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L'intervista mancata e le bugie dei funzionari comunali
15 aprile 2009

Qualora lo vogliate, sono disponibile a concedervi un'intervista: questa la risposta a Felice de Sanctis (direttore di “Quindici”) di Nino Caputi dirigente dei servizi sociali del Comune di Molfetta, il quale durante la tavola rotonda a San Pio X su “Le politiche sociali a Molfetta”, aveva lamentato la poca informazione in materia di socialità a Molfetta. E la colpa era ricaduta sui mezzi di informazione poco attivi o incapaci di svolgere il loro compito. Abbiamo deciso, perciò, di verificare questa disponibilità. Ma al momento di chiedere un incontro per quella intervista, ci è stato opposto un netto rifiuto dallo stesso funzionario: «Ho esposto quanto andava detto nella conferenza e reputo di non dover aggiungere altro. Siamo impegnati con la redazione del bilancio e non ho tempo». È questa la politica del «far bene le cose» e del «fare le cose buone»? Perché non concedere un'intervista, dopo che pubblicamente si era manifestata la propria disponibilità? Perché nascondersi dietro sciocche bugie? C'è qualcosa da nascondere? C'è l'imposizione del sindaco di non essere trasparenti? Si rischia di diventare «venditori di fumo», che non vogliono rivelare e continuano ad insabbiare lacune e falle politiche: una «politica a nero», che non si conosce e non si fa conoscere nella sua trasparenza, che distrae il cittadino con inutili palliativi e insulse campagne pubblicitarie di buon governo, empatia sociale e disponibilità tout-court (Antonio Azzolini docet). È questo l'atteggiamento solidale usato nei confronti di chi ha bisogno? Rimandarlo a casa con l'amaro in bocca? Allora le politiche sociali a Molfetta si fanno solo con belle parole da pronunciare nelle conferenze? Del resto, durante l'incontro a San Pio X, alcune problematiche erano passate in secondo piano, seppur manifestate: ad esempio, le difficoltà legate all'applicazione ed all'erogazione dei servizi, i metodi di analisi delle reali esigenze del cittadino, la fatiscente sinergia tra amministrazione ed enti ecclesiastici (ora se ne comprende la ragione), i criteri di cernita dei componenti delle tavole di concertazione. Insomma, una serie di questioni che restano ancora oscurate: ci sono mancanze di competenza, conoscenza, azione che non devono essere pubblicate, perché l'attenzione si sposterebbe sulla noncuranza e sullo scarsissimo impegno della nostra classe dirigente.Il capitale più importante è quello umano
Autore: Marcello la Forgia
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