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Le indagini della magistratura le intercettazioni telefoniche
15 ottobre 2013

L’operazione D’Artagnan, dal nome della draga della Cmc, rivela aspetti e particolare inquietanti. L’atto di accusa è un corposo volume di oltre 700 pagine e contiene interrogatori, intercettazioni, dichiarazioni sullo scandalo del porto che, dopo l’operazione “Mani sulla città” con l’arresto dell’ing. Rocco Altomare e di altri per presunti illeciti edilizi, rappresenta, se le accuse verranno confermate, un’altra vergognosa pagina della vita amministrativa della nostra città negli ultimi 12 anni. Come sempre “Quindici” non si presta al gioco dei colpevolisti ed innocentisti. A noi interessano i fatti e quello che è emerso dalle indagini. Ci auguriamo che tutti gli indagati possano dimostrare la loro estraneità ai fatti loro imputati, ma intanto vediamo da vicino alcuni stralci delle indagini che hanno costituito l’impianto accusatorio della Procura di Trani. La pubblicazione non rappresenta un modo per fare pettegolezzo, che lasciamo volentieri ad altro tipo di informazione spazzatura abituata da sempre a questi metodi, ma un modo di garantire il controllo sociale sull’operato della pubblica amministrazione e dei nostri politici, controllo doveroso in ogni democrazia che si rispetti. Un doveroso ringraziamento da parte dell’opinione pubblica va agli uomini delle forze dell’ordine, alla Guardia di Finanza, al Corpo Forestale dello Stato coordinati dal commissario dr. Giuliano Palomba (già autore delle indagini sull’ing. Rocco Altomare), ai magistrati Savasta, Maralfa e Giannella. Ecco alcuni stralci dell’impianto accusatorio: INGIUSTO VANTAGGIO PATRIMONIALE ALLA DITTA APPALTATRICE (…) La conversazione n. 400 del R.I.T. 272/10 intercettata dalla G.d.F. di Bari alle ore 11:53:44 del 04.05.2010 (giorno che precede l’incontro con Massimo SESSA, presidente di sezione del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, finalizzato alla valutazione della redigenda perizia di variante n. 2) al Sindaco AZZOLLINI e il r.u.p. Vincenzo BALDUCCI. Se ne desume che il Sindaco di Molfetta è perfettamente consapevole che la transazione ha procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale alla appaltatrice, e che questa pertanto deve ora “ammorbidirsi” nei confronti della Stazione appaltante, giacchè –obietta l’AZZOLLINI al r.u.p. BALDUCCI- “dopo le transazioni ognuno deve avere il suo ... il suo, diciamo, beneficio” 1; (Endnotes) 1 … omissis … Balducci: Tu il messaggio l’hai letto quello che ti ho mandato il nome? (n.d.r. SMS con cui gli comunica il nominativo della dottoressa Daniela SANDRONI). Azzollini: Enzo siamo assoggettati ai voleri del mondo intero. Va bene! Balducci: Che dobbiamo fare eee ... tu mi mi fai sapere se riesci a prendere appuntamento e a che ora, così io mi mi regolo per ... a che ora partire. Azzollini: Entro oggi cerco di farti sapere a che ora prendo appuntamento con quelli, va bene? Balducci: Va bene, va bene. Azzollini: Prima delle qua ... io comunque a Calderoni, nonostante quello che dicevano quelli, gliel’ho detto che alle quattro viene Sessa così stiamo tutti, se no ... Balducci: Sì ma ... (si accavallano le voci) ... sì ma è opportuno che Calderoni con lo ... con lui, con Sessa non ... cioè dopo ne parliamo noi, con lui ... ma diciamo ... sarebbe opportuno ... Azzollini: Enzo ... Balducci: Vabbè, decidi tu come vuoi fare! Azzollini: (incomprensibile) ... nu cazz Enzo ... perdiamo il triplo del tempo si si come si inalberano tutti, noi dobbiamo cercar di ottenere, domani, se non ho capito male, anche l’autorizzazione ad avere il bacino dove dici tu, diciamo. Dove dici tu e Gianluca ... Balducci: Questo è quello che dobbiamo sistemare con Calderoni, questo è importante perché Calderoni si deve porre poi ... (incomprensibile, conversazione