L'associazione “Molfetta free” chiede un dibattito sul porto in consiglio comunale. I rischi della strumentalizzazione
Sul prossimo numero di “Quindici” in edicola sabato 16 novembre, dibattito sul porto e sulle possibili soluzioni dopo la vicenda giudiziaria con due arresti e 60 indagati fra cui l'ex sindaco Antonio Azzollini
MOLFETTA - Il presidente dell’Associazione “Molfetta free” Mimmo Spadavecchia ha inviato una lettera aperta al sindaco Paola Natalicchio, al presidente del consiglio comunale Nicola Piergiovanni, agli assessori all’ambiente, Rosalba Gadaleta e ai lavori pubblici Giovanni Abbattista e ai presidenti delle commissioni lavori pubblici Annalisa Altomare, Ambiente-Ecologia Gianni Porta, Trasparenza Roberto La Grasta, per sollecitare un dibattito sul porto in consiglio comunale:
«la scrivente Associazione, in merito al dibattito venutosi a creare negli ultimi mesi sulla questione relativa alla possibilità o meno di realizzazione un nuovo porto nella città di Molfetta, tanto negli ambienti politici quanto tra l’opinione pubblica, Le chiede quanto segue:
PREMESSO
- che questa associazione non ha interesse ad entrare nel merito delle questioni giudiziarie che stanno investendo in queste ore esponenti politici cittadini;
- che occorre scindere la drammatica situazione di pericolo di vita incombente sui cittadini, minacciata dalla presenza (ancora) nei fondali del porto e di zona Gavetone di ordigni bellici che risultano pieni di gas nocivi mortali; dalla possibilità di realizzare o meno il progetto relativo al nuovo porto di Molfetta;
- che in merito alla grave questione ambientale, in queste ore la scrivente associazione sta presentando un esposto alla Magistratura coinvolgendo, altresì, gli Organi Istituzionali di competenza, compresi i consolati americano e inglese i cui militari sono gli autori dello scarico nei nostri fondali degli ordigni bellici;
- che il dibattito relativo alla possibilità o meno, all’utilità o meno, ai benefici e ai costi sull’eventuale costruzione del progetto porto nella nostra città, si sta limitando ai dibattiti da salotto o all’interno di bar, o – politicamente - a meri comunicati stampa diffusi da partiti politici di turno;
TANTO PREMESSO, CHIEDE:
alla S.V. Ill.ma
- che sia convocato con la massima urgenza il Consiglio Comunale monotematico al termine del quale, dopo ampia ed argomentata discussione, si decida se proseguire o non proseguire con il disegno del progetto portuale e che si assumano decisioni drastiche ed urgenti relativamente alla bonifica totale della zona interessata dagli ordigni bellici, in considerazione che è ormai prioritario affrontare la questione alla luce della lettura delle ultime analisi effettuate in quelle acque e che allarmano per la incolumità di vita dei nostri cittadini;
- si attivi con qualsiasi canale, istituzionale, politico e con ogni mezzo di informazione perchè diffonda, faccia conoscere, informi e spieghi in maniera elementare, e non con linguaggio politico, l’intera comunità molfettese su costi e benefici che la città ne trarrebbe realizzando il progetto;
PRECISA:
- che se nel termine di dieci giorni dalla data di protocollo di questa missiva, non si saranno considerate le nostre richieste, sarà cura di questa Associazione scendere in piazza tra la gente per una petizione popolare per richiedere d’urgenza il Consiglio Comunale monotematico; nonchè per la raccolta di firme per indire un Referendum cittadino sulla questione del progetto portuale».
Intanto Quindici informa Mimmo Spadavecchia, per evitare di generalizzare, che la nostra rivista è una di quelle che non fa dibattiti da salotti e sta affrontando concretamente il tema del porto che ha seguito fin dall’inizio del progetto. Sul prossimo numero, in edicola sabato 16 si parla anche di questo problema con articoli e l’editoriale del direttore Felice de Sanctis: “La zavorra dell’ecomostro”. Infatti, a nostro parere il problema dei lavori del porto, rischia di essere strumentalizzato, come sta avvenendo in Facebook e ora con manifestazioni di piazza, che vengono minacciate se il consiglio comunale non si occuperà dell’argomento. Si tratta di un problema delicato e non è con metodi alla Berlusconi e alla Grillo (appelli alla piazza e raccolta di firme) che si possono risolvere questioni che, affrontate in fretta, rischiano di essere dannose proprio per i cittadini. Riteniamo che le valutazioni debbano essere ponderate e che non si debba cedere alle tentazioni di protagonismo, ma si debbano assumere atteggiamenti responsabili su una materia complessa e delicata. Altrimenti si rischia di commettere gli stessi errori del passato, finiti con l’inchiesta giudiziaria e il sequestro del porto.
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