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Lembos, Compagnia Tessuto Corporeo con Amalia Franco oggi al Teatro del Carro di Molfetta
12 marzo 2016

MOLFETTA – Questa sera, alle 21, al Teatro del Carro di Molfetta (Via Giovene 23, infotel biglietti 349.23.80.823) prosegue la rassegna di prosa «Il fuoco centrale», con lo spettacolo intitolato Lembos, un progetto della compagnia Tessuto Corporeo, con la regia di Alberto Cacopardi. In scena l'attrice Amalia Franco, in uno spettacolo che fonde tre diversi linguaggi: quello corporeo del teatro danza, le maschere espressive e le marionette. Il testo è caratterizzato da tre figure femminili, che rappresentano la vecchiaia, l’infanzia e l’età matura. Il sottobosco umano di Lembos si stacca dal bianco e su quello si staglia. Lo spettacolo è adatto ad ogni fascia di pubblico, di cui viene stimolata l’immaginazione attraverso momenti di condivisione e coinvolgimento emozionale.

«Lembos, ovvero barca – spiegano Alberto Cacopardi e Amalia Franco -, Lembos, che evoca i lembi, di un vestito, del mare, il limite, lì dove qualcosa finisce. Attorno la fragilità delle barchette di carta ruotano le sue diverse anime, un’umanità surreale e deformata, eppure familiare, intima, che riconosciamo. A ridosso di un tempo frammentato, senza storia, nascono e muoiono la vecchiaia, l'infanzia e la giovinezza. Il centro è nella metamorfosi dei corpi. Si viaggia sulle increspature lievi dell’acqua, senza storia, intrecciando memorie antiche».

Poetica Tessuto Corporeo (note di Alberto Cacopardi e Amalia Franco)

Il teatro e la danza sono linguaggi che parlano dell'uomo e del mondo, sono una grande opportunità per scoprire e indagare le sfere di cui è composta la persona e la società.
Avvicinarsi il più possibile a ciò che muove l'animo umano ascoltando e comunicando le intime fragilità delle persone e della società. Ci sembra questa una buona strada per sentire l'infinita forza creativa insita nel corpo e nel mondo del quale facciamo parte.
Ora la ricerca del piccolo fragile può aprire le porte del suo grande che lo contiene, ora il grande universo può svelare una singola anima delicata che vuole parlare; la danza di questi fili anima.

Il Corpo

Il corpo in ogni suo minuscolo lembo è frutto di tutte le notti e giornate incontrate, cavalcate, dimenticate, ricordate, respirate. Mille e mille luoghi ho penetrato e mi hanno impregnato. Ogni mio pelo è nato su quel lembo di pelle sul braccio che apre le dita.
Dita deboli come un ramo sottile, forti che indicano la via. I giorni e le notti vissute possono essere toccate in quei tessuti. La connessione fra tutti gli organi, cuore e labbra, seno e occhi, del petto con l'orizzonte, la connessione misteriosa, come la natura che si manifesta perfetta davanti agli occhi dentro le orecchie, inaspettatamente.
Il pulsare delle cellule come il pulsare del cuore nel petto.
Quando muovo un braccio muovo anche quello che ho vissuto 276 giorni fa.
Con i capelli rimasti, andare verso il domani.
Aprire le dita come ieri come ora come domani, dita che sono sempre diverse.
Quelle dita le posso aprire anche con l'enorme mia immaginazione. Però ho qualche problema nel dirigere quel pelo verso est, contro la brezza del vento d'inverno.

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