disturbata) ... verso questo problema. Azzollini: Dopo le transazioni ognuno deve avere il suo ... il suo, diciamo, beneficio, quindi non ... allora vabbè questo non è un problema. Invece ti dico, se riusciamo ad averla anche prima o subito dopo la la riunione con i beni culturali, cosicché domani si fa un pacchetto completo. Balducci: Eh sì, sì sì sì sì, questo è importante ... Azzollini: Enzo ... così li vedi. Balducci: ... perché io poi, alla settimana prossima vado a Ta ... una volta che sistemo Roma e Roma mi mi apre la strada a Taranto, io, poi, vado a Taranto e e risolvo il discorso, definitivamente, a Taranto anche (n.d.r. presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia). Azzollini: Vabbè, vabbè. Ma noi vediamo di farlo già da da domani, poi ti dirò tutto . Balducci: Certo! Azzollini: Chi incontriamo e che riusciamo a fare. Balducci: Vabbè io mo’ sto andando in Regione ... Azzollini: Vedi di andare a prendere l’autorizzazione da questi della Regione se no ... (incomprensibile) ... Balducci: Io adesso sto andando, Antonio, ti faccio sapere dopo quando finisco ... Azzollini: Mi fai sapere dopo, ok. Balducci: Ok. INGIUSTO PROFITTO DEL COMUNE (…) AZZOLLINI Antonio, BALDUCCI Vincenzo, DE BARI Giuseppe Domenico: B-3) – proc. pen. n. 1592-2009 e n. 2629- 2011 – in relazione al reato di cui agli artt. 110 e 81 cpv., 61 n. 7) e n. 9), 640-bis c.p., perché - il primo quale Sindaco della Città di Molfetta, il secondo quale dirigente del settore Lavori Pubblici del medesimo Comune e responsabile unico del procedimento relativo all’appalto per la realizzazione del nuovo porto commerciale di Molfetta, il terzo quale responsabile del settore economico-finanziario dello stesso Comune- in concorso tra loro, in esecuzione del medesimo disegno criminoso e con abuso dei poteri e violazione dei doveri su ciscuno incombenti in virtù della pubblica funzione rivestita, non notiziando gli enti erogatori della pratica impossibilità di procedere nei lavori di costruzione del nuovo porto commerciale di Molfetta per la presenza di uno straordinario quantitativo di ordigni bellici sui fondali ed omettendo a tal fine la rendicontazione prescritta dall’art. 158 del T.U.L.E.L. (D. Lvo 18.8.2000, n. 267) e comunque quella richiesta dal Ministero dell’Interno in persona del dott. Marco Serra (dirigente dell’area III “trasferimenti speciali agli enti locali” del Ministero dell’Interno) sin dal 4.8.2009 (con nota prot. n. 5676) in relazione al contributo “una tantum” di euro 12.000.000 ex L. 22.12.2008 n. 203 e nel maggio del 2010 in relazione al contributo “una tantum” di euro 12.000.000 ex L. 23.12.2009 n. 191 e in relazione allo stato di avanzamento dei relativi lavori, così inducendo in errore gli enti eroganti e quelli deputati al controllo, consentivano che il Comune di Molfetta conseguisse indebitamente, e comunque continuasse a percepire indebitamente e/o a trattenere pur dovendoli restituire, pubblici finanziamenti pluriennali ed erogazioni “una tantum” concessi a partire dall’anno 2009 con la citata L. n. 203 del 2008 (tutti concessi, peraltro, per il mero completamento della “diga foranea”, per il “dragaggio” e per il “raccordo stradale alla strada statale n. 16-bis” e non per la realizzazione di un “nuovo porto commerciale”) “accertati” (art. 179 T.U.L.E.L.) -alla data del 3.8.2012 di conclusione dell’accertamento ispettivo del dirigente dei S.I.Fi.P. della Ragioneria Generale dello Stato- in misura pari a 109.003.023.84 (ancorchè effettivamente “riscossi” ex art. 180 T.U.L.E.L. nella minore misura di euro 65.378.819.77) a fronte di un’opera dell’importo di euro 70.000.000; così procurando all’ente territoriale un ingiusto profitto (i finanziamenti, peraltro, venivano utilizzati anche per la artificiosa presentazione e conseguente approvazione di bilanci di previsione comunali