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La meglio gioventù impegnata nella spesa solidale
15 aprile 2020

La meglio gioventù. Deve aver pensato ai giovani, a questi giovani, il regista Marco Tullio Giordana, quando ha diretto il film cult del 2003. Erano bambini, forse alcuni non erano ancora nati, ma solo promesse, germogli di una pianta chiamata solidarietà. E poi c’è lui, attivista, uno che trasforma una parola magica in gesti concreti, semplici e indispensabili. Gabriele Vilardi, si schernisce, non ritiene di aver ideato qualcosa di grande, ma per lui è tutto semplice e immediato, come andare a fare la spesa. E allora armato di tutti gli strumenti offerti dall’uso utile e consapevole dei social, lancia l’idea e, come per magia, accorrono quei bravi ragazzi che scoppiano di positività, di altruismo. Gabriele, sei un moltiplicatore di buone azioni, ma come partono o come direbbero i giovani, ma come ti vengono? «Sono stato contattato da Rita, una ragazza che, per motivi di salute, era impossibilitata a provvedere alla consegna della spesa per i propri genitori anziani. Mi sono attivato per dare una risposta concreta a Rita e mi sono chiesto “Ma perché non proviamo noi a fare qualcosa? Di lì è nata l’idea della spesa solidale, un’idea che è stata rilanciata tra gli amici più “attivisti” che immediatamente ha preso corpo in una immagine grafica, rilanciata su facebook. Siamo stati contattati da alcuni cittadini che fanno la spesa in un grosso supermercato, anche tramite la spesa on line. Per costoro si trattava solo di andare a ritirare la spesa e consegnarla a domicilio. Siamo stati contattati, inoltre, da un cittadino che non effettuava la spesa on line ma che ci ha comunicato che il proprio rivenditore di fiducia aveva già preparato la spesa, specificandone il costo. Ci chiedeva di recarci presso la sua abitazione, prendere il denaro, andare al supermercato, pagare e consegnargli la spesa. Nel frattempo si registravano sempre maggiori adesioni da parte di volontari, che attraverso i loro contatti hanno raggiunto anche alcuni responsabili di supermercati. Tra questi c’è stata Irene che ha avuto l’idea di creare una rete tra supermercati e utenti. L’idea è semplice e supera eventuali diffidenze dovute a scambio di denaro. L’utente anziano telefona al supermercato e ordina la sua spesa. Gli addetti del supermercato comunicano all’utente l’importo ed ai volontari, la necessità di consegna della spesa. Il gruppo “spesa solidale” comunica agli addetti del supermercato, il nome del volontario che andrà a ritirare la spesa. Il volontario si reca dall’anziano, preleva il denaro, va al supermercato, comunica il suo nome e quello del cittadino che ha ordinato la spesa, paga e consegna la spesa, evitando probabili difficoltà dovute al passaggio di denaro». Quante persone si occupano della spesa solidale e chi sono? «All’inizio eravamo poche persone, volontari e utenti. Poi, come si suol dire, la situazione ci è sfuggita di mano, ma positivamente perché la risposta dagli utenti e dagli esercizi è stata massiva e unanime. Si trattava di dare una risposta concreta, ad una richiesta di aiuto in un periodo in cui alcune fragilità risultano amplificate. L’adesione è stata entusiastica, ci si è ritrovati ancora più uniti, diretti verso lo stesso obiettivo. Mi piace ricordare che abbiamo ricevuto adesioni anche da due volontarie europee che fanno parte dell’Associazione InCo Molfetta, Ivana dalla Repubblica Ceca e Sixtine dal Lussemburgo)». Come hanno accolto gli esercizi commerciali questa iniziativa? «La risposta è stata positiva anche perché, oltre alla indubbia valenza solidale, si è registrato un “recupero” di quegli utenti che non si recavano più presso il supermercato di fiducia, facendo calare gli incassi». Come è stata la risposta delle Istituzioni? «Mi piace dire che la solidarietà è contagiosa. Abbiamo richiesto al Comune di Molfetta, per il tramite dell’Assessore all’Igiene Pubblica, dott. Ottavio Balducci, mascherine e D.P.I. per dotare i nostri volontari di tutti i mezzi per la tutela della propria salute e di quella degli utenti. L’Assessore Balducci ci ha convocato per la consegna di parte delle mascherine donate dall’Amministrazione comunale e da imprenditori molfettesi. Per noi credo sia un riconoscimento ufficiale ad un gesto di cittadinanza attiva e solidale. Muniti di D.P.I., la spesa viene lasciata, se possibile in ascensore o comunque rispettando le distanze di sicurezza. Subito dopo, sono stati attivati altri numeri solidali: operiamo nell’interesse del cittadino, tutti siamo utili». Che evoluzioni potrebbe avere questa iniziativa? «In questo momento i volontari hanno maggiore disponibilità di tempo, per le scuole chiuse, per l’attivazione di lezioni on line e smart working, quindi non è possibile prevedere evoluzioni future, ma mi piace riportare l’adesione degli amministratori di condominio che hanno divulgato il nostro servizio e fatto affiggere la locandina in ciascun condominio da loro amministrato, oltre a registrare la prima adesione di una farmacia in zona centrale. Mi preme sottolineare la gratuità e la volontarietà del servizio: nessuno accetta soldi anche se considerati gesti di riconoscenza dei cittadini. Credo che questa favola riassuma il nostro mood d’azione». La favola africana racconta del giorno in cui scoppiò un grande incendio nella foresta. Tutti gli animali abbandonarono le loro tane e scapparono spaventati. Mentre se la dava letteralmente a gambe, il leone vide un colibrì che stava volando nella direzione sbagliata. “Dove credi di andare? – chiese il Re della Foresta – c’è un incendio, dobbiamo scappare!”. Il colibrì rispose: “Vado al lago, per raccogliere acqua da buttare acqua sull’incendio”. Il leone domandò prontamente: “Sarai mica impazzito? Non crederai di poter spegnere un incendio gigantesco con quattro gocce d’acqua?”. Al che, il colibrì concluse: “Io faccio la mia parte”. Nulla altro da aggiungere. © Riproduzione riservata

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