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L'eccidio dei cristiani ad Otranto nel 1480 e la strage dei copti al Cairo il 26 maggio, due stragi simili
28 giugno 2017

"La strage dei cristiani Copti, barbaramente uccisi il 26 maggio a sud del Cairo, ci porta a ricordare il più grande eccidio di cristiani che, la storia ricordi, avvenuto ad Otranto il 1480, ad opera degli estremisti islamici turchi. Queste due stragi, pur distanziate da oltre 500 anni, hanno in comune la stessa richiesta, quella di convertirsi all’islamismo per avere salva la vita. Infatti i cristiani egiziani sono stati uccisi subito dopo aver rifiutato di convertirsi. La differenza tra queste due stragi, sta nel numero e nella modalità della esecuzione. In Egitto, solo 35 vittime tra cui molti bambini, ad Otranto la mattanza fu di 800 uomini. Per quanto attiene alla differenza della esecuzione, in Egitto è stata usata la pistola, ed il colpo alla nuca, mentre gli otrantini furono decapitati con un colpo di scimitarra, molto usata dai turchi, dopo essersi rifiutati di convertirsi e rinnegare la fede cristiana. I teschi, sono oggi riposti in teche, nella cattedrale di Otranto, anche perché, il papa Clemente XlV, nel 1771 ordinò la canonizzazione dei martiri che così divennero beati. Non dobbiamo dimenticare però che, accanto ai martiri di Otranto, ci sono anche i martiri ungheresi. La collina della minerva, con la sua fonte, dove vennero decapitati gli otrantini, oggi viene chiamata la fontana degli ungheresi, e non solo, anche la strada che porta alla chiesa è intitolata ai martiri ungheresi. Perché gli ungheresi ad Otranto. All’epoca il re ungherese era Mattia Corvino, il re “giusto”. Mattia Corvino, aveva sposato Beatrice D’Aragona, figlia di Ferdinando. Mattia era anche un grande stratega che, conosceva bene i metodi e le strategie dei suoi nemici, e per questo si attorniò di espertissimi capitani. A liberare Otranto, arrivarono i papalini e gli aragonesi, ma non riuscivano a sfondare “perché non conoscevano le tattiche belliche dei Turchi” (L. Nyerges) Mattia, su precisa richiesta del suocero Ferdinando, fece arrivare i suoi uomini migliori, comandati dall’espertissimo capitano Balazs Magyar. Questi, pagando con una significativa perdita dei suoi uomini, riuscì a conquistare la collina della Minerva, dalla quale poteva controllare i turchi che, si erano asserragliati nel sottostante castello. Dopo giorni, senza acqua e viveri i turchi si arresero, lasciando Otranto, con la promessa di non più tornare. Ricordare Otranto significa ricordare la decapitazione di 800 cristiani che non vollero rinnegare il loro Cristo; serve a ricordare i buoni rapporti tra l’Ungheria e l’Italia; significa ricordare Mattia Corvino, la sua grande cultura e la sua fornita biblioteca, “la Corviniana” che, all’epoca fu paragonata a quella di Alessandria, andata in fiamme. Serve anche a ricordare che, questi eccidi sono sempre perpetrati da estremisti, da massimalisti che, hanno poco da spartire con la religione islamica.

Vitangelo Solimini, responsabile della associazione Italo-Ungherese Mattia Corvino" 

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