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Mammografia all'ospedale di Molfetta, ritardi e nuove accuse di discriminazioni nelle prenotazioni. Un lettore scrive a “Quindici”
07 febbraio 2016
MOLFETTA
– Accuse di discriminazione nel metodo utilizzato per la prenotazione "screening mammografico" ospedale "Don Tonino Bello" di Molfetta nell'anno 2016. A muoverle è il dott.
Corrado Pisani
che ha inviato una lettera-denuncia al presidente della Regione Puglia,
Michele Emiliano
, al sindaco
Paola Natalicchio
, alla direzione amministrativa dell’ospedale e alla redazione di “Quindici”, che già alcuni giorni fa si era occupata del problema attraverso un
articolo
del nostro redattore
Tommaso Gaudio
. Ora il dott. Pisani torna sull’argomento, con una denuncia circostanziata. Ecco il testo della sua lettera: «
Illustrissimo Signor Presidente della Regione Puglia,
vorrei, tramite questa lettera, denunciarLe l'ingiustizia che si è consumata in questo inizio di anno all'Ospedale "Don Tonino Bello" di Molfetta, per quanto riguarda il
metodo utilizzato per le prenotazioni dello "SCREENING MAMMOGRAFICO" (VISITA SENOLOGICA — ECOGRAFIA BILATERALE — MAMMOGRAFIA BILATERALE).
Deve sapere che questo servizio a Molfetta funziona molto bene riscontrando enormi consensi nel bacino di utenza femminile della provincia e, pertanto, le agende di prenotazione sono sempre velocemente esaurite tanto è vero che, di fatto, bisogna prenotare l'anno precedente per ottenere una visita nell'anno successivo. È per questo motivo che, da quando un po' di anni fa mia moglie ha deciso di sottoporsi a "screening mammografico" (pagando il Ticket), ho cominciato a prenotare telefonicamente questo servizio per conto di mia moglie tramite il
CUP
di prenotazione telefonica 800-34-54-77.
A parte l'attesa di 2 anni per ottenere la prima visita nell'anno in cui ho cominciato a prenotare, negli anni a seguire sono riuscito sempre a prenotare per l'anno successivo e, in questo modo, mia moglie è riuscita sempre a fare annualmente lo screening.
Le cose sono andate a questa maniera fino all'anno scorso. Perciò anche quest'anno, come ogni anno, ho cominciato dagli inizi di gennaio a telefonare giornalmente al CUP e, il giorno 19 gennaio, l'operatore mi comunica che sono state finalmente aperte le agende di prenotazione relative all'anno 2017.
Con mia enorme sorpresa però, a differenza degli altri anni, mentre mi accingevo a prenotare lo screening, l'operatore del CUP telefonico mi comunicava allo stesso tempo che quest'anno l'Ospedale di Molfetta aveva disposto che
le prenotazioni telefoniche potevano essere accettate solo da parte di pazienti che non avessero compiuto 50 anni e, nel caso di ultracinquantenni, la prenotazione poteva essere effettuata esclusivamente di persona presso gli sportelli dell'ufficio Ticket/CUP dell'Ospedale di Molfetta.
Ero esterrefatto!!!Speravo in cuor mio che l'operatore con cui avevo parlato non fosse bene informato e così ho pensato bene di richiamare il CUP ma, nuovamente, un nuovo operatore mi confermava questa
bizzarra iniziativa
dell'Ospedale di Molfetta.
In pratica qualcuno
(e mi piacerebbe conoscere le motivazioni)
aveva deciso che il diritto assoluto, primario e inviolabile di prevenzione e tutela della salute sancito dall'Articolo 32 della Costituzione Italiana, aveva il limite di età di 50 anni.
Eh si! Perché se si tiene conto che queste agende di prenotazione vengono completate nel giro di qualche giorno (cosa che si è puntualmente verificata quando mia moglie si è presentata allo sportello del CUP dell'Ospedale di Molfetta 2 giorni dopo la mia ultima telefonata, il 26 gennaio 2016, cioè nel primo giorno utile in cui lo sportello era aperto anche di pomeriggio in quanto mia moglie al mattino lavora), comunicando a mia moglie che le prenotazioni per l'anno 2017 erano tutte esaurite, le hanno dichiarato in maniera implicita il non-diritto alla prevenzione per le ultracinquantenni.
