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L'euro non fa paura ai commercianti. Qualche timore per i supermercati INCHIESTA- A pochi giorni dall'entrata in circolazione dell'euro come ci si prepara in città. I consumatori temono arrotondamenti
15 dicembre 2001

Commercianti e banche pronte ad accogliere l'euro, consumatori ancora incerti. Questa la situazione registrata a Molfetta da un'inchiesta di “Quindici”. Ma cosa cambierà il 2 gennaio 2002, quando entreremo in una banca o in un negozio? Tutto sommato poco, è l'unanime risposta che ci viene anche suggerita anche dalla pubblicità incessante. Ma il giorno più atteso, a giudicare dalle lunghe file all'ufficio postale centrale, sabato 15 dicembre, per ritirare il mini-kit con le prime monete da toccare con mano, è anche il più temuto e ormai mancano solo pochi giorni. Abbiamo così girato per la città per sondare come e se si è preparati a questo cambiamento. IN BANCA Le banche operano già dal primo gennaio del 1999 con la nuova moneta, in quanto da quella data i titoli di stato, le azioni quotate e le quote dei fondi comuni di investimento sono in euro. “È tutto pronto – ci spiegano alla filiale della Bnl – la modulistica è stata predisposta per scrivere importi nella nuova valuta, i conti corrente saranno convertiti, rilasciamo soltanto carnet di assegni in euro e dalla mezzanotte del 31 dicembre i bancomat emetteranno solo biglietti in euro, senza bisogno di dover cambiare le carte magnetiche”. I vostri risparmi non corrono rischi e non spaventatevi, dunque, se al saldo del vostro conto corrente mancherà qualche zero, le cifre sono espresse in euro. Ci vorrà un po' per abituarci, ma non temete, il vostro patrimonio è salvo! IN BOUTIQUE Anche negli esercizi commerciali si respira un clima sereno in attesa del 1° gennaio. “Noi commercianti stiamo già operando da circa un anno in euro, pagamenti e fatture che arrivano con il saldo in euro, per questo ci sentiamo più preparati”, sottolinea la signora Isabella Rana di “Ideaerre”. A dir la verità la maggior parte dei negozi ha sia in vetrina che sulle etichette dei singoli articoli, l'indicazione del prezzo in lire e in euro, anche se a quest'ultimo nessuno ci fa mai troppo caso. Tra qualche giorno solo il prezzo in euro sarà da battere in cassa, attenzione quindi perché anche quando si consegnano contanti in lire al cassiere, questi dovrà digitarne solo il controvalore. “Abbiamo aggiornato i ricevitori di cassa, per cui sullo scontrino viene registrato il prezzo in euro”, spiega il titolare di “Re Mida”, Ignazio Spadavecchia. “Potrà creare qualche problema calcolare il resto in euro ricevendo pagamenti in lire – ammette la sig.ra Rara - ma non dovrebbero esserci grossi problemi, è un cambio epocale, i problemi si supereranno presto”. Prendiamo ora in considerazione gli altri sistemi di pagamento: l'assegno e la carta di credito. Sebbene non tutti gli esercizi commerciali cittadini siano attrezzati per il pagamento con carte di credito, il loro uso sta diventando più frequente. “Abbiamo aggiornato i pos in euro e stiamo registrando un aumento dei pagamenti con carta di credito già da qualche mese”, conferma Francesco De Gennaro, titolare di “Modasposi”. E per gli assegni? “Già da ottobre stiamo ricevendo assegni n euro, segno che anche la gente è preparata, anche se magari impiega un po' più di tempo prima di staccarlo per verificare che sia corretto”, conclude. E i clienti come vivono questa fase? “C'è molto entusiasmo da parte della clientela, si adatteranno presto. Soprattutto i più giovani ritengo che siano più preparati ad accettare il cambiamento”, rassicura Isabella Rana. Diversa la situazione prospettata dal sig. Spadavecchia: “Noi abbiamo prospetti diversi da esercizi commerciali di abbigliamento o di generi alimentari, ma vedo i clienti troppo timorosi del passaggio”. C'è chi è più prudente, è il caso di Graziano De Pinto, titolare di “Arte Ottica”, che ritiene che sia “ancora presto per valutare l'impatto sui clienti, ma l'impressione che ho è che si stiano cullando nell'attesa”. POSSIBILI GLI ARROTONDAMENTI Ascoltando i consumatori, oltre al problema di abituarsi a maneggiare la nuova moneta, è emerso il timore per gli arrotondamenti dei prezzi alla seconda cifra dopo la virgola. I commercianti rassicurano che non ci saranno problemi perché effettueranno l'arrotondamento seguendo le indicazioni dell'Unione europea: aumento della seconda cifra decimale quando il terzo decimale è un cinque o un numero superiore ad esso, oppure lasciare la seconda cifra decimale com'è quando il terzo decimale è un quattro, o un numero inferiore. L'arrotondamento può, quindi comportare o un aumento massimo di circa 10 lire o una riduzione massima della stessa somma. Se così sarà non ci sarebbe da temere l'inflazione, ma ci potrà essere un calo dei consumi? I commercianti interpellati sono concordi nel dire, ma soprattutto nell'auspicare, che questo non si verifichi, ma già c'è chi ne riscontra i segni. È il caso del titolare di “Re Mida” che