virtuosi e spesso essi venivano anche distratti dalle finalità della loro concessione) con grave danno patrimoniale dello Stato (Ministero del Tesoro e della Programmazione Economica; Cassa Depositi e Prestiti; Ministero dell’Interno). In Molfetta dal 2009 all’attualità. AZZOLLINI: A QUELLO (ANTONICELLI DIRIGENTE DELLA REGIONE) GLI DEVO DARE DUE CAZZOTTI Le conversazioni telefoniche intercettate hanno evidenziato un inatteso contrattempo nel rilascio dell’autorizzazione ai lavori di dragaggio di prima fase: nonostante tutti gli sforzi profusi da Balducci nel recuperare il parere dei diversi settori regionali cui era demandata la verifica di ottemperanza sottoposta alla Regione Puglia, l’ingegner Antonello Antonicelli si rifiuta di firmare l’atto autorizzatorio. Nel corso della conversazione telefonica n. 416 intercettata con R.I.T. 272/10 alle ore 13:53:03 del 04.05.2010, l’ingegnere BALDUCCI informa il Sindaco AZZOLLINI circa l’insorgenza del predetto impedimento. Azzollini: Pronto. Balducci: Antonio vedi che Antonicelli non vuole ... dice che se ne deve andare e non vuol firmare. Azzollini: Chi è? Balducci: Antonicelli. Azzollini: Cose da pazzi ... Balducci: Ho fatto il macello per ... ho fatto il macello per recuperare il parere dei Lavori Pubblici, sai quella cosa che avevano detto ieri, quando ho raccolto tutto ... mo’ stava nel corridoio l’ho beccato ad Antonicelli, gli ho detto: un attimo quando mi mette una firma; ha detto [Antonicelli]: no me ne devo andare mo’...; poi, ho insistito, ha detto [Antonicelli]: mo’ mi metto a gridare. Azzollini: Ahhhhh! Porca troia, quello qualche volta gli devo dare due cazzotti ... dammi il numero, scusa va ... Balducci: Sì...(n.d.r. cerca sulla rubrica il numero di telefono di Antonicelli). Azzollini: E perchè s’è messo a gridare?...(voci in sottofondo). Balducci: (n.d.r. gli detta il numero di telefono di Antonicelli)...tre tre otto. Azzollini: Tre tre... Balducci: Otto uno nove. Azzollini: Com’è? Otto uno nove?...Pronto. Balducci: Cinque uno quattro quattro. Azzollini: Tre tre otto...Enzo? Balducci: Otto uno nove. Azzollini: Otto uno nove. Balducci: Cinque uno quattro quattro. Azzollini: Cinque uno quattro quattro. Balducci: Vabbè. Azzollini: E mo’ che ha fatto, se n’è andato o sta là? Balducci: Senti, dovrebbe stare mo’ mo’ per uscire perché qui la cosa...deve stare ancora fuori, prima...comunque, diciamo, volendo può tornare indietro, se vuole! Azzollini: Vabbè, vabbè mo’ provo a telefonare, vabbò. Balducci: Ok, vabbè, ciao. Il Sindaco appare fortemente contrariato alla notizia della mancata firma dell’autorizzazione da parte dell’ingegner Antonicelli: “(…) Ahhhhh! Porca troia, quello qualche volta gli devo dare due cazzotti...dammi il numero, scusa va...(…) Vabbè, vabbè mo’ provo a telefonare, vabbò (…)”. I FONDI DEL PORTO DIROTTATI PER “SPESE EXTRAPORTUALI”: DAI CHIOSCHI PER I VENDITORI DI FRUTTA E VERDURA ALLE CENE E AI PRANZI (…) Euro 917.930.00 per spese “extraportuali”; infatti, allocando fittiziamente le stesse nei codici apparentemente riferibili al completamento della diga foranea, si utilizzavano i codici di spesa n. 50380 (prosecuzione interventi L. 174/2002), n. 54301 (mutuo del completamento diga foranea), n. 54303 (reinvestimento in conto capitale degli interessi attivi del porto) e n. 54956 (prosecuzione diga foranea L. 224/01), e, in tal modo, veniva occultata la diversa inconferente destinazione. Tra queste spese, vengono elencate tra le altre, quelle della realizzazione della rampa al mercato ortofrutticolo (88.330 euro), lavori allo stesso mercato (31.158), liquidazione quote associative Asi (117.547), progettazione pista di atletica leggera e completamento blocco servizi Peep Mezzogiorno, competenze professionali (74.880), lavori piazza Gramsci (177.029), Onorario realizzazione box piazza Gramsci (4.080), fornitura chioschi