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La grande arte musicale in onore della Beata Vergine
15 settembre 2019

Quattro sopraffini voci soliste, un affermato coro lirico e un talentuoso pianista: tutti insieme per onorare la Beata Vergine Assunta in cielo. Parliamo del soprano Marilena Gaudio, del soprano Angela Cuoccio, del tenore Gianni Leccese, del basso-baritono Antonio Stragapede e dell’Alter Chorus diretto da Antonio Allegretta che, accompagnati al pianoforte in maniera impeccabile dal M° Emanuele Petruzzella, sono stati i protagonisti di un ricco e variegato concerto lirico-sacro tenutosi lo scorso 9 agosto presso la chiesa parrocchiale di San Gennaro, organizzato dalla Confraternita di Maria SS. Assunta in cielo nell’ambito delle celebrazioni e dei festeggiamenti in onore della loro Patrona. Un programma davvero di ampio respiro quello offerto al pubblico da questi artisti durante questa serata, da vedersi come un percorso di riflessione musicale sul senso del sacro e su quanto di onorevole o di aberrante si celi nelle profondità dell’animo umano. D’obbligo l’omaggio iniziale dell’Alter Chorus alla Madonna con l’Ave Maria composta negli anni settanta dal musicista russo Vladimir Vavilov, ma erroneamente attribuita, per vicissitudini varie, nientemeno che al compositore barocco Giulio Caccini. Un brano molto affascinante, interpretato dal coro con una tale omogenità di suono da rendere quasi indistinguibili le varie sezioni vocali. A seguire Antonio Stragapede, fervido confratello dell’Assunta, esibitosi in questo concerto recando al collo la medaglia confraternale in omaggio a questa sua appartenenza. Il celebre basso-baritono molfettese ha offerto una come sempre appassionata interpretazione di uno dei suoi pezzi forti, Il lacerato spirito dal Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi, il lamento di un padre che crede morta sua figlia, cadenzato dal miserere delle pie voci, quest’ultime interpretate in maniera struggente dal coro. Marilena Gaudio si è invece cimentata in due arie tratte dal finale de La sonnanbula di Vincenzo Bellini: Ah non credea mirarti e Ah non giunge uman pensiero, quest’ultima con l’intervento del coro. Si tratta di due arie in cui si risolvono gli equivoci che caratterizzano la trama di questo capolavoro del compositore catanese. La prima aria si caratterizza per una linea melodica purissima che si sviluppa in delicate evoluzioni, mentre il secondo pezzo è disseminato di impervi passaggi di agilità e note sovracute anche lunghe. La Gaudio grazie alla sua peculiare perizia che sempre caratterizza ogni sua esecuzione, ha affrontato questi brani in maniera magistrale, in modo particolare offrendo al pubblico con la sua interpretazione di Ah non giunge uman pensiero la possibilità di ascoltare dal vivo un brano che, almeno dalle nostre parti, difficilmente viene eseguito in concerto, data la sua enorme difficoltà tecnica. Ed eccoci poi ad un’ampia pagina dedicata alla Carmen di Georges Bizet, opera che nello scorso luglio ha visto il successo di una sensuale Angela Cuoccio e di un ardente Gianni Leccese rispettivamente nel ruolo di Carmen e di Don Josè in una importante messa in scena presso le Cave di Fantiano di Grottaglie diretti dalla prestigiosa bacchetta della M° Gianna Fratta. E anche in questa parte del concerto i due solisti, che hanno interpretato ancora gli stessi ruoli, Antonio Stragapede, assoldato nel ruolo del torero Escamillo, e l’Alter Chorus non hanno deluso le aspettative, ben muovendosi interpretativamente in quell’intreccio di amore e morte che caratterizza la storia intensa e passionale della bella zingara sigaraia. Sono stati eseguiti nell’ordine l’aria di sortita di Carmen, l’habanera L’amour est un oiseau rebelle, l’ingresso di Escamillo Votre toast, je peux vous le rendre... Toreador, en garde, l’aria di don Josè La fleur que tu m’avais jetée e lo sruggente finale ultimo C’est toi? C’est moi!, in cui, in una combinazione drammaturgica raggelante, così come Escamillo nello stesso momento atterra il toro durante la corrida, così Don Josè affonda la lama nelle membra di Carmen, uccidendola. Da segnalare in quest’ultima scena la particolare abilità del M° Petruzzella nell’affrontarne con estrema lucidità e precisione il convulso e frenetico accompagnamento. A seguire ancora Marilena Gaudio che ha portato uno dei suoi cavalli di battaglia, l’aria D’amor sull’ali rosee dal Trovatore di Verdi, l’angosciosa preghiera della protagonista Leonora prima che l’amato Manrico venga passato per le armi, parole che poi si fondono con le urla di disperazione dello stesso Manrico, interpretato in maniera generosa da Gianni Leccese, e con il Miserere intonato dal coro interno di frati, come al solito interpretato in maniera ineccepibile dalla sezione maschile dell’Alter Chorus. Ma un’altra Leonora verdiana è stata protagonista di questo concerto, quella de La forza del destino opera di cui è stato eseguito il finale secondo che inizia con il dialogo Il santo nome tra il padre guardiano, impersonato in maniera egregia da Stragapede, e il coro di monaci, interpretato un coro maschile all’occorrenza ora sottile ora robusto, cui segue la celeberrima aria finale di Leonora La vergine degli Angeli, della quale il soprano Angela Cuoccio, insieme sempre al coro maschile, ha reso una interpretazione calda e suggestiva. A chiudere il programma un classico dei classici dei cori d’opera quale è il Va pensiero dal Nabucco di Verdi che ha visto riuniti tutti i gli artisti della serata in una interpretazione inevitabilmente emozionante. Grande apprezzamento è stato manifestato dal priore della Confraternita Domenico Minervini e dal pubblico presente che ha reclamato il bis, concesso con un caposaldo del repertorio sacro come l’Ave Verum Corpus di Mozart. © Riproduzione riservata

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