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L'eredità dell'ex sindaco Azzollini: debiti fuori bilancio
15 settembre 2013

Qualche conto non torna. Un bilancio di previsione sostanzialmente falso. È questa l’eredità lasciata dall’amministrazione Azzollini alla città. E numeri alla mano non c’è “abaco” che tenga. Il calvario del bilancio comunale con il rendiconto 2012 potrebbe sancire una triste realtà, che metterà in risalto debiti fuori bilancio. Il tutto in ossequio al principio del federalismo, il rischio default scende con metodo per i rami dell’amministrazione. Dallo Stato passa a tutti i livelli della res publica. Ad oggi l’unica certezza è che per i Comuni chiudere i conti del 2012 e approvare il bilancio di previsione 2013 rappresenta al momento una missione (quasi) impossibile. Fortunatamente per il Comune di Molfetta nel dicembre 2012 era giunta una vera e propria boccata d’ossigeno di ben 9 milioni di euro da parte del Ministero dell’Interno che con il decreto del 19 ottobre 2012 aveva rideterminato le riduzioni di risorse per i Comuni, assegnando al Comune di Molfetta un Fondo Sperimentale di Riequilibrio. Un by-pass che aveva quindi permesso all’amministrazione Azzollini lo scorso 24 ottobre di ripianare un buco di bilancio che si stava facendo sempre più minaccioso. Ma l’ardua questione sul bilancio aveva visto il Comune di Molfetta nel maggio 2012 fare ricorso al Tar contro il taglio di quasi 7 milioni di euro. Ad oggi, mentre a livello nazionale il dibattito sull’IMU sembra aver catalizzato tutta l’attenzione e gli sforzi dell’ennesimo governo dell’emergenza, l’autonomia finanziaria delle Regioni e degli Enti Locali (Provincie, Comuni) è sempre più compromessa. Siamo a settembre e le amministrazioni italiane (tra cui quella molfettese) non hanno ancora risposto a questioni che ad oggi dovevano essere già definite per consentire l’approvazione dei propri bilanci. Siamo davvero ad un giro di boa della finanza pubblica in generale e di quella locale. Sembrerebbe che anche la regola ordinamentale dell’approvazione del bilancio entro il 31/12 di ogni anno è ormai di fatto abrogata, visto che da anni viene puntualmente prevista per legge la proroga di questo termine; quest’anno l’approvazione è rimandata al mese di giugno. La stessa Prefettura di Bari lo scorso 2 luglio aveva sollecitato l’amministrazione Natalicchio ad approvare il rendiconto dell’anno 2012 (successivamente impossibilitata a procedere all’approvazione neppure sotto il profilo dell’adempimento formale), visto che proprio il Comune molfettese è ad oggi l’unico Comune dello stivale con oltre 15mila abitanti a non aver ancora discusso e approvato il proprio rendiconto. L’unica certezza è che le ragionerie dei Comuni e delle Province sono di fatto “bloccate”, sia sul fronte della programmazione del bilancio preventivo 2013 (la cui scadenza è stata spostata dal 30 giugno al 30 settembre) sia su quello della chiusura del consuntivo 2012. Ad aggravare la situazione quest’anno è stata senza dubbio la novità dell’equiparazione della mancata approvazione del rendiconto entro il termine del 30 aprile alla mancata approvazione del bilancio (D.L.174/2012, articolo 3, comma 1, lettera l). Per cui, se il consiglio non approva il rendiconto, scatteranno le procedure previste dall’articolo 141, comma 2 del Tuel, secondo cui il prefetto, con lettera notificata ai singoli consiglieri, fissa un termine di 20 giorni per l’approvazione della delibera, decorso il quale nomina un commissario e scioglie il consiglio. Per chiudere i rendiconti sono essenziali i dati definitivi del gettito dell’Imu 2012, dopo l’accertamento convenzionale e quindi del Fondo sperimentale di riequilibrio, ora fondo di solidarietà. Fra le novità delle operazioni del rendiconto 2012 va ricordato l’obbligo della verifica dei debiti e i crediti delle società verso gli enti controllanti, che dovranno trovare corrispondenza nei residui attivi e passivi risultanti dal bilancio del Comune o della Provincia. In presenza di discordanze, occorre indicare la motivazione e adottare subito (comunque entro l’esercizio finanziario in corso), i provvedimenti necessari a riconciliare le partite debitorie e creditorie. Ancora, dal rendiconto 2012 trovano applicazione i nuovi parametri per l’individuazione degli enti locali strutturalmente deficitari, aggiornati con decreto del ministero dell’Interno del 22 febbraio scorso. Infine, ad agitare i lavori di chiusura dei conti, quest’anno c’è anche la prospettiva dell’armonizzazione dei bilanci e della contabilità, alla quale si comincia ad ispirare il riaccertamento dei residui attivi e passivi. Insomma veri e propri grattacapi (da non sottovalutare) per l’amministrazione Natalicchio. In sostanza, l’unico dato certo e che piovono proroghe sul capo degli enti locali e dei loro istituti di servizio. Ma proprio queste proroghe non andranno all’infinito.

Autore: Andrea Saverio Teofrasto
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