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La politica degli sfasciacarrozze, altro che primarie a Molfetta
27 marzo 2013

MOLFETTA - Ricusare nuovamente la speranza di unire il centrosinistra sarebbe un vero delitto. La proposta lanciata da Paola Natalicchio, candidata della coalizione PD, SEL e Movimento delle donne "Vorrei", se realizzata, potrebbe costruire quel corposo fronte politico per abbattere la satrapia azzolliniana. Per estirparne le radici, non serve la frammentazione, ma l’unità d’intenti, proposte e nomi.
 
È indispensabile che i tre candidati abbraccino quella sana umiltà politica che è quasi sempre mancata in questi mesi di campagna elettorale tra meline, discussioni sull’aria fritta, arroccamenti nelle lussuose torri d’avorio e veti incrociati. La proposta della Natalicchio dev’essere letta in questa direzione: è quel sano rimettersi in gioco per riunire il centrosinistra e indirizzare l’azione politica comunitaria verso il bene della città, eliminando gli interessi personali e di partito.
Non bisogna dimenticare che proprio le segreterie di partito e, in particolare, i pasdaran talebanati, che hanno da sempre confuso la militanza politica con il tifo da stadio stile ultras per il loro candidato, hanno condizionato gran parte della compagna elettorale svoltasi fino ad oggi, paralizzando le decisioni dei candidati la cui sfera nell’agire politico è pari a zero. Candidati che, invece, devono essere anche liberi di decidere e di incontrarsi con i propri interlocutori: se incatenati sin da ora dall’ultimo degli scalmanati, a che serve votarli? 
 
Che cosa ambiscono a governare, se non sono capaci di guidare neanche gli “afecionados incazzados”? Come faranno questi signori a governare il futuro di una città complessa come Molfetta? Dovranno telefonare ogni mattina all’ultimo degli ultras per aver il beneplacito su ogni delibera di giunta? Questo è assemblearismo di quart’ordine, che non serve a governare, ma solo a fare confusione. Dovranno guidare una città complessa come Molfetta con le palle di piombo al piede: in queste condizioni, questi candidati all’immobilismo perenne sono invotabili.
La Natalicchio, invece, ha lanciato la pietra nello stagno, ma a quanto pare Bepi Maralfa (foto), candidato indipendente del Movimento Linea Diritta, avrebbe già rifiutato, nonostante l’incontro di ieri mattina. Insomma, avrebbe avuto timore di accettare la sfida.
E’ comparso, infatti, un post sulla sua pagina facebook che rimanda a dichiarazioni fatte nel corso di una riunione, ma non ha nemmeno avuto il garbo di declinare l’invito con una sua pubblica nota, come ha fatto altre volte con i suoi comunicati.
Semplici le due motivazioni: da un lato, il movimento civico nato da appena quattro mesi non avrebbe un solido apparato per organizzare una piccola competizione pre-elettorale, dall’altro la non condivisione di uno strumento senza regole.
E che società civile vuole rappresentare questo movimento che dopo 4 mesi, non si sente neanche pronto per delle competizioni primarie? E per la competizione elettorale, invece, come fanno ad essere invece già pronti? Siamo forse dinanzi ad un bluff di proporzioni stratosferiche? Troppo poco, per un rifiuto che appare ad oggi solo strumentale e di marca squisitamente partitocratica vecchio stampo, come dimostra anche il timore di infiltrazioni politiche. Paura della stessa società civile che si ambisce voler rappresentare forse con molta presunzione?
 
A questo punto, sarebbe opportuno abolire la democrazia a Molfetta, se è questo il concetto che si ha della libera espressione democratica dei cittadini. Non avrebbero a questo punto più valore neanche tutti gli strumenti di partecipazione democratica sanciti dallo statuto comunale, tanto apprezzato dai giustizialisti locali e non.
Tra l’altro, Maralfa - che imprudentemente aveva dichiarato sul suo profilo facebook il proprio voto per Rivoluzione Civile alle politiche, manifestando anche il legame forzato con l’estrema sinistra locale - è una personalità progressista, nonostante il suo gruppo sia molto vicino proprio all’estrema sinistra e molto incline a ragionamenti di pura filosofia e non di politica. Questo a dimostrazione di come Maralfa possa essere ostaggio dei suoi stessi uomini o dei loro sogni – in realtà, veri e propri incubi - politici.
 
PD e SEL hanno di sicuro commesso gravissimi errori nel costruire l’architrave politica dell’alternativa che, purtroppo, si sono riverberati proprio sulla candidata. La stessa candidata, liberata dalle camice di forza dei militanti (e militarizzanti) politici, ha però lanciato in autonomia la proposta delle primarie: Maralfa si assume così la responsabilità politica di aver rinnegato l’ultima ancora di salvezza per costruire una valida alternativa per la rinascita di Molfetta, per altro adducendo motivazioni molto frivole, figlie di ragionamenti filosofici spuri che poco riflettono la realtà locale.
Si attende ora la risposta di Rifondazione Comunista e di Gianni Porta.
 
