Libertas Molfetta: la spensieratezza del calcio, la difficoltà del primato
Molfetta - Eravamo ad un passo, ad un minuto dal vedere la discesa di questo Torneo, condotto sempre al comando, quando di colpo la strada si è rifatta dura. Certo non per colpe nostre. Quello che dovevamo fare l'abbiamo ampiamente fatto. Ma il sospetto, il fatto di rimanere incredulo dinanzi ad un risultato cambiato nel giro di tre minuti resta forte. Parlare di "combine" mi sembra un gioco semplice anche perché parlare senza alcuna prova è palesemente scorretto. Purtroppo l'odore di fumo acre non si vede ma si… sente nell'aria! Se così fosse siamo ridotti nel calcio come nella vita comune di tutti i giorni: ci si vende per "un tozzo di pane". E soprattutto se "Noi" con la nostra compiacenza, il silenzio, l’omertà, la nostra scarsa autostima come "Garanti" nutriamo questo sistema ,siamo colpevoli esattamente come loro. Ma IO voglio crederci. Voglio credere che chi segue la retta via trovi il "Paradiso". (Sono sempre irriguardoso,quando faccio queste iperboli). Perchè è positivo, bello, gioioso credere in qualcosa anche in un sistema perché, se così fosse, il tagliare il traguardo è più dolce, più ubriacante. La PASSIONE determina queste parole, questi pensieri. Ma c'è qualcuno che mi legge che, povero Lui o Lei, non ha avuto in dono questo sentimento. Peccato, senza accorgersene è nato menomato, di una menomazione irreversibile che nessuna terapia potrà mai colmare nessun affetto potrà mai compensare. E' nato arido, avviluppato nei meandri del suo supplizio in una vita che lo costringe al giogo: una vita da pecora! Chiudo il tutto dicendo che con il Guru dei Grillini certo Casaleggio non ho nulla in comune: io nono auspico un bagno purificatore con lo spargimento di sangue coast to coast ma sono pragmatico sposo la legge del fare, del costruire non del distruggere. Ah, la legge del fare per la comunità e non per se stessi! A proposito di "Grilli Parlanti", io ne ho conosciuto uno, uno che si dice Bianco-Rosso, ma nero di invidia per gli altri suoi simili. Come le Api si avvicina là dove c'è il miele ed elogia il monarca di turno fino a quando gli getta l'osso, ma poi lo distrugge appena non ha più cibo dallo stesso. E quindi con questo torno al Via del mio gioco dell'oca : tanti saliranno sul carro del vincitore per "succhiargli il miele" ma in fondo non lo fanno per Passione ma per approfittare del momento a proprio vantaggio. E' vero che nulla si è ancora raggiunto ma vedo che siamo vicini alla meta a dispetto di tutto e di tutti. Pertanto l'appello accorato è ancora per coloro che sentono vicine le sorti della propria squadra di calcio che potrebbe significare il riscatto di una intera collettività. Però non dobbiamo scadere in quel tifo esacerbato, delinquenziale che ci porterebbe indietro all'età della pietra. E' necessario un movimento di crescita e questo passa anche per l'educazione del "Tifoso". E' inutile oltre che dannoso per se stessi giungere al campo per tifare la propria squadra ed ubriacarsi. Che vantaggio ne trae la squadra da un tifoso ubriaco? Nessuno . Il mio ultimo pensiero in questo articolo è per l'affetto che a distanza di vent'anni mi dimostrano i miei "vecchi" calciatori. Proviamo a costruire una formazione tipo degli anni Novanta che all'epoca, ha determinato anche dei poli di aggregazione in città (vedi il ritrovarsi alla fine del Viale vicino al Seminario per stare insieme ai calciatori del momento). Dunque in porta ci metterei ANTONIO BRUNO, come difesa chiamerei a farne parte Antonio DI Giovanni, Tito CHIONNA, Giancarlo GIANCAMILLI e ZACCARIA, a centrocampo certamente della partita DE BELLIS e TUTTISANTI con Vito GRIECO, in attacco mi porterei senza ombra di dubbio i tre piccoli DEL Zotti, MIcciola e DE Napoli . Sono tutti pugliesi? Beh,direi proprio di si, tranne Micciola . Questo è il mio amarcord! Vi saluto e Vi aspetto al campo. Alè MOLFETTA!