Recupero Password
L'impasto politico, tra i parolai soft&glamour e l'antipolitica
21 settembre 2012

MOLFETTA - «Da oggi non sono più di destra o di sinistra, né di centro». Sembra essere questo il “morbo” che sta contaminando anche le menti più illustri. In questa destra e in questa sinistra in molti (pochi i liberi pensatori che sono sempre minoranza in Italia) non vogliono più riconoscersi. Si sostiene sempre più spesso che in questo sciagurato Paese destra e sinistra non esistano più e che abbiamo lasciato il posto alla cosiddetta “pagnotta” (una vera e propria cricca di potere).
Del resto, l'antipolitica, come giustamente sostenuto da molti, è alimentata dalla malapolitica. A questo punto, chi dovrebbe vergognarsi di più, l'antipolitico o lo “scroccone” di Stato? La cronaca quotidiana rilancia sull’opinione pubblica continue indagini per falsi, furti, concussione e reati simili. Da quasi 20 anni la politica italiana dichiara di voler affrontare la situazione, di voler approvare una legge seria contro la corruzione, ma alla fine tutto si riduce in miseri e sterili atti di propaganda politica e parolaia: forse perché da destra a sinistra hanno tutti le mani in pasta e nessuno ha interesse a toglierle
Non sarebbe stato prioritario affrontare questi problemi, anziché rimpastare l'articolo 18 o rivedere tutta la normativa sul conto corrente (obbligatorio) per i piccoli pensionati novantenni? Senza dimenticare la balzana idea di abrogare addirittura lo Statuto dei lavoratori. È evidente che “certa” sinistra, subisce ormai il fascino del banchiere e non più quello del metalmeccanico.
Che tipo di sinistra sarebbe questa? Inesistente. E questo suo stallo, favorito anche dal bradisismo politico di alcuni suoi esponenti e dall’affermarsi di una mentalità banchiera, sta traghettando i suoi elettori verso l’antipolitica.
Proprio per questo motivo, molti ritengono che il cancro italiano risieda indistintamente nei palazzi del potere. Permangono irrisolte tutte le nefandezze della classe politica, della casta, degli apparati di Stato che si nutrono di truffe, corruzioni, occultamenti e “rapine” finanziarie. Numerose le denunce e le indagini, ma tutto resta saldamente inalterato negli anni con uomini corrotti che restando comunque inamovibili, passando da un governo all'altro nei ministeri, negli enti, un po' dappertutto e in tutti quegli organismi pubblici dove ancora si continua a depredare in modo impassibile. È questa l'Italia dei misteri e degli affari in cancrena, dove solo l'azzeramento politico può sanare la mala situazione.
Si raccontano le solite frottole sul lavoro, sulla ripresa economica, sui matrimoni gay e sulla bioetica, ma nessuno si muove contro la vera cancrena della disgrazia italiana. Il reale problema dello Stato italiano è il sistema delle tangenti, le truffe e i vari reati di corruzione e concussione che continuano a bruciare miliardi di euro. Per non parlare del furto del finanziamento pubblico dei partiti (soldi che, in realtà, finiscono nelle tasche di faccendieri e scrocconi senza scrupoli).
Il cuore del problema è stato, è e resterà il Parlamento, il gineceo di tutte le schifezze e nefandezze italiche. Una vera e propria spina dolorosa infilzata nel corpo elettorale, per continuare a succhiarne il sangue, pur non avendo nessuna legittimità democratica, perché questi politici si sono autonominati. Perciò, sarebbe il momento di porre un freno alla casta, alla cooptazione, alla finta democrazia. Se la storia ha qualche volta invogliato gli italiani a scelte antidemocratiche, è anche dipeso dai provvedimenti politici ad personam del Parlamento.
 
© Riproduzione riservata
 
Autore: Nicola Squeo
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""

Caro Nicola, in primis vorrei ribadire un concetto che è vecchio come il mondo e oggettivamente risiede nei fatti:Chi si espone è soggetto a critiche! Giuste o meno, di parte o meno , ma sono critiche, ovvero parole non seguite da alcun fatto! Il tuo pensiero , quindi , in linea generale lo si può condividere, ma alimenta la pancia del cittadino che non aspetta altro che vederee il suo pensiero "condiviso" da altri per non sentirsi solo.Questa tua riflessione la possiamo mutuare anche a livello locale. Non assistevo ad un Consiglio Comunale da almeno vent'anni e , come tu ben dici, anche dal basso si scimmiotta la "casta" nel senso lato della parola. E intanto fuori...piove! E come piove!!Ma ad alcuno sembra non interessare in quanto tutti e dico tutti vivono e si trastullano nel loro personale laghetto! Vedo in giro troppi Generali autoreferenziati e pochi soldati! E le guerre si vincono con i soldati o (al mondo d'oggi) con la tecnologia(Leggi quattrini). Ma non togliermi la forza delle Idee! Se diamo la sensazione di perdere anche queste siamo condannati alla restizione della libertà . E se ciò dovesse accadere il passo successivo è la protesta (leggi rivoluzione nella sua accezzione più ampia). Quindi penso che il parlare delle proprie idee , condividere le problematiche di tutti sia la medicina necessaria e soprattutto condividerla per strada fra i propri simili ( che non sono astrattamente "la gente")sia il "Golgota" dovuto per un nuovo modo di vivere.Si, dobbiamo ricominciare a vivere le nostre vite e non quelle virtuali che sono in altre dimensioni . Grazie





Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet