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L'assessore all'urbanistica Uva: non abbiamo soldi per fare prima le opere di urbanizzazione
15 settembre 2007

Sui ritardi e le carenze del nuovo quartiere che sta sorgendo nella zona di via Berlinguer, abbiamo sentito l'assessore all'urbanistica, Pietro Uva. Come procedono le opere di urbanizzazione? «E' stato completato nei comparti 1-2- 3 l'allacciamento del gas, della luce, dell'acqua, della fogna ed è stato steso il primo manto stradale, saranno, invece, completate entro dicembre nei comparti 6-7-8. Abbiamo dato priorità alle zone in cui ci sono già le costruzioni e continueremo a procedere con questo criterio, quindi si dovrà attendere nelle aree in cui non sono ancora state rilasciate le licenze edilizie». Non sarebbe stato necessario procedere con le opere di urbanizzazione prima della costruzione degli edifi ci e del relativo trasferimento delle famiglie? «Questa è una modalità di procedere che si scontra con la reale esigenza dell'amministrazione di reperire i fondi necessari per la loro realizzazione. Gli oneri di urbanizzazione sono versati nel momento del rilascio del permesso a costruire, e da tale termine la legge riconosce alle amministrazioni tre anni di tempo per il completamento di tali opere». In alcuni comparti tale termine è già stato superato. Quali i motivi di tale rallentamento? «Ci siamo scontrati con un problema di fondi. Infatti, mentre nel caso dell'edilizia convenzionata, le cooperative hanno dovuto adempiere subito a tali oneri, i costruttori privati, anche nei comparti in via di completamento, aspettano per chiedere il rilascio del permesso a costruire e di conseguenza non versano quanto dovuto, così il Comune è stato costretto a una anticipazione di cassa». Questo signifi ca che i costruttori privati vorrebbero giovarsi delle opere esistenti ritardando volutamente l'edifi cazione? «La legge concede loro 10 anni di tempo per ritirare il permesso a costruire, naturalmente se questo avviene quando l'urbanizzazione è stata ultimata ne trarrebbero benefi ci. Tali ritardi comportano, però, un danno per la collettività. Per porvi rimedio l'amministrazione ha negli ultimi mesi varato un provvedimento che riduce a tre gli anni entro cui richiedere tale licenza in modo da garantire tempi più veloci per il completamento generale delle opere». Le case, a Molfetta, costeranno meno? «In 3-4 anni sono stati messi sul mercato circa un migliaio di nuovi appartamenti in edilizia residenziale pubblica e altri ne saranno presto immessi. La città scontava un grande fabbisogno di case, perchè a lungo è stato bloccato il piano regolatore generale, ora sono fi ducioso che, data la logica di mercato, questo comporterà un inesorabile, anche se lenta diminuzione dei prezzi. Tuttavia a Molfetta manca una logica di investimento diversifi cato e il mattone continua ad attrarre gli investimenti anche se ciò comporta far ricorso al credito. Quindi è vero che molti nostri concittadini si sono avvicinati al bene casa, ma questo avrà una ricaduta sulla quantità dei consumi futuri». Come la città vive il rapporto con le sue periferie? «Nella nostra città si può parlare di periferia solo in senso geografi co. Il degrado sociale è dovuto ad altri fenomeni, come la mancanza di posti di lavoro, piuttosto che all'isolamento dei quartieri. Il problema ci sarà tra qualche anno, ma sarà politico e riguarderà il raccordo tra i servizi offerti dal centro e quelli che si trovano in periferia». E' già in atto qualche intervento di pianifi cazione da parte dell'amministrazione? «E' allo studio il Piano dei servizi per l'intero territorio cittadino al fi ne di verifi care i bacini di utenza di ciascun servizio e per razionalizzare la dislocazione dei servizi pubblici. Attualmente siamo nella fase di censimento dei servizi esistenti su tutto il territorio cittadino. Stanno prestando la loro opera ingegneri e architetti con i quali elaboreremo un progetto di redistribuzione, e se sarà il caso di integrazione, dei servizi esistenti. Nei primi mesi del prossimo anno sarà poi presentato in Consiglio Comunale, dove sarà aperto a eventuali modifi che. Riguardando l'intera città, ritengo che il piano di servizi non si possa approvare a colpi di maggioranza, sarà necessaria la partecipazione di tutte le forze politiche rappresentate in consiglio che costruttivamente vorranno discuterne».
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