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La storia si ferma a Molfetta, inaugurato il Museo Archeologico del Pulo
15 dicembre 2012

Il 25 novembre 2012 è una data di fondamentale importanza per Molfetta e, in modo particolare, per la sua storia e la sua cultura. È stato, infatti, inaugurato il Museo Civico Archeologico del Pulo, allestito in uno degli edifici storici più noti di Molfetta, la Casina Cappelluti (ex Lazzaretto). Alla conferenza di inaugurazione, tenutasi al Museo Diocesano di Molfetta dopo la visita guidata con la stampa e tutte le autorità civili e militari, ha partecipato il ministro dei Beni Culturali, Lorenzo Ornaghi, che ha approfittato della sua visita a Molfetta per vedere, oltre al Museo appena inaugurato, anche il Pulo e lo stesso Museo Diocesano. Nelle sue visite è stato accompagnato dal vescovo di Molfetta, mons. Luigi Martella, e dal senatore Antonio Azzollini che, scorrettamente, ha messo in disparte il commissario prefettizio, dott. Biagio de Girolamo, arrivato al Comune di Molfetta dopo l’ufficialità delle dimissioni dalla carica di sindaco da parte di Azzollini, che non solo ha oscurato il commissario prefettizio, ma ha mostrato con imperioso orgoglio quelli che sono stati i frutti seminati dalla sua amministrazione. Durante la conferenza, l’esposizione è stata curata dal dott. Gregorio Angelini, direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, dal dott. Luigi La Rocca, soprintendente per i Beni Archeologici della Puglia, dalla dott.ssa Francesca Radina, curatrice del percorso museale, dall’ing. Antonio Conte, responsabile del progetto e dell’allestimento del Museo, dall’ing. Giuseppe Picca, responsabile dei lavori di recupero conservativo e funzionale dell’ex Casina Cappelluti, da Azzollini Azzollini e, per ultimo, dal ministro Ornaghi. Secondo il dott. La Rocca, la realizzazione del Museo Archeologico è stato un progetto di valorizzazione del territorio che la Soprintendenza ha fortemente voluto e portato avanti nel corso degli anni, grazie ai finanziamenti avuti dalla Regione Puglia. La creazione del Museo è certamente stata un punto di arrivo significativo, ma i lavori per creare un collegamento tra il Parco Archeologico della Dolina e il Pulo sono ancora in corso. Inoltre, ha auspicato che il Comune di Molfetta si applichi per garantire che molti giovani che si laureano in ambito umanistico e, più precisamente, nell’ambito dei Beni Culturali e Archeologici possano trovare qui un lavoro ben retribuito e meno precario, piuttosto che recarsi nel Nord Italia, oppure all’estero, dove ci sono più possibilità per chi desidera lavorare in questo settore, grazie a una valorizzazione più attenta del patrimonio culturale. Sull’importante ruolo svolto dai giovani archeologi e architetti che hanno collaborato al progetto si è profuso anche Azzollini. Sorge, però, a questo punto spontanea la domanda: se sono stati i giovani a occuparsi prevalentemente del progetto, come mai chi ne ha parlato durante la conferenza aveva tra i cinquanta e settant’anni? Che, se vogliamo essere pignoli, era anche l’età media del pubblico, salvo rare eccezioni. Gli altri attori del convegno si sono soffermati sulla storia del recupero della Casina Cappelluti, sugli scavi effettuati nel Pulo, su cosa sia un Museo, sull’integrazione tra gli archeologici e gli architetti che hanno lavorato a questo progetto. Il recupero è diventato parola chiave della serata, in modo particolare il recupero di una memoria che sembrava ormai scomparsa. Infatti, le ricerche sul Pulo erano diventate proprietà privata dei pochi addetti ai lavori, mentre con la creazione del Museo si è garantita la divulgazione dei dati. La divulgazione, come ci dicono anche i manuali di archeologia che si studiano nelle università, è una parte essenziale del lavoro archeologico in cui gli italiani sono carenti, sia a causa della gran quantità del nostro patrimonio, che permette sì di studiarlo, ma senza divulgarlo, sia a causa della poca importanza che lo Stato e le grandi case editrici danno ai risultati degli scavi, non consentendo di pubblicare libri sull’argomento. Per cui spesso i risultati dei lavori vedono la luce solo in pubblicazioni su riviste specializzate, che non sono messe a disposizione del grande pubblico. La dott.ssa Radina è intervenuta su quella che è l’attuale disposizione della mostra «Natura, archeologia e storia del Pulo di Molfetta». La sezione introduttiva è dedicata alle caratteristiche geologiche del Pulo. Sempre al pianterreno della Casina Cappelluti, una sala è dedicata alla fase cinquecentesca del Convento dei Cappuccini e un’altra alla Nitriera Borbonica e all’attività di estrazione del Salnitro. Il primo piano è dedicato alla Preistoria delle Murge, in modo particolare al Neolitico, di cui sono messi in evidenza gli aspetti degli impianti insediativi, dell’economia, della produzione e dell’ideologia. Sempre al primo piano l’ultima sala è dedicata, invece, all’Età del Bronzo. Il Ministro dei Beni Culturali è parso molto interessato prima alla visita guidata al Museo Diocesano e poi alla conferenza, ma il suo intervento poco ha aggiunto a quanto già detto dagli esperti che sono intervenuti. Ornaghi si è limitato a esprimere il suo concetto di bellezza, la cui ricerca è ciò che anima la civiltà. La sua presenza alla conferenza ha avuto un apporto rappresentativo. L’inaugurazione del Museo Civico Archeologico del Pulo è sicuramente motivo di orgoglio per il Comune di Molfetta. Si spera solo che la novità non cada presto nel dimenticatoio, appena esaurita la curiosità del pubblico molfettese.

Autore: Olimpia Petruzzella
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