Presidente, non c'è bisogno che Le ricordi che il diritto alla salute è un diritto sociale del cittadino e che, perché questo possa usufruire di una serie di interventi a difesa del suo bene salute,
Vi è l'obbligo dello Stato (attraverso gli organi e gli uffici preposti) a predisporre un'organizzazione sanitaria idonea affinché i cittadini possano realizzarne il godimento effettivo.
Il diritto alla salute inoltre, sancito dal predetto Articolo 32 della Costituzione Italiana, richiama a se anche
l'Articolo 3 che
sottolinea la parità di dignità sociale di tutti i cittadini a prescindere dall'età.
Pertanto, per tutto ciò che le ho esposto, Illustrissimo Presidente, chiedo il Suo intervento, tramite gli uffici preposti, affinché non si verifichino più, negli anni a seguire, simili discriminazioni
». © Riproduzione riservata
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Giuseppe Lusito
09 Febbraio 2016 alle ore 06:18:00
A nessuno e` venuto in mente di chiamare i carabinieri e denunciare il rifiuto dell`esame? Questo e` quello che bisogna fare.
Rispondi
Cosa dicono i dirigenti della Asl?
08 Febbraio 2016 alle ore 15:08:00
Ci piacerebbe sapere cosa hanno da dire le autorità sanitarie della Asl, come giustificano queste disfunzioni. Ma forse preferiscono tacere, perchè riconoscono le loro colpe. Chi tace, acconsente?
Rispondi
T.D.M.-Molfetta
08 Febbraio 2016 alle ore 13:49:00
Il T.D.M. da tempo è a conoscenza della situazione in cui versa la senologia ed ha avviato tutte le procedure per ovviare alla situazione descritta nella lettera. Così come ha sollecitato gli organi competenti a far sì che le persone che non hanno potuto usufruire del servizio quando l'apparecchio eta guasto, possano essere prontamente richiamate.
Rispondi
molfettese rassegnato
08 Febbraio 2016 alle ore 06:06:00
Il fatto risiede nelle liste di attesa. Si è appurato che la prevenzione salva vite umane, quindi si intensifica la possibilità di accesso a tutti, anche con la introduzione e/o il pagamento del ticket. A nessuna deve essere limitata la possibilità di accesso a questi mezzi di indagine. Se poi sommiamo ai numeri delle donne che accedono per motivi di prevenzione, quello delle donne che necessitano della mammografia per la loro storia di alto rischio tumorale, il numero si accresce sempre di più e la possibilità che qualcuna arrivi allo screening quando il tumore si trova in stadi più avanzati anche. Il Tribunale per i diritti dell'ammalato si attivi con una ferma protesta e una vibrante denuncia di questa situazione, perchè nessuna debba sentirsi dire...peccato se il tumore fosse stato preso prima...
Rispondi
Vitangelo Solimini
07 Febbraio 2016 alle ore 21:08:00
Il problema non riguarda solo un limite di età, ma il fatto ancora più importante che l'agenda delle prenotazioni si chiuda in pochissimo tempo. Cercheremo di capirne di più. Vitangelo Solimini
Rispondi
Un cittadino riflessivo
07 Febbraio 2016 alle ore 13:08:00
A questo punto allora facevo una riflessione chiedendomi, se questa esigenza fosse richiesta da qualche familiare, parente o conoscenza di questi signori addetti all'organizazzione e alle prenotazioni, come andrebbe ?
Rispondi
giovanni petruzzella
07 Febbraio 2016 alle ore 10:23:00
La mammografia per prevenzione deve essere eseguita ogni 2 anni per le donne tra i 45 e i 69 anni.
Rispondi
Dino Sauro
07 Febbraio 2016 alle ore 06:18:00
Tutto questo guazzabuglio cosa sta a significare, a 50 anni finisce, scade o termina il diritto alla salute? Avendo superato la soglia dei 70, cosa mi spetta fare, autoseppellirmi?
Rispondi
Il sonnambulo
07 Febbraio 2016 alle ore 06:11:00
Se tutto questo "capriccio" venisse confermato, sarebbe da restare esterrefatti.
Rispondi
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