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“L’euro non è la conseguenza dei nostri mali”
15 settembre 2020

Sempre al passo con i tempi l’iniziativa Conversazioni dal Mare – tenutasi a Molfetta – quest’anno non poteva che tenere conto dell’emergenza causata dal Covid-19 e dei suoi risvolti. L’incontro è stato uno spunto per affrontare il profilo sanitario, con l’intervento di spicco del prof. Pier Luigi Lopalco, quello economico con il prof. Carlo Cottarelli, sociale con il noto giornalista del Tg1 Francesco Giorgino ed, infine, artistico con il regista concittadino Giulio Mastromauro e il noto cantante Albano Carrisi. Il dibattito incentrato sull’aspetto economico, ha visto come protagonisti il prof. Carlo Cottarelli, (già Commissario per la Revisione della Spesa Pubblica nei governi Letta e Renzi, Direttore Esecutivo al Fondo Monetario Internazionale, Direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, professore presso l’Università Cattolica di Milano e Bocconi), con l’Amministratore delegato e Presidente di Exprivia dott. Domenico Favuzzi. In un periodo particolare come quello che stiamo attraversando, infatti, non si può fare a meno di guardare all’economia sia come microeconomia che come macroeconomia, entrambe imprescindibilmente legate e spesso frutto di “narrazioni” corrispondenti a personalissime ricostruzioni della realtà. Così, il libro dell’autorevole prof. Cottarelli, “Pachidermi e pappagalli” (edito da Feltrinelli, del novembre 2019), provocatoriamente dedicato a Pinocchio, è stato lo spunto ideale per parlare di bufale e distorta percezione della realtà, fenomeni che, oggi più che mai, minano i sistemi Paesi e creano confusione anche nelle scelte individuali delle persone. Ha spiegato Cottarelli, come una delle principali smentite dei nostri tempi, infatti, è legata alla percezione diffusa di aumento dei prezzi con l’avvento dell’euro, con la conseguenza che la stessa Europa fosse percepita nel tempo come il “grande male” da contrastare. La verità è che, come spiegato nel libro, l’esperienza dell’euro è stata vissuta male dal paese, il quale ha creduto che poteva continuare a fare ciò che faceva prima con la lira e la non meno importante la cattiva gestione, anche della crisi 2011 e 2012, in cui sono stati commessi plurimi errori, hanno finito, inevitabilmente, per ricadere sul sistema paese innescando una spirale economica negativa e un sentimento “antieuropeista”. Sicchè, se ne deduce che diviene semplicistico, quanto riduttivo, attribuire colpe all’Europa in quanto istituzione, dal momento che è diverso il contesto in cui oggi ci si trova ad operare rispetto all’era pre-euro, epoca in cui le scelte devono essere calibrate ed adattate alla nuova realtà, cosa che, evidentemente, in passato è mancata. Una delle bufale più note dei nostri tempi, ha spiegato il prof. Cottarelli, è stata la percezione del raddoppio dei prezzi nel passaggio dalla lira all’euro. Infatti, stando ai dati economici, l’Istat nel 2002 ha rilevato un aumento dei prezzi del 2,7%. Se già tanto basterebbe a confutare la tesi del raddoppio dei prezzi, non si può fare a meno di considerare che sarebbe cambiato anche il reddito in termini di potere di acquisto degli italiani dimezzandosi. Anche sotto tale aspetto, sempre nel 2002, lo stile di vita dell’italiano medio non è cambiato, infatti, l’Istat ha rilevato che i consumi sarebbero aumentati dell’1,7%, condizione quindi che ci fa capire che se effettivamente ci fosse stato un raddoppio dei prezzi a questo sarebbe corrisposto un dimezzamento anche dei consumi, condizione che non essendosi realizzata non può che portare a smentire – insieme alle altre – il raddoppio dei prezzi, che quindi è e rimane solo una percezione. Traendo le fila dell’intervento, dunque, ben si comprende che l’economia non può essere una argomento da “bar”, ma è bene lasciarlo agli esperti e fidarsi dei numeri forniti dagli enti istituzionali, infatti, dietro una percezione istintiva dell’individuo possono nascondersi errori frutto di notizie parziali che corrispondono ad una realtà “verosimile” ma non vera. Intervenuto nel dibattito il dott. Domenico Favuzzi, Presidente di Exprivia, ha spiegato come l’evoluzione tecnologica che ci vede sempre più interconnessi, impone anche una versatilità non solo del modo di pensare ma anche un rapido, quanto anticipato, cambiamento dei modelli aziendali che devono continuamente adeguarsi ai cambiamenti del mondo, oggi molto più che in passato, per essere competitivi e rimanere su un mercato globale. Sicuramente, in un tempo di cambiamento che il Covid-19 sta imponendo al mondo, l’Italia ha davanti a se una sfida importante per emergere da una “palude economica” tornando a competere da protagonista con le grandi potenze mondiali, per fare ciò sarà necessario avere una programmazione di lungo periodo che non potrà che avvalersi dello sviluppo tecnologico multicanale, ma anche di serietà a tutti i livelli, con un “ritorno” al rigore anche dell’informazione spesso distorta dai “social”. © Riproduzione riservata

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