© Riproduzione riservata
Autore: Nicola Squeo
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Fatalista, quali commenti hai letto? Nessuno tra i commentatori dell'articolo di Nicola Squeo ha parlato di voti attribuibili a liste o a coalizioni. Ma se ti fa piacere vorrei segnalarti quanto la norma prevede in materia di attribuzione di seggi consiliari. Non sono ammesse all'assegnazione dei seggi quelle liste che abbiano ottenuto al primo turno meno del 3 per cento dei voti validi e che non appartengano a nessun gruppo di liste che abbia superato tale soglia. Alle ultime elezioni comunali hanno partecipato al voto poco più di 39.000 elettori. Pertanto per superare lo sbarramento del 3% occorrono a favore della lista che concorre sola circa 1.200 voti. Quali le considerazioni? a) Lista in coalizione: ? in astratto una lista anche con un solo voto senza che lo sbarramento intervenga partecipa con le altre liste della coalizione alla spartizione dei seggi; ? nella malaugurata ipotesi di non assegnazione di seggi, l'azione elettorale della lista penalizzata comunque contribuisce favorevolmente ad aumentare il quoziente elettorale sia del candidato alla carica di Sindaco, sia dell'aggregazione delle liste coalizzate. (È importante sapere che i seggi sono assegnati prima alla coalizione e successivamente alle singole liste). b) Lista fuori dalla coalizione: ? in caso di non assegnazione di seggi, l'azione elettorale della lista penalizzata favorirà in termini proporzionali le coalizioni che pur perdenti parteciperanno alla spartizione dei seggi. In pratica, in conseguenza dei meccanismi elettorali, i voti delle liste escluse, oltre a favorire il candidato alla carica di sindaco di Dx, in particolare favoriranno in termini sensibili la coalizione di centro di cui si prevede la presente in questa competizione elettorale. La qual cosa è in netto contrasto con gli obiettivi della Sx. In conclusione, tranne che non si voglia giocare alla sconfitta elettorale, primarie si o primarie no, è ragionevole affermare che insieme si vince e si vince tutti. A Guy Fawkes, pur rispettando le sue convinzioni, vorrei evidenziare che l'esperienza passata, numeri alla mano, ha dimostrato il contrario di quello che dice e cioè divisi si perde: elezioni comunali 2008 Antonello Zaza 3.002 voti 7,71% Antonio Azzollini 18.979 voti 48,76 % Mino Salvemini 16.944 voti 43, 53 % Salvemini + Zaza = (16.944 + 3.002) = 19.946 voti ovvero 51,24%> del 50%. Inoltre l'unità è per un certo aspetto l'esaltazione delle diversità, non la loro cancellazione. Infatti una coalizione elettorale per definizione è l'unità delle diverse liste con affinità programmatiche. G. de CESARE

Primarie prima… non dopo. Nella circostanza il riferimento temporale è la presentazione delle candidature alla carica di Sindaco. La battuta è fuori luogo, al contrario se le primarie fossero state lanciate dopo la presentazione delle liste. Se vi è una coalizione PD-SEL-VORREI questo non vuol dire che, in presenza di un programma condiviso, la coalizione non possa evolversi in una nuova configurazione RIF-Linea Dritta-PD-SEL-VORREI. Nel sostanziarsi tale ipotesi non si possono avere tre candidati alla carica di Sindaco. La norma vigente prevede che una coalizione abbia solo un candidato. Allora come scegliere il predestinato alla carica di Sindaco senza togliere alcun merito a nessuno? Un metodo a salvaguardia del la dignità dei candidati in fieri alla carica di Sindaco delle tre componenti sinistrorse di Molfetta che decidano la confluenza nell'unità è proprio il ricorso alle primarie. E se l'auspicio è l'unità della sinistra molfettese nessuna azione è mai tardiva o postuma. Ed infine per amore di verità vorrei dire che la proposizione delle primarie non è dei partiti che sostengono la candidatura di Paola Natalicchio. È invece iniziativa esclusiva di Paola Natalicchio, che sognando una sinistra unitaria con umiltà e rivendicando l'orgoglio di persona autonoma preferisce rimettersi in gioco, contrariamente a chi crede nella favola del pupo e dei partiti pupari. Il pupo è in realtà motore propulsore che con buona pratica sa districarsi scientemente in questa importante competizione amministrativa. G.de CESARE
Se rileggo tutti i commenti fatti fino qui, non ci trovo un filo logico: leggo: "Maralfa serve al PD perché porta voti" ma anche "Dove va Maralfa con 1000 voti?" Leggo "Natalicchio ha 14mila voti" ma ricordo anche che PD+SEL alle Politiche ne hanno presi scarsi 9000, quindi chi spara 14mila non solo confida che tutti i 9000 si confermino (lo vedo impossibile!), ma anche che PD+SEL si prendano i 5000 voti di M5S di Molfetta. Questo dimostra che questa storia della coalizione che va da Linea Diritta a Rifondazione passando per PD+SEL+VORREI è come una parte da celare del corpo umano maschile, quella che come la tiri e la tiri prende sempre una forma diversa. Ed allora sapete che vi dico: si chiamano Primarie, andavano fatte ben prima, siamo arrivati a 60 giorni dalle elezioni, le differenze e le posizioni tra i candidati ritenuti "coalizzabili" si sono accentuati, sono stati fatti percorsi diversi. Quindi andiamo avanti così, io con la mia Linea Diritta, il sig. Favuzzi con la sua triade, il sig. Zanna con la sua Rifondazione, e le urne decidano. Volevano le primarie? Facciamole il 26 e 27 maggio, e poi, se davvero c'è questa unità di intenti, si garantiscano i propri voti al candidato vincente. Perché, dite quello che volete, ma io una certezza ce l'ho: Maralfa, Natalicchio e Porta separati prenderanno più voti di quanti ne prenderebbero uniti, e di sicuro ne sottrarranno anche agli altri candidati. Quindi, ci si affidi al fato, alle urne, Linea Diritta e avanti tutta!









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