per la vendita prodotti ortofrutticoli (50.592 e 11.880), tende da sole per gli stessi chioschi (4.200), ecc. (…) euro 624.926.22, a titolo di incentivi al personale dipendente comunale (somma effettivamente pagata, nel complesso, a fronte della maggior somma impegnata pari a euro 888.881.86), non imputabili al capitolo relativo ai lavori di completamento della diga foranea; euro 30.105.00, a titolo di spese economali prive di giustificazione e titolo; euro 111.526,53, a titolo di spese di cancelleria e di stampa; euro 34.378.00, a titolo di spese per pagamento di conti di ristoranti. f) dolosamente omettevano (e comunque non impedivano, pur avendone l’obbligo giuridico, che fosse omesso) di inviare al Ministero degli Interni le note di aggiornamento annuali contenenti la relazione programmatica sulle spese di investimento e sui contributi pluriennali iscritti nel bilancio dello Stato di cui all’art. 10 bis L. 31/12/2009 n. 196 (vedi capo B-3); g) solo successivamente, in data 21 e 22.11.2011, rendicontavano (e comunque non impedivano, pur avendone l’obbligo giuridico, che venisse rendicontato falsamente) al Ministero anzidetto, peraltro falsamente, così ottenendo l’ulteriore quota di finanziamento di euro 3.500.000.00 (vedi capo B-5) ); h) eseguivano (e comunque non impedivano, pur avendone l’obbligo giuridico, che fossero eseguite) operazioni di pagamento senza copertura finanziaria e in violazione del “patto di stabilità” (vedi capo B-8) ); i) creavano (e comunque non impedivano, pur avendone l’obbligo giuridico, che fosse creata) confusione dei dati dei bilanci di previsione con conseguente falsa rappresentazione della situazione economico-patrimoniale e finanziaria del Comune di Molfetta; l) attestavano e facevano attestare falsamente (e comunque non impedivano, pur avendone l’obbligo giuridico, che fosse attestato) ) il pareggio di bilancio; m) certificavano e rappresentavano falsamente (e comunque non impedivano, pur avendone l’obbligo giuridico, che fosse certificata) l’effettiva giacenza di cassa del Comune di Molfetta (vedi capo B-2) e capo B-8) ). Così procurando intenzionalmente al Comune di Molfetta, allo Stato (Ministero degli Interni) e alla Regione Puglia un danno di rilevante entità con correlativo altrui ingiusto profitto. IL “METODO AZZOLLINI”: ASSESSORI SENZA DELEGHE, NE’ POTERI (…) la gestione contabile dell’ente comunale e dei finanziamenti da destinarsi alla costruzione del nuovo porto commerciale, negli anni del sindacato del senatore Antonio AZZOLLINI, ha fatto capo, essenzialmente, al Sindaco medesimo, al direttore di ragioneria dott. Giuseppe Domenico DE BARI e al dirigente del settore Lavori Pubblici ing. Vincenzo BALDUCCI. La presenza degli assessori comunali alle riunioni di Giunta deputate alla approvazione degli schemi di bilancio previsionale e programmatico era un fatto meramente formale. Questo era il “metodo Azzollini” degli ultimi anni di sindacato. REALE CONSAPEVOLEZZA DELL’ELEVATA CONCENTRAZIONE DI BOMBE NEL PORTO Gravi indizi della fattispecie criminosa in ipotesi, che ben può essere definita come la madre di tutte le ipotesi criminose della presente indagine o, se si preferisce, come “il peccato originale” della vicenda Porto di Molfetta, si evincono, anzitutto, dalla relazione della consulenza tecnica dell’aprile 2011 resa dall’ing. Ruggero Carcano nel procedimento penale n. 1592-2009/21. Le valutazioni tecniche del predetto consulente, che saranno di seguito riportate testualmente, appaiono ancorate alla documentazione acquisita dal Comune di Molfetta e, quindi, sono da condividersi in pieno: da quella documentazione, infatti, si evince, in estrema sintesi, che da parte del r.u.p BALDUCCI e del suo collaboratore geom. DE PINTO si è dissimulato -attestando il contrario con perfetta coscienza e volontà attraverso la disposta “validazione”- che l’area