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La Sinistra molfettese a confronto su "Terre libere"
23 marzo 2010
MOLFETTA - L' Ass. culturale Linea 5 organizza un confronto fra i candidati della sinistra sui temi del numero 0 di "Terre libere", per offrire degli elementi aggiunti al dibattito politico e alla valutazione dell'operato della sinistra in questi cinque anni di governo regionale. Il confronto avrà luogo domani, mercoledì 24 Marzo, alle 17.30 nella Sala Turtur di Molfetta.
La narrazione, che la rivista si propone di portare avanti, prova a dar voce alle condizioni critiche di quei "costruttori della storia" spesso costretti a vivere negli spiragli concessi dal sistema economico.
La rivista, così, offre delle categorie di analisi che pongono le basi di una nuova elaborazione politica che si faccia portatrice di queste istanze.
 I temi del confronto saranno:
-l'inquinamento bellico delle acque molfettesi;
-le politiche di integrazione razziale e le occupazioni del Ferrhotel e del Socrate a Bari;
-la pubblicizzazione dell'acqua;
-la sicurezza sul lavoro;
-istruzione e politiche culturali.
Introduce: Onofrio Pappagallo, Presidente Ass. Cul. Linea5;
Modera: Giacomo Pisani, Direttore "Terre libere".
Interverranno:
Domenico Cives (IdV)
Guglielmo Minervini (PD)
Tommaso Minervini (SEL)
Mauro Mongelli (Alternativa Comunista)
Michele Pascarella (Lista Bonino)
Gianni Porta (Federazione della Sinistra-Verdi)
 
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Solitary Man
25 Marzo 2010 alle ore 11:30:00
Che cosa votano davvero i cittadini chiamati a scegliere i propri rappresentanti? L'emergere di forme di antipolitica, di posizioni radicali e antagoniste, di forme di organizzazione alternativa e comunitaria sono epifenomeni tipici di queste democrazie limitate, svuotate e tradite. Eppure, mai come oggi in cui la democrazia si diffonde nei quattro angoli del pianeta, anche con mezzi non proprio democratici, c'è bisogno, nel mondo occidentale che sta esportando questo prodotto, di società democratiche sane e solide. La cui solidità e salute poggino su rinnovate forme di partecipazione attiva dei cittadini. Mentre la politica tradizionale è chiamata a fare la sua parte, riformando se stessa per rinverdire la giustizia delle proprie istituzioni, l'integrità dei propri rappresentanti, la efficace e giusta amministrazioni dei tre pteri dello Stato democratico, ai cittadini si chiede un coinvolgimento attivo, un agire pubblico diretto da competenze, atteggimenti e azioni orientati da virtù civiche e politiche che appartengono all'idea stessa di cittadinanza. E' necessario uscire da quello scenario che già mezzo secolo fa prefigurava Hannah Arendt quando lanciava l'allarme sullo smarrimento del senso "politica" come agire attivo per il bene comune e sul prevalere, in una società sostanzialmente impolitica, del ricorso alla tecnica politica e alla semplice rappresentatività delegata a pochi tecnici della politica. ( Tratto da "Imparare la Democrazia")




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