MOLFETTA - «Da oggi non sono più di destra o di sinistra, né di centro». Sembra essere questo il “morbo” che sta contaminando anche le menti più illustri. In questa destra e in questa sinistra in molti (pochi i liberi pensatori che sono sempre minoranza in Italia) non vogliono più riconoscersi. Si sostiene sempre più spesso che in questo sciagurato Paese destra e sinistra non esistano più e che abbiamo lasciato il posto alla cosiddetta “pagnotta” (una vera e propria cricca di potere).
Del resto, l'antipolitica, come giustamente sostenuto da molti, è alimentata dalla malapolitica. A questo punto, chi dovrebbe vergognarsi di più, l'antipolitico o lo “scroccone” di Stato? La cronaca quotidiana rilancia sull’opinione pubblica continue indagini per falsi, furti, concussione e reati simili. Da quasi 20 anni la politica italiana dichiara di voler affrontare la situazione, di voler approvare una legge seria contro la corruzione, ma alla fine tutto si riduce in miseri e sterili atti di propaganda politica e parolaia: forse perché da destra a sinistra hanno tutti le mani in pasta e nessuno ha interesse a toglierle
Non sarebbe stato prioritario affrontare questi problemi, anziché rimpastare l'articolo 18 o rivedere tutta la normativa sul conto corrente (obbligatorio) per i piccoli pensionati novantenni? Senza dimenticare la balzana idea di abrogare addirittura lo Statuto dei lavoratori. È evidente che “certa” sinistra, subisce ormai il fascino del banchiere e non più quello del metalmeccanico.
Che tipo di sinistra sarebbe questa? Inesistente. E questo suo stallo, favorito anche dal bradisismo politico di alcuni suoi esponenti e dall’affermarsi di una mentalità banchiera, sta traghettando i suoi elettori verso l’antipolitica.
Proprio per questo motivo, molti ritengono che il cancro italiano risieda indistintamente nei palazzi del potere. Permangono irrisolte tutte le nefandezze della classe politica, della casta, degli apparati di Stato che si nutrono di truffe, corruzioni, occultamenti e “rapine” finanziarie. Numerose le denunce e le indagini, ma tutto resta saldamente inalterato negli anni con uomini corrotti che restando comunque inamovibili, passando da un governo all'altro nei ministeri, negli enti, un po' dappertutto e in tutti quegli organismi pubblici dove ancora si continua a depredare in modo impassibile. È questa l'Italia dei misteri e degli affari in cancrena, dove solo l'azzeramento politico può sanare la mala situazione.
Si raccontano le solite frottole sul lavoro, sulla ripresa economica, sui matrimoni gay e sulla bioetica, ma nessuno si muove contro la vera cancrena della disgrazia italiana. Il reale problema dello Stato italiano è il sistema delle tangenti, le truffe e i vari reati di corruzione e concussione che continuano a bruciare miliardi di euro. Per non parlare del furto del finanziamento pubblico dei partiti (soldi che, in realtà, finiscono nelle tasche di faccendieri e scrocconi senza scrupoli).
Il cuore del problema è stato, è e resterà il Parlamento, il gineceo di tutte le schifezze e nefandezze italiche. Una vera e propria spina dolorosa infilzata nel corpo elettorale, per continuare a succhiarne il sangue, pur non avendo nessuna legittimità democratica, perché questi politici si sono autonominati. Perciò, sarebbe il momento di porre un freno alla casta, alla cooptazione, alla finta democrazia. Se la storia ha qualche volta invogliato gli italiani a scelte antidemocratiche, è anche dipeso dai provvedimenti politici ad personam del Parlamento.
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