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L'Europa dei 25: cadono le ultime frontiere
03 maggio 2004

ROMA – 2.5.2004 A nessuno può sfuggire l'importanza dell'allargamento europeo del 1° maggio. Si perché da ora in Europa sventolano 10 bandiere in più, quelle di dieci Paesi dell'Est che contribuiranno a realizzare il più grande allargamento comunitario dagli inizi di questa avventura europea. Il progetto di integrazione europea è un'idea antica, con profonde radici politiche, culturali e storiche. Ma mai come oggi è così sentito il desiderio di costruire e valorizzare un'identità europea sempre più forte. Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta. Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Slovenia e Ungheria hanno abbattuto le storiche frontiere di demarcazione dei loro confini, facendo assumere all'Unione una dimensione assai maggiore di quella cui siamo stati abituati per quasi mezzo secolo. Un allargamento storico anche in termini numerici. Si perché ora la regione europea si è estesa ad una superficie totale di 3.977.268 kmq, inglobando 75 milioni di nuove persone per un totale di 453.773.709 eurocittadini. Il processo, intanto, non tenderà all'arresto: si guarda infatti già al domani, quando entro il 2007 altri due Paesi, la Romania e la Bulgaria, salvo imprevisti, entreranno anch'essi a far parte dell'Ue, mentre per la Turchia restano ancora da definire alcune condizioni. Al momento esiste solo un forte impegno affinché entro l'autunno possano iniziare i negoziati per la sua integrazione. Un allargamento caratterizzato da successi senza precedenti: i Paesi dell'Europa Centrale e Orientale (cosiddetti PECO), si sono trasformati infatti, in brevissimo tempo, in solide democrazie ed economie di mercato a pieno titolo. In sostanza, quindi, questo 1° maggio rappresenta un vero e proprio capolavoro politico dell'Unione. Un capolavoro dove il vero traguardo sta nell'aver fatto calare la vecchia cortina di ferro (da Stettino nel Baltico a Trieste nell'Adriatico), e nell'aver reso l'Unione protagonista di un'epica e rivoluzionaria trasformazione. E' la conferma, una volta di più, della ragion d'essere originale della Comunità europea. Creata sulla scia della seconda guerra mondiale con l'ambizione di poter mettere fine a simili atrocità come quel conflitto, e per fare in modo che tutti i cittadini di quell'Europa potessero vivere insieme serenamente, per costruire il loro futuro in pace e prosperità. Ma vi è anche un altro dato molto importante. Quello che ricorda che quest'Unione sarà fondata sempre più sullo stato di diritto, unita nella sua diversità, e pienamente impegnata nella difesa dei propri valori, delle proprie radici, della libertà conquistata, della democrazia e dell'unione dei popoli. Moltissimo è stato fatto in questa nostra Europa. Un'Europa già pienamente operativa, pronta ad affrontare le sfide che gli vengono poste di fronte. Un'Unione in continuo cambiamento. A questi nuovi Paesi noi diamo allora il benvenuto. Il loro arrivo esprime proprio quell'essenza primaria dell'Unione: 25 Paesi uniti nella loro diversità. Lucrezia Pagano
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