subacquea interessata dalla costruzione del nuovo porto commerciale di Molfetta era invasa –come del resto notorio sin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale- da un numero di ordigni bellici assolutamente incompatibile non solo con l’inizio dei lavori di costruzione ma anche, ancor prima, con l’approvazione del bando della gara di appalto integrato; circostanza che, del resto, era alla base di quanto chiaramente disposto dall’art. 120 del Capitolato Speciale d’Appalto (approvato con determinazione dirigenziale n. 78 del 16.10.2006 a firma del compianto dirigente del settore appalti del Comune di Molfetta, dott. Enzo Roberto Tangari poi suicidatosi nelle acque portuali il 12.3.2013), più volte successivamente “calpestato” come ad esempio, in primis, con la plurimilionaria transazione dell’1.2.2010 (oggetto di specifico capo di imputazione): Documenti, quelli della Lucatelli s.r.l. sopra citati, che certamente non potevano essere vanificati, nelle loro preoccupanti emergenze, dalla dichiarazione di parziale bonifica del 3.1.2006 rilasciata dal dirigente tecnico B.C.M. comandante Piergiorgio ZANNINI e controfirmata da Giuseppe Lucatelli quale legale rappresentante della Lucatelli s.r.l.. Infatti quella dichiarazione, peraltro rilasciata con esclusione di 54 aree (di dimensioni 10 mt. x 10 mt.) e della cosiddetta “zona rossa”, andava letta ed interpretata in combinato disposto con i precedenti documenti (provenienti sempre dalla ditta Lucatelli) del 2.1.2006 (giorno prima!) e del 9.1.2006 e con la relazione tecnica esplicativa dell’ing. Federico de Minerbi, e certo non consentiva diinferirne la avvenuta bonifica dell’area che, successivamente, sarebbe stata, per così dire, “validata” dal BALDUCCI e dal DE PINTO sì da consentire l’attivazione di un procedimento che, invece, non avrebbe potuto e dovuto nascere prima della integrale bonifica. Si condivide, quindi, e lo si fa proprio, il giudizio espresso dal Corpo Forestale dello Stato nella sopra richiamata annotazione di indagine dell’11.4.2011 (pagg. 36 e 37): “ … riesce altrettanto difficoltoso pensare che il Comune, nelle varie figure del Sindaco, del R.U.P. e dei tecnici operativi in queste fasi, in quelle di progettazione preliminare ed in quelle successivi di progettazione definitiva non fossero esattamente consapevoli della situazione riferita all’enorme concentrazione di ordigni bellici presenti nelle acque del Porto di Molfetta e di quelle immediatamente all’esterno. (…) Tale situazione avrebbe dovuto suggerire di adoperarsi a favorire prioritariamente una puntuale e rapida bonifica del Porto di Molfetta e, solo ad avvenuta esecuzione della stessa, pensare alla realizzazione del nuovo Porto. (…) Infatti tale evenienza non costituisce oggettivamente una causa imprevedibile, in quanto è riferita ad aree che, alla luce dei dati storici, non sono risultate escluse da attività belliche o ad esse connesse e che quindi, di per sé, non potevano escludere la presenza di ordigni bellici inesplosi. Pertanto, in questa fattispecie, deve rilevarsi che le condizioni di impedimento alla regolare esecuzione dei lavori potevano e dovevano essere affrontate in via preventiva nell’ambito di una corretta e completa programmazione dell’intervento in fasi. Tale presenza è resa evidente nella sua totale misura dalle ordinanze della Capitaneria di Porto di Molfetta, la n. 03/2011 del 3.2.2011 e la n. 05/2011 dell’8.2.2011, (…), da dove si evince che le coordinate dei punti dove è stata rilevata la presenza di ordigni sono 833”. A pagina 36, poi, si parla della riduzione del volumi di dragaggio. Le dichiarazioni del PARMIGIANI confermano le valutazioni investigative in merito al fatto che alla riduzione dei volumdi dragaggio non conseguì la proporzionale riduzione del relativo costo.

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