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L’Udeur: sette anni bui per Molfetta, colpa di Minervini Monologo di Lillino Di Gioia contro tutti, destra e sinistra
15 luglio 2000

Molti elementi per la comprensione dell’attuale, complesso, panorama politico di questa città e per la definizione di equilibri ed alleanze in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, sono stati forniti dall’ing. Lillino Di Gioia, segretario provinciale dell’Udeur, durante una recente assemblea pubblica di questo partito. “Una città che deve tornare a credere in se stessa”, questo il tema della manifestazione che sarebbe dovuta essere un dibattito pubblico, ma che invece anche per la defezione della senatrice e segretaria regionale del partito, Marida Dentamaro (impegnata in quel di Ceppaloni per il 25° anniversario di matrimonio del padre-padrone dell’Udeur, Clemente Mastella) altro non è stato se non un interminabile monologo di Lillino Di Gioia, tutto incentrato (che novità, tanto per essere originali) sulle incapacità dell’amministrazione Minervini e sui “disastri” che ha provocato in sette anni di governo. E’ questo, ha sostanzialmente detto il segretario provinciale dell’Udeur, il momento del bilancio su quanto fatto da Guglielmo Minervini e dalla sua amministrazione in tutto questo tempo, visto che una doppia partita molto probabilmente ci si deve preparare ad affrontare, e cioè quella delle elezioni politiche alla quale si andrà ad affiancare (se quanto si vocifera in giro, su una candidatura del nostro sindaco per un seggio in Parlamento, è fondato) anche la tornata elettorale amministrativa per l’elezione del nuovo primo cittadino. Ebbene, questo bilancio è per l’Udeur (manco a dirlo), caratterizzato da “grandi delusioni, grandi occasioni mancate, tutta una serie di avvenimenti negativi di carattere politico-amministrativo”. Molfetta, è stato sostenuto, ha perso il ruolo cardine che ricopriva fino a poco tempo fa, non è più punto di riferimento per tutti i Comuni della provincia, non è stata in grado di formulare un progetto di sviluppo e di interessarsi quindi del proprio destino, il tutto a causa di Guglielmo Minervini il quale ha governato dal 1994 in quelli che sono stati definiti “sette anni bui per Molfetta: nulla ha fatto questo sindaco per lo sviluppo della città, nulla per il porto o per l’agricoltura; nulla per la risoluzione del problema casa, quando lui se ne sarà andato Molfetta non avrà un solo appartamento in più. La sua è stata solo una “politica dell’annuncio” senza che poi sia seguito nulla di concreto”. Questo il senso del duro attacco rivolto dall’Udeur contro Guglielmo Minevini e la sua amministrazione. Ma ne ha avute per tutti Lillino Di Gioia: anche il centrodestra cittadino è stato “bastonato” sonoramente ed in particolar modo i due parlamentari locali, il sen. Azzollini accusato di non essere stato in grado di costruire una alternativa valida e credibile in città, non essendosi posto, consapevolmente, come punto di riferimento delle opposizioni e non avendo fatto tutto il possibile per far cadere l’amministrazione di centrosinistra, e d’altro lato l’on. Amoruso incapace, per Lillino Di Gioia, di valorizzare le risorse umane locali presenti in Alleanza Nazionale e reo di aver accentrato tutto nelle sue mani. Al di là di queste generiche considerazioni, già mille volte dette e mille volte sentite, davvero per nulla originali, l’aspetto più interessante sul quale il segretario provinciale dell’Udeur si è soffermato è stato senza ombra di dubbio quello relativo alle prospettive ed agli scenari futuri. Col centrosinistra, con la compagine che oggi sta amministrando la città, pare non vi possano essere margini di discussione, viste le premesse, per l’elaborazione programmatica o per l’identificazione di un futuro candidato sindaco, così Lillino Di Gioia ha affermato di guardare con molto interesse al processo di discussione politica avviato in città da Tommaso Minervini, al quale l’Udeur ha accordato una “larga ed ampia disponibilità”. L’obiettivo è stato poi chiaramente esplicitato in quella stessa sede ed è quello di costruire un terzo polo, “un’ampia aggregazione di centro, trasversale, che riunisca spezzoni del centro-destra con spezzoni del centro-sinistra”, ritenendo che questa sia la “formula vincente”, adatta per “creare le condizioni di un rilancio della nostra città” così come è stato sostenuto. “Questo progetto non ha preclusioni di sorta – ha infine sostenuto Lillino Di Gioia al termine del suo monologo, al quale non è seguita nessuna forma di dibattito – nei confronti di nessuno, perché ha bisogno del contributo di tutti per irrobustirsi”. Venghino, signori, venghino, in fondo in una magmatica ed informe aggregazione di centro c’è spazio per tutti e non vi saranno divergenze che non si possano appianare. Giulio Calvani
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