sostiene che la riduzione dei consumi non è legata all'euro ma alle condizioni dell'economia italiana. Graziano De Pinto prova ad esorcizzarlo, “parlando con i clienti qualcuno mi diceva che per disfarsi di tutte le lire si sarebbe fatto un regalo nei primi mesi del nuovo anno”, ci racconta. Francesco De Gennaro esprime giudizi più severi: “Non è il caso di prendere le difficoltà dell'entrata in circolazione dell'euro come capro espiatorio per addossare al cliente altre responsabilità. Diventa problematico per il commerciante che ha difficoltà di gestione, è chiaro che chi fa il bottegaio ha ben altri problemi che non riguardano l'euro”. Esprimono concordemente perplessità i commercianti riguardo il periodo di doppia circolazione (dal 1 gennaio al 28 febbraio) che giudicano eccessivo per l'adattamento, e che anzi lo renderà più caotico. Il titolare di Arte Ottica cerca di sdrammatizzare: “noi siamo italiani, non ci sarebbero serviti neanche tre anni, non ci abituiamo mai a niente se non ce lo impongono, ci riduciamo a pagare le bollette l'ultimo giorno utile, per cui due mesi sono anche tanto”. Tutti d'accordo, dunque, i commercianti: per la categoria (euroconvertitori sul bancone d'obbligo) non sarà un grosso problema! AL SUPERMERCATO È qui che i consumatori temono di più l'arrotondamento dei prezzi, locuzione diventata sinonimo di aumento dei prezzi e di imbrogli. “Noi siamo la categoria più penalizzata al momento del cambio della valuta”, dichiara Enzo Caterino, direttore di Dok in via Giovinazzo. Ma quando il supermercato riaprirà i battenti il nuovo anno sarete pronti a rispondere all'assalto post-natalizio dei clienti che avranno in tasca la nuova moneta? “Riapriremo il 3 gennaio ma siamo logisticamente pronti: abbiamo aumentato il personale, seguito corsi di aggiornamento, preparato le etichette che fino al 28 febbraio riporteranno principalmente l'indicazione del prezzo in euro ma anche del controvalore in lire”. Occorrerà del tempo, infatti, per capire i prezzi in euro, cioè se pagare un pacco da 1 Kg di biscotti 1.65 euro è costoso o meno. “Il vero problema per noi – evidenzia Enzo Caterino – è il reperimento della nuova moneta, perché la banche non ci stanno dando certezze, e ai clienti dovremo dare il resto in euro. Saremo noi, più delle banche, a distribuire capillarmente l'euro, ma al momento abbiamo grosse difficoltà, certamente se la situazione rimane questa, daremo anche il resto in lire”. Ma in tal caso, non vi preoccupate, non potete rifiutarlo dato che la legge non limita la circolazione delle lire. COSA SUCCEDE CON I PREZZI? Ma veniamo ai prezzi, cosa succederà? Sono fondate le preoccupazioni dei consumatori: “Per quel che ci riguarda faremo l'arrotondamento così come prescritto, ma se si nota con attenzione le grandi marche di distribuzione stanno cambiando le confezioni dei prodotti per applicare il cosiddetto “prezzo psicologico”. Facciamo, quindi, un esempio: se una confezione di detersivo liquido da 1 litro oggi costa 1990 lire, domani ne costerà 1.03 euro, superando così la soglia che non induce il cliente all'acquisto. 900 ml di prodotto, invece, potranno costare 0.99 euro e così tutto viene ristabilito. “Stiamo incentivando i clienti a pagare con assegni e carte di credito, già da qualche tempo, è un sistema di pagamento utile per il cliente che gli eviterà di portare troppe monetine, e per noi che potremo velocizzare le operazioni alle casse, che nel primo periodo saranno più lunghe del solito”. Non nasconde, quindi, le difficoltà Enzo Caterino: “Soprattutto le persone anziane e di ceto medio-basso avranno difficoltà per il conteggio dei resti specie nel periodo di doppia circolazione, in cui temo si tenderà a confrontare prima il prezzo in euro in lire, poi si pagherà in lire e si verificherà se il resto in euro corrisponda a quello in lire”. La situazione è complessa, ma se non si volessero fare tutti questi calcoli, non resta che fidarsi del negoziante, per i primi mesi sarà bene rivolgersi ai negozi abituali dove si ha ragione di ritenere che non si verrà imbrogliati. Infine, un'ultima considerazione, occorrerà abituarsi e, come tutti i cambiamenti, servirà del tempo per entrare nell'ottica della nuova moneta, ma non abbiate fretta di fare la spesa in euro prima del 1° gennaio 2002 (qualcuno ci ha già provato!). Michele de Sanctis jr. SCHEDA Le date da ricordare 15 DICEMBRE 2001 - In Banca o in posta si possono acquistare i mini-kit da 25.000 lire contenenti 53 monete in euro di diverso taglio. 31 DICEMBRE 2001 - Ultimo giorno della lira come valuta legale e di emissione di assegni in lire. 1° GENNAIO 2002 - Comincia la circolazione dei contanti in euro, possono effettuarsi pagamenti. Per due mesi ci sarà la doppia circolazione. 28 FEBBRAIO - Fine del periodo di doppia circolazione: la lira va in pensione. 1° MARZO - L'euro è l'unica moneta valida nei dodici paesi dell'Uem. Le lire potranno essere cambiate solo presso la Banca d'Italia per 10 anni.
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