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Ma la notte no … L'estate a Molfetta non esiste D'estate la città si svuota, penalizzati i gestori dei locali. L'amministrazione sta a guardare o è andata in vacanza?
15 settembre 2006

Sono diffuse le lamentele e i malumori dei ragazzi (e non solo) riguardo l'estate molfettese appena trascorsa. Anche se si è rimasti poco in città ci si è potuti accorgere di una certa situazione “soporifera”del paese. Mentre Bisceglie o Trani “esplodevano” letteralmente con un carnet di appuntamenti musicali e culturali da far invidia alle grandi metropoli, qui si è assistito a una triste migrazione. Molfetta si è svuotata e continuerà a farlo ance in futuro in mancanza di attrattive che possano rivalutarla. Unici avvenimenti degni di nota il festival “Ti fiabo e Ti racconto”, rivolto a un pubblico di piccini, il concerto di Renzo Arbore, per gli adulti (anche il costo del biglietto), e la chiusura della Villa Comunale (un'idea non troppo felice) che poteva fare da palcoscenico a qualche iniziativa, spostata per questo in periferia (come Aritmia Mediterranea). Ma i ragazzi come hanno dovuto arrangiarsi questa estate, dove si sono ritrovati? Noi di Quindici siamo andati a chiederlo ai gestori dei principali locali notturni, luoghi di affollamento nella bella stagione: Swing, Beatles, Betty Page, Calì, Blues Cafè, Place, La Darsena. Quella di Molfetta - è vero - è una clientela variegata e difficile da soddisfare, ma non è questo solo il problema. Pino Lasorsa, proprietario dello Swing spiega: “Come presidente della Night and Day, l'associazione che riunisce i gestori dei locali, posso dire che il quadro delle attività produttive rimane ancora molto grigio, da quasi vent'anni la situazione è statica, la città si svuota d'estate, io vado in ferie ad agosto perché mi sembra il periodo più opportuno per andarci”. Stessa scelta per Pino Campanale, che ha chiuso a ferragosto il Beatles pub sul lungomare: “L'anno scorso siamo rimasti aperti, ma non ci è convenuto – ha affermato - affluenza zero. Qui manca totalmente la cultura dell'intrattenimento, soprattutto in questi tre mesi dell'anno, l'Amministrazione non investe in questo settore, né tanto meno ci dà minimamente una mano. Troppa burocrazia ci impedisce di mettere su qualsiasi tipo di iniziativa che coinvolga i ragazzi. Molte sono le band che chiedono di esibirsi con la musica dal vivo, ma dico di no, perché sono sicuro che dopo neanche un'ora arriva la pattuglia dei carabinieri chiamata dai vicini. Si dà ancora troppa importanza alle esigenze del singolo cittadino che va a dormire alle nove, piuttosto che interessarsi a far rimanere la gente nella propria città. Tempo fa, con la vecchia amministrazione abbiamo organizzato una riunione per parlare di questo, ma si presentò solo l'assessore alla Pesca, questo per sottolineare quanta importanza ci viene attribuita in merito a una questione comunque sociale”. I carabinieri sono speso costretti ad intervenire, soprattutto per questioni legate all'orario di chiusura e per le lamentele dei vicini. Francesco De Nigris, gestore insieme a Laura Piergiovanni del Betty Page a Piazza Municipio, propone “una legge che metta in chiaro una volta per tutte il controllo fonometrico, cioè quale è il livello massimo dei decibel che si può raggiungere con l'emissione dei suoni, che viene regolata arbitrariamente dai carabinieri quando procedono con le multe per disturbo alla quiete pubblica. Se poi aggiungiamo che la chiusura dei locali rimane anticipata anche d'estate, in merito a una vecchia ordinanza, si spiega perché Molfetta non è una città che possa invogliare il forestiero a spostarsi”. Maria Inglese, proprietaria del locale La Darsena, ci dice che la gente ha preferito al locale di gran lunga le feste organizzate in giro, gli eventi musicali nelle città vicine e, quando c'era il mondiale, le partite dell'Italia. “Gli abitanti dei palazzi vicini – ci ha dichiarato - continuano a creare ostruzionismo, si ribellano per la musica dal vivo con cui tentiamo di accompagnare le cene dei nostri clienti”. Le abitudini dei ragazzi sono cambiate, si tende ad uscire sempre più tardi e i locali dove ci si intrattiene devono adeguarsi con proposte che possono rivelarsi allettanti. Mauro Degaetano, che gestisce il Calì, ha voluto attirare i più giovani con la musica hip-hop, “cercando di trattenerli il più a lungo possibile nel locale, la musica come sottofondo alle serate anche organizzate a tema è una a attrattiva essenziale per la clientela”. In merito a questo Minervini del Blues Cafè vorrebbe che il Comune desse l'autorizzazione, almeno in alcuni giorni della settimana, per allestire delle serate a tema, che non si possono interrompere bruscamente. “Questa estate - afferma - ho puntato sul blues e sul jazz ed è venuta fuori una buona risposta da parte dei giovani che hanno creato un bel ritrovo, ma qualcuno ci dovrebbe dare una mano anche magari pensando a una chiusura al traffico di alcune strade”. Barbara Panunzio, proprietaria del locale Place Blank Cafè a Piazza Cappuccini insieme a Marianna Minutillo, ci dice che questa estate ha puntato sulla caffetteria, giacchè “le idee preferiamo riservarle per l'inverno, anche noi abbiamo chiuso ad agosto; l'idea di mettere la pedana fuori è stata ottima, ma abbiamo comunque il problema del parcheggio”. Barbara sottolinea anche come manchi tra i locali una vera coesione, giacché collocati in diverse zone della città, quindi magari non costituiscono una vera forza per costruire qualcosa di fruttuoso per i giovani molfettesi, che hanno continua sete di novità, seguono il locale che va di moda, ma rimangono comunque ghettizzati per una mancanza di vera scelta. Molfetta, dunque, non appare come una città turistica, con le piazze, strade e locali affollati. L'amministrazione ha voluto puntare sull'industria, sulla zona commerciale, sull'Outlet e sull'edilizia, “speriamo- dice Pino Lasorsa - che l'espansione urbanistica della città sia finalmente anche la premessa per una nuova era che agevoli anche noi”. Di diverso parere è Pino Campanale, per il quale “l'Amministrazione dovrebbe investire nel campo del turismo, non continuare a creare vincoli burocratici, deve impegnarsi a pensare a delle normative che garantiscano un equilibrio tra commercianti e cittadini infastiditi dai locali notturni”. Il quadro che emerge dalle conversazioni con i gestori è sconsolante. Quasi nessuno reinvestirebbe su Molfetta, una città che non cresce. Il turismo inteso come risorsa non esiste, i molfettesi sono sempre meno campanilisti, preferiscono spostarsi consumando nei locali di altre città magari gustandosi un bell'evento musicale. Intanto i locali vi danno appuntamento per la stagione autunno-inverno. Il Place con il venerdì musicale, il Betty Page con il venerdì di degustazione di due tipi di pasta accompagnati da vini, il sabato dedicato alla musica anni 50 e 60 e la domenica ai dolci; lo Swing con l'October Crest, il mese della birra a metà prezzo, il venerdì musicale a lume di candela e il caffé della domenica pomeriggio accompagnato dalla musica.
Autore: Laura Amoruso
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