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La scuola dei misteri, opposizioni unite nella critica all’appalto per la Cozzoli Il caso politico più eclatante con una consigliera di maggioranza parente del titolare della ditta
15 aprile 2024

È il caso politico più eclatante degli ultimi mesi dell’amministrazione Minervini: la scuola Cozzoli, il cui appalto è stato vinto dal marito della consigliera comunale di maggioranza Francesca de Palma, della quale le opposizioni di destra e di sinistra chiedono le dimissioni. Non sembrano ci siano profili di illegalità, ma solo di opportunità politica dal restare in carica. La cronaca ha registrato il mese scorso la visita della Guardia di Finanza agli uffici del Comune di Molfetta su incarico della Procura della Repubblica di Trani. L’obiettivo sarebbe stato quello di prendere tutti i documenti relativi all’ultima vicenda relativa all’appalto da 3,5 milioni di euro per la scuola con fondi Pnrr. Le opposizioni consiliari e le forze politiche di opposizione della città hanno tenuto un incontro pubblico “La Scuola dei Misteri” nella Sala Giovanni Paolo II della Chiesa di San Filippo Neri. Questo evento è servito a gettare luce sulle complesse dinamiche e sulle potenziali irregolarità che hanno caratterizzato l’appalto per la nuova scuola Cozzoli, situazione resa ancora più intricata da dichiarazioni contrastanti e da una gestione che ha generato numerosi interrogativi. A far scoppiare il caso è stato Leonardo Siragusa, leader della lista civica “Molfetta che vogliamo”, dopo che la stessa De Palma e il consigliere De Candia erano passati con la lista Tammacco nel solito balletto di cambi di casacca, che a Molfetta sono una regola e non un’eccezione, tant’è che “Quindici” ha creato la definizione di “ciambotto” per questa situazione. Lo stesso Siragusa, la cui lista ora è passata all’opposizione, ha dichiarato che nulla vieta l’aggiudicazione di una gara d’appalto a un parente di un consigliere comunale, ma è una questione di opportunità politica e buon senso, ma il sindaco l’ha presa male e ha minacciato querele, facendone una questione personale. Questa volta, secondo Domenico Gagliardi consigliere di Molfetta libera, Area pubblica e Sinistra italiana, le opposizioni sono unite per dare uno scossone alla maggioranza che proclama di essere amministrazione del fare, ma crea ombre che non garantiscono la trasparenza a tutto danno dei cittadini. La sciatteria nella gestione degli appalti pubblici è stata sottolineata anche dal consigliere comunale, segretario del Pd, Alberto D’Amato, che ha messo in evidenza il rischio di paralisi delle opere, con costi che lievitano a danno dei cittadini. La realizzazione della scuola Cozzoli nell’area destinata al nuovo teatro comunale, mette da parte un progetto ancora presente nel piano triennale delle opere pubbliche. Un concetto ripreso dalla consigliera Annamaria Gagliardi della lista “Drago sindaco” che ha ricordato l’importo da 7 milioni di euro per l’opera: che si farà ora? Ecco perché va affrontata la questione dell’affidamento degli incarichi. Al termine della gestione Minervini resterà il deserto: ne è convinto il consigliere Felice Spaccavento del Movimento di sinistra “Rinascere”. Secondo Mauro Binetti dell’opposizione di centrodestra, ogni settore farebbe il proprio appalto tralasciando l’ufficio appalti: così si elimina la fase di controllo e si può cadere in errore. Ecco perché, ha aggiunto, le lobby devono restare fuori del consiglio. Ma l’intervento più duro è stato quello del consigliere dell’opposizione di centrodestra, già candidato sindaco, Pietro Mastropasqua, che ha sostenuto come nell’appalto alla Cozzoli ci siano troppe cose che non convincono a cominciare da come sono stati invitati gli operatori economici alla gara (non ci sarebbe alcuna documentazione del sorteggio). © Riproduzione riservata

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