino hanno lasciato davvero senza parole. Consiglio a Tommaso Minervini la lettura delle relazioni semestrali della Direzione Investigativa Antimafia. Capirebbe molto di più della città di cui è Sindaco che, evidentemente, non conosce o finge di non conoscere. 3 - Il Comitato è uno strumento istituito addirittura nel 1997 ma ormai non più operativo da molti anni. Penso che sarebbe molto utile per consentire un confronto tra le istituzioni e le espressioni della società civile che si interessano di legalità, sul territorio. Da quel Comitato potrebbero emergere elementi di analisi e di conoscenza molto interessanti e si potrebbero elaborare strategie per rafforzare quegli strumenti di “antimafia sociale” che sono i più importanti, da affiancare alle attività di indagine di competenza di magistratura e forze dell’ordine. Per questo rivolgo il mio appello al Presidente del Consiglio Comunale, Robert Amato, cui spetta il compito di convocare il Comitato di Monitoraggio, affinché proceda quanto prima in que-sta direzione. 4 - Quelle devastazioni hanno rappresentato davvero uno dei punti più bassi toccati dalla nostra città perché hanno dimostrato plasticamente come vi siano ampie zone di Molfetta sottratte al controllo delle nostre istituzioni democratiche, e completamente in mano alla delinquenza, più o meno organizzata. Quelle scene hanno in un primo momento determinato un moto di indignazione e di presa di coscienza molto forte da parte di tanti cittadini che, ricordo, parteciparono numerosissimi a un’assemblea svoltasi a gennaio presso l’Auditorium San Filippo Neri. Purtroppo però anche quel diffuso sentimento di rivalsa che tanti cittadini espressero, appellandosi alle istituzioni perché si tornasse a mettere al centro del dibattito pubblico il tema della sicurezza, è stato “normalizzato”. Dopo qualche mese l’argomento non è più stato considerato interessante, e si è passati a parlare di altro. Poi arrivano le sparatorie in città e ci si meraviglia. Ecco, le istituzioni hanno certamente la loro responsabilità ma anche i cittadini devono essere delle vere e proprie “sentinelle” di legalità sul territorio e devono impegnarsi e attivarsi direttamente non delegando sempre tutto a qualcun altro. Ogni giorno ciascuno di noi potrebbe fare tanto per contrastare tanti piccoli o grandi episodi di illegalità diffusa sul territorio. Ma spesso in tanti girano la testa dall’altra parte. 5 - Il Comune può e deve certamente svolgere un ruolo per assicurare ai cittadini la sicurezza di cui hanno bisogno. Non dimentichiamo che ai sensi di quanto previsto dal Testo Unico sugli Enti Locali, nei Comuni che, come Molfetta, sono privi di un presidio di Polizia di Stato, il Sindaco è la massima autorità in materia di sicurezza pubblica e ha il dovere di attivare tutti gli strumenti a sua disposizione, previsti dall’ordinamento, per tutelare l’incolumità dei cittadini. E’ tempo di intervenire, allora, adottando soluzioni concrete, a cominciare dalla riapertura di un presidio di Polizia Municipale in centro o dal prolungamento dell’orario di servizio dei nostri vigili urbani. Ma accanto a questo, occorre che l’amministrazione comunale adotti politiche in ambito sociale e culturale in grado di offrire un’alternativa reale e praticabile soprattutto ai più giovani che in questa città non trovano stimoli e opportunità e, per questo, diventano più facilmente avvicinabili dalle organizzazioni criminali. Ovviamente anche lo Stato deve fare la sua parte e noi riteniamo non più rinviabile il tema del potenziamento della presenza delle forze dell’ordine sul nostro territorio, anche con l’apertura di un presidio della Polizia di Stato. In queste ore ci stiamo attivando anche con i parlamentari del Partito Democratico per portare avanti questa richiesta che auspico abbia il supporto di tutte le forze politiche, soprattutto di quelle di centrodestra al governo del Paese.

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