La festa del Cinquantenario dell'Unita d'Italia a Molfetta nel 1911
La ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità d’Italia nella nostra città sta passando in sordina. Certo che sono cambiati i tempi: c’è poco amor di patria; quel clima risorgimentale che univa l’animo degli italiani non è più sentito. In ambito nazionale le cose non vanno meglio, spira vento di federalismo secessionista. Eppure Molfetta partecipò e dette il suo contributo col sacrifi cio di diversi patrioti processati ed esiliati dal governo borbonico, rei di professare idee liberali. La curiosità di conoscere come i nostri antenati festeggiarono il 50° dell’Unità d’Italia mi ha portato a rileggere sulle pagine del Corriere delle Puglie la cronaca che propongo all’attenzione dei curiosi. La celebrazione si tenne a Molfetta il 27 marzo 1911 e i diversi servizi giornalistici furono redatti da Giuseppe Poli, corrispondente locale del quotidiano. “All’alba ventuno colpi di cannone hanno annunziato il grande patriottico avvenimento. Per le vie del paese gira la banda municipale, che ha smesso l’uniforme nero e ha ripreso la camicia rossa. I bastimenti, le barche, le società, i sodalizi, i circoli sono imbandierati. Ai monumenti di Mazzini, di Garibaldi, di Vittorio Emanuele II si sono deposti mazzi di fi ori. Questa sera vi sarà al Politeama Attanasio una serata di gala e tutti gli artisti canteranno gl’inni di Mameli e di Garibaldi. La Loggia massomica “Radium” ha largamentre distribuito una elegante pubblicazione contenente una lettera di Vittorio Emanuele II a G. Mazzini, alcune parole di Cavour che conchiudono così: Ho detto e affermo ancora una volta, che Roma, Roma sola deve essere capitale d’Italia. A Roma ci siamo e ci resteremo di V. Emanuele, ed il fatidico “O Roma o morte di G. Garibaldi. E poi l’inno di Goff redo Mameli. In ultimo le parole di Canalejas “il Governo spagnolo non riconosce che un solo Sovrano in Italia, e questi risiede in Roma, Vittorio Emanuele”. Alle ore 3 pomeridiane di ieri al largo Municipio s’inaugurò la pesca di benefi cienza Pro Ospedale. Gioacchino Poli parlò al pubblico di Molfetta studiosa, liberale, umanitaria, mai seconda fra le consorelle di Puglia in ogni manifestazione patriotica. E felicemente rievocando le nobili fi gure dei nostri venerati concittadini Girolamo e Felice Nisio, Giovanni Cozzoli, Sergio Fontana, Altomare, Poli, Ribera, Panunzio, Modugno e Tortora che soff rirono carcere, esilio e persecuzioni dal governo borbonico. Gioacchino Poli, fu vivamente applaudito. Stamane anniversario glorioso della proclamazione della Unità d’Italia fi n dalle prime ore il nostro concerto municipale, ha girato per le vie della Città, suonando gl’inni patriottici. Tutti gli uffi ci pubblici, sono imbandierati. Nelle scuole elementari il prof. De Rasmo ha tenuto una bella conferenza di occasione. La loggia massonica Radium ha spedito al sindaco di Roma il seguente telegramma: “Sindaco – Roma, Quando in Campidoglio parlano Capo dello Stato e Primo Cittadino Roma cuori d’Italia e d’italiani battono unisono rievocando gratitudine fi losofi , martiri, eroi patrio risorgimento. Molfetta. Loggia Radium”. Il concerto cittadino allieta la cittadinanza in via Borgo, svolgendo uno splendido programma. Questa sera al nostro Politeama Attanasio con la “Forza del Destino” vi è stata recita di gala. La Società degli Uffi ciali in congedo di Molfetta, costituitasi il 27 corrente ricorrendo il cinquantenario dell’Unità d’Italia, allo scopo di mantenere alto il prestigio degli uffi ciali in congedo, tutelare i loro interessi morali ed esplicando la sua attività a vantaggio delle patrie istituzioni, spedì A Sua Maestà il Re il seguente telegramma: “Primo Aiutante di Campo Sua Maestà Roma. Circolo Uffi ciali Congedo Molfetta, costituitosi oggi cinquantenario Unità Italia, prega Vostra Eccellenza off rire Sua Maestà sensi maggiore devozione. Presidente Maggiore Marasca Giuseppe”. In data di ieri pervenne il seguente telegramma di risposta: “Presidente Circolo Uffi ciali Congedo Molfetta – L’Augusto Sovrano ha molto gradito il patriottico omaggio rivoltogli da codesto sodalizio nella solenne nazionale ricorrenza e sentitamente ringrazia. Ministro Mattioli”. Questi erano i sentimenti di patriottismo della popolazione che partecipava attivamente alle manifestazioni patriottiche, una parte di essa ormai ultra sessantenni vissero e furono testimoni cinquant’anni prima di quell’evento unitario.
Autore: Corrado Pappagallo