Laboratorio della pietra, i ragazzi e l'arte manuale
I giovani non si interessano più ai mestieri di una volta. I giovani di oggi sono tutti degli scansafatiche: non vogliono fare mestieri considerati vili, dove bisogna usare le mani. Quante volte abbiamo sentito queste frasi? Quante volte abbiamo sentito gli anziani lamentarsi del fatto che i giovani non vogliono fare lavori umili? Quante volte abbiamo sentito dire che i giovani non voglio fare lavori manuali? Lavorare la ceramica, il legno, la pietra. Troppe volte abbiamo sentito ripetere queste parole, tanto che ne emerge un quadro in cui i ragazzi di oggi sono solo quelli che passano le ore stravaccati al lungomare. Ma è davvero così? Ci sono giovani che passano le loro giornate a studiare per la scuola e l’università, così come ci sono giovani che riescono a concentrarsi su più attività: studiano e suonano, studiano e praticano sport, e c’è anche chi studia e poi va a divagarsi in un laboratorio dove si lavora la pietra. Il laboratorio in questione è nato 14 anni fa su iniziativa di Antonio de Cesare, scalpellino, che decise, dopo aver avuto i permessi dal Comune, di insegnare la lavorazione della pietra ai ragazzi. Nel corso di questi anni si sono succeduti nel laboratorio una vera e propria moltitudine di ragazzi, ansiosi di imparare a lavorare la pietra, a mettere le mani su un materiale e a trasformarlo a colpi di scalpello. Attualmente in questo laboratorio, situato in via Piazza nel centro antico di Molfetta sono attivi una trentina di ragazzi, di cui alcuni ci lavorano da ben 5 anni. I giovani sono tutti volontari. Il corso per imparare a lavorare la pietra è gratuito, ma anche loro prestano il loro tempo a questa attività gratuitamente. Antonio de Cesare inizia i ragazzi alla lavorazione della pietra facendo loro realizzare inizialmente dei mortai, dopo di che passa alle targhe per le strade di Molfetta, che il Comune ha loro commissionato e che loro eseguono. Quindici ha incontrato alcuni ragazzi che passano il lunedì e/o il martedì in questo laboratorio, compatibilmente con i loro impegni lavorativi e scolastici: Nicla Mongelli, 26 anni, studentessa di Beni Culturali, curriculum storico-artistico, Serena Spadavecchia, 15 anni, studentessa del Liceo Linguistico, Angela Samarelli, 27 anni, laureata in Scienze dei beni Culturali, Francesco Binetti, 23 anni, studente presso la Facoltà di Chimica, Erta Ramohito, 25 anni, studentessa di Beni Culturali e Francesco Adesso, 25 anni, operaio. Si tratta di un gruppo eterogeneo che comprende ragazzi e ragazze di età diversi, impegnati in ambiti scolastici, universitari e lavorativi differenti, ma che sono accumunati da una passione: il lavoro artigianale. Il clima che si respira tra questi ragazzi è un clima disteso, dove si lavora sodo, con qualche piccola pausa in cui si scherza e si ride. La maggior parte di loro ha saputo dell’esistenza di questo laboratorio grazie ai manifesti che ogni anno il Comune affigge per le strade di Molfetta, ma anche attraverso il passaparola di amici. C’è chi ha iniziato per curiosità, chi per trascorrere un pomeriggio diverso, chi perché già da tempo affascinato dal lavoro manuale, ma per tutti questi ragazzi questa esperienza, oltre a rivelarsi costruttiva e interessante, si è trasformata in una vera e propria passione, come loro stessi hanno dichiarato. Quindi, è errato pensare che i giovani non abbiano sogni, aspirazioni, desideri e passioni: questi ragazzi sono la prova che tutto ciò non è vero.
Autore: Olimpia Petruzzella