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Le cartoline di Salvemini del 1913 e la caricatura di Giulio Cozzoli Ricordo dei due illustri molfettesi a 50 anni dalla morte
15 marzo 2007

Eletto dalle Leghe dei lavoratori, all'inizio del 1913, candidato alle elezioni politiche del 26 ottobre, Gaetano Salvemini il 30 marzo, ospite di Francesco Picca, tenne un comizio di propaganda a Molfetta in piazza Piscina comune, di fronte alla Lega dei contadini. Successivamente, lo stesso amico, che seguì con attenzione l'andamento della campagna elettorale, scrisse a Salvemini di venire di nuovo a Molfetta quando vide che la lotta elettorale contro il suo avversario politico Pietro Pansini andava delineandosi a suo favore “in modo inaspettato”, come dice in una lettera (inedita) del 7 giugno 1913, inviatagli a Firenze. Nella stessa lettera, scritta evidentemente dopo aver saputo della impossibilità di Salvemini di essere in quei giorni a Molfetta, il Picca dice anche: “Carissimo Gaetano, non potendo venire per ora di persona, vieni in effigie, mandandomi una tua fotografia, per cui non puoi vedere quale ressa di richieste mi vengono da Vitantonio Picca, da Spadavecchia ed altri, che vorrebbe ricavarne delle riproduzioni su cartoline da vendere. Per loro è una speculazione e per noi un mezzo di propaganda. Quella che ho a casa non mi azzardo a darla dopo l'anatema che mi lanciasti, quindi fattene una più presentabile e mandamela. Sarebbe bene che aggiungessi la nota delle opere da te pubblicate, dalle minori alle più importanti e di articoli notevoli su riviste e giornali con l'indicazione della data” (in Archivio Salvemini, Istituto storico della Resistenza in Toscana, Firenze). Vito Antonio Picca era il titolare della omonima tipograf ia, che serviva il Comitato elettorale Pro Salvemini, e Tommaso Spadavecchia, di fede salveminiana, gestiva, in piazza Sant'Angelo, una libreria editrice, che la mattina del 26 ottobre, prima che cominciassero le operazioni elettorali, gli fu imposto di chiudere dai “mazzieri” della parte avversa, mentre stracciavano le fotografie di Salvemini (v. La elezione di Molfetta alla Camera dei Deputati, Tip. Conte, Molfetta 1915, p.19). Una di queste fotografie, riprodotte su cartoline edite dalla stessa Libreria, corrisponde all'effigie di Salvemini stampata sulle schede delle votazioni, che fu autenticata da Salvemini il giorno 22 ottobre presso il Notaio Lorenzo Germano di Molfetta (v. “Studi Bitontini”, dicembre 1973, p.6). Una sua effigie era anche appesa, con quella di Gesù Cristo e di Carlo Marx, nella Lega dei contadini, le mogli dei quali portavano anch'esse l'immagine di Salvemini al petto assieme con l'immagine del Protettore della città San Corrado (v. Corrispondenze pugliesi di G. Salvemini, Molfetta 1989, p. 318). A n c o r a “uno sciame di donne”, dopo le votazioni, la mattina del 30 ottobre - scrive il Picca a Salvemini, ritiratosi per qualche giorno a Bari - è venuto a domandare notizie e ritratti: Quirina (la moglie di Picca) ne ha dati alcuni, cosa che ha richiamato un gran numero di altre donne, e che ha fatto sospettare una prossima tua venuta. Immantinente la casa (di Picca, all'inizio di via Piscina comune) è stata circondata da una decina di soliti picciotti, che si sono allontanati dopo le assicurazioni di quelle stesse donne che non c'eri”. (Lettera inedita in Archivio Salvemini cit.). Tornando alla cartolina di Salvemini, un esemplare di questa, in possesso del nostro amico Vittorio Valente, risulta spedita da Barletta, da certo Sancilio, all'avv. Giovanni Pansini, Pretore in Campi Salentino, il quale, nativo di Molfetta, era della cerchia degli amici di Salvemini come l'avv. Giacinto Panunzio e il sac. Corrado Salvemini, comune loro maestro di storia al liceo. La stessa Libreria riprodusse su cartolina una caricatura di Salvemini dello scultore Giulio Cozzoli, il quale, per la bontà del Vescovo mons. Pasquale Picone, ebbe in quegli anni ospitalità nel Seminario Vescovile per impiantare lo studio che, situato nell'atrio, fu visitato nell'aprile 1912 da Giacinto Panunzio assieme a Giuseppe Poli, corrispondente del “Corriere delle Puglie”, sul cui numero del giorno 21 fu pubblicata appunto la Visita allo studio di Giulio Cozzoli. L'artista nella sua caricatura esagera la caratteristica di Salvemini di scoprire, quando apriva la bocca, “una fila di denti grandi e grossi come fave novelle, che formavano - scrive Tommaso Fiore (in Salvemini, “La Gazzetta del Mezzogiorno” 19 febbraio 1944) - la delizia dei caricaturisti del tempo, uno dei quali fece una caricatura di Salvemini pubblicata su “L'Indomani” di Livorno del 25 novembre 1913 e riprodotta su cartoline, vendute dappertutto a 10 centesimi, il cui ricavato doveva servire - si dice - per mandare uomini a studiare e a educare il Mezzogiorno” (v. la ristampa in Corrispondenze pugliesi, p. 146). Posteriori al giorno delle votazioni sono anche due cartoline con la caricatura di Salvemini inviate dallo stesso Cozzoli a Michele Viterbo di Castellana, allora in corrispondenza con Salvemini (su cui v. Corrispondenze pugliesi cit.) e con un fratello, Angelo, menzionato in quegli anni tra i giovani artisti che si andavano affermando “nel bianco e nero e negli schizzi” (Saverio La Sorsa, La Puglia e la guerra mondiale, 1928, p.139). Scrive infatti l'Artista il 18 dicembre 1913 da Molfetta: “Caro Don Michele, per desiderio di vostro fratello spedisco la cartolina della caricatura di Salvemini e quindi anche un'altra per voi. Vi saluto affettuosamente e nella sicurezza che già vi sarete completamente ristabiliti (sic!). Aff. Giulio Cozzoli”. (Per gentile concessione del Dott. Nicola Viterbo, Roma). In quello stesso mese pure Salvemini spedì (il giorno 29 da Firenze) una cartolina con la sua caricatura (acquisita di recente dal nostro amico Francesco Bisceglie). Scritta per “ringraziamenti” e “auguri cordiali”, essa è indirizzata al già detto avv. Giovanni Pansini giudice in Campi Salentino (Lecce)”, al quale Salvemini scriverà il 27 gennaio 1921, due mesi dopo la morte di Don Corrado Salvemini, i suoi ricordi del maestro nel Seminario vescovile di Molfetta, con la lettera edita in Carteggio 1921-1926 (Laterza, Bari, 1985). Anni dopo, la caricatura del Cozzoli fu pubblicata sul numero de “La Voce di Molfetta” del 22 aprile 1951, uscito in occasione dell'arrivo di Salvemini in Puglia per una conferenza a Bari, e, successivamente alla morte di entrambi (avvenuta nel 1957: il 15 febbraio per il Cozzoli a 75 anni, e il 6 settembre per Salvemini a 84 anni) su “Italia domani” del 20 settembre 1959, a corredo di Salvemini inedito. Lettere di Giacinto Panunzio.
Autore: Pasquale Minervini
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