La scuola primaria Cesare Battisti di Molfetta fa visita al centro recupero WWF
MOLFETTA - Pubblichiamo il comunicato stampa della scuola primaria Cesare Battisti di Molfetta.
"Il 12 aprile, noi, alunni delle classi quinte, sezz. A- B della scuola primaria " Cesare Battisti", con i nostri insegnanti, ci siamo recati presso il centro recupero WWF di Molfetta, sito in via Berlinguer, per osservare alcune tartarughe marine. Nello scuolabus eravamo tutti molto eccitati e, come sempre, abbiamo fatto un gran chiasso.
Giunti sul posto, siamo stati accolti con gentilezza e cordialità dal sig. Pasquale Salvemini, responsabile del centro e da una sua collaboratrice, la dott.ssa Anna Maria Pepe.
Entrambi ci hanno offerto informazioni interessanti sulle diverse specie di tartarughe, soffermandosi sulle tre Caretta caretta sottoposte a cure mediche presso il centro, poiché in condizioni precarie.
I nostri occhi erano ipnotizzati da quei tre esemplari di tartaruga marina: volevamo toccarle, accarezzarle ma, giustamente, l'esperto ce l'ha impedito. Erano immerse ciascuna in una vasca piena di acqua salata e nuotavano lente e tranquille, formando dei piccoli vortici come se volessero invitarci a giocare con loro. Di tanto in tanto affioravano in superficie per respirare e ci spruzzavano un po' d'acqua, per poi ritornare di nuovo giù, con movimenti simili a quelli di una danza. Quando le testoline uscivano dalle vasche, ci guardavano con occhi dolci che sembravano implorare la loro liberazione.
Che strano! Nonostante appaia un animale imbattibile per via del suo carapace duro e compatto come l'armatura di un antico guerriero, è in realtà docile e vulnerabile.
Dalle parole dell'esperto abbiamo capito che le tartarughe marine sono in pericolo di estinzione per vari motivi, ma soprattutto per le intense attività umane, che interferiscono con la loro vita.
Ci ha fatto tenerezza sentire che le piccole tartarughe, appena nate, corrono freneticamente verso il mare come se già fossero consapevoli del pericolo che corrono sulla spiaggia e vicino alla costa.
Lo stesso istinto di sopravvivenza le porta a nuotare senza sosta per tre giorni fino a raggiungere il mare aperto: E quando sono sicure di aver scampato il pericolo e di essere finalmente salve, ecco che cominciano per loro i veri problemi.
Infatti, se sono in acqua, possono finire nelle reti a strascico e morire soffocate o essere catturate incidentalmente dagli ami del palangrese utilizzato nella pesca o addirittura possono ingoiare buste di plastica scambiate per meduse.
Se, invece, le tartarughe femmine si recano a riva sulla sabbia per deporre le uova, la presenza degli alberghi e degli stabilimenti balneari crea disorientamento o timore durante la deposizione.
Noi siamo rimasti senza parole nel sentire questo. Ora non ci resta che attendere la guarigione delle tre tartarughe per augurare loro buona fortuna
Tutti noi dovremmo essere grati al WWF per l'impegno profuso nella cura degli animali feriti e per l'invito rivolto alle scolaresche nel sensibilizzare un numero sempre maggiore di bambini alla tutela dell'ambiente e degli animali a rischio di estinzione."
Autore: Alunni delle classi quinte, sez. A - B