La funzione del giornalismo di qualità nella confusione dei social network
Nel tempo della disintermediazione è entrata in profonda crisi la figura del giornalista come mediatore di fiducia. L’avvento delle nuove piattaforme ha alterato il consenso verso tutte le “istituzioni” come i media e i partiti politici, che svolgevano questo ruolo di mediazione.
Nel campo dell’informazione questo ruolo è svolto dai social network in generale, il cui avvento ha completamente stravolto il flusso di informazioni (da verticale a orizzontale), rendendo i lettori non più semplici “ricettori passivi” di notizie, ma protagonisti, tanto che, secondo alcune ricerche il 78% ha fiducia nelle notizie condivise online da conoscenti e familiari mentre quella negli “esperti accademici” è al 65% e addirittura al 44% per i giornalisti. Ennesima evidenza della distanza che permane tra pubblico, lettori e giornalisti nell’era dei social, mal utilizzati dai media e da chi ci lavora
In un’era dove l’informazione unidirezionale sta venendo meno, quindi, qual è il ruolo e il futuro del giornalismo e come è possibile costruire la propria identità professionale?
Il giornalista, trasmettendo il suo messaggio, dovrà cercare di non dare semplici notizie, ma di creare valore attraverso delle storie che colpiscano il pubblico sul piano dell’emozione, della riflessione e dell’informazione. Dovrà, quindi, essere un faro e una fonte di ispirazione per i suoi lettori, garanzia di un contenuto bello (narrato bene), buono (utile) e giusto (intellettualmente onesto). Aveva proprio ragione Pulitzer quando affermava: “esprimi il tuo pensiero in modo conciso perché sia letto, in modo chiaro perché sia capito, in modo pittoresco perché sia ricordato e, soprattutto, in modo esatto perché i lettori siano guidati dalla sua luce”.
Ed aveva ragione anche Einstein dicendo che dalle difficoltà nascono le opportunità. Paradossalmente, infatti, in questa fase così buia per il giornalismo tradizionale, non ci sono mai state così tante opportunità. Le aziende reclamano a gran voce giornalisti e scrittori per la produzione di contenuti editoriali di qualità sui loro canali di comunicazione istituzionale (tra i quali ci sono proprio i social network), tanto che molte delle nuove figure professionali legate al digitale sono, appunto, dei giornalisti. Questo perché di fronte ad una clientela sempre più informata e consapevole, diventa fondamentale per le aziende saper informare i propri clienti in modo appropriato, coniugando le classiche strategie di comunicazione con le caratteristiche tipiche dell’informazione giornalistica: un trend oggi noto come brand journalism.
Insomma non ci basta più l’informazione nuda e cruda, la notizia. Quella può darcela chiunque. Ciò di cui abbiamo bisogno ora è quella sensazione che proviamo subito dopo aver finito di leggere un bel libro, quando il nostro desiderio di conoscenza è finalmente appagato e ci sentiamo immediatamente più liberi.
Il giornalismo non ha ancora perso la sua importanza.