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L’Aneb riparte con musica teatro, prosa e… anniversari L’Associazione nazionale educatori benemeriti) presieduta da Michele Laudadio
15 febbraio 2024

L’anno sociale 2024 dell'ANEB (Associazione Nazionale Educatori Benemeriti) di Molfetta, presieduta dal prof. Michele Laudadio, non poteva iniziare nel migliore dei modi. Sabato sera 13 gennaio nel Salone Don Tonino Bello annesso alla Chiesa San Pio X, pieno fino al massimo possibile con pubblico anche in piedi, il fascino delle canzoni della tradizione napoletana ha coinvolto i presenti in un crescendo sempre più sentito di entusiasmo e di partecipazione tanto da cantare all'unisono con i musicisti le più belle canzoni della tradizione napoletana dal 1500 al 1900 in un concerto dal titolo “Ddujie Paravise”. Domenico Mezzina alla chitarra e vocalist e Carlo Vitale al clarinetto, due ottimi professionisti, hanno saputo trasmettere per ben due ore al numeroso pubblico presente tanta voglia di cantare, duettando con brani musicali e aneddoti. Le suadenti note di I'e' te vorrai va', Anema e corre, Accarezzame, Te voglio bene assaje, O marinariello, Malafemmena hanno toccato il cuore dei presenti. Gli allegri ritornelli di 'O surdato 'nnammurato, Funiculi' funicula', A sonnambula, Guaglione, O saracino, Spinula francese, Una tazza e un caffè eccc… hanno suscitato uno spirito di festoso coinvolgimento fra tutti i presenti. Questa spensierata serata si è conclusa con un omaggio e un ringraziamento all'affascinante NAPOLI con la canzone napoletana più rinomata in tutto il mondo: "O SOLE MIO'. L'attore Cosimo Boccassini è stato il mattatore principale della serata dedicata al teatro, sempre promossa dall’ ANEB e svolta nel primo giorno di carnevale – mercoledì 17 gennaio – nel Teatro Don Tonino Bello, con una performance dal titolo “Io sono… Petrolini”. Boccassini si è calato nei panni del grande cabarettista Ettore Petrolini, di cui ricorreva il 140° anniversario della nascita avvenuta il 13 gennaio 1884, e ha intrattenuto il pubblico con l'accompagnamento musicale al pianoforte di Federico Ancona per quasi due ore con sketch, monologhi, canzoni, macchiette di cui le più apprezzate sono state quelle di Nerone e Gastone, destando allegria, gioia e spensieratezza. L’8 gennaio del 1324 moriva il più grande esploratore veneziano di tutti i tempi: MARCO POLO. Nel XIII secolo Marco Polo fu in grado di raggiungere la Cina lungo la "via della seta" che univa il Mediterraneo al Celeste Impero passando per l'Asia Centrale. Il viaggio poteva durare mesi o addirittura anni dovendo fare i conti con il clima, il meteo e i predoni. Oggi con l'aereo partendo dall'Italia in 10ore si arriva in Asia. Il racconto dettagliato del suo viaggio fu descritto in un'opera "IL MILIONE" divenuta tra le più conosciute al mondo. Per celebrare e ricordare questo evento sabato 20 gennaio l'ANEB ha organizzato una conferenza sul tema "La Cina di Marco Polo 700 anni dopo” nella sede sociale in Via Cap. De Candia n.90 a Molfetta. Relatore è stato il giornalista professionista dott. Felice de Sanctis, direttore della rivista mensile "Quindici" e del quotidiano "Quindici on-line". Felice de Sanctis durante la sua trentennale carriera di giornalista e redattore della "Gazzetta del Mezzogiorno" è stato anche inviato speciale in Cina. Il dott. de Sanctis circa trent'anni fa è stato inviato speciale della Gazzetta del Mezzogiorno in Cina per cui ha potuto illustrare con cognizione di causa e con immagini personali l'evoluzione economica, politica e sociale di questo grande paese in cui è ancora vivo il dualismo tra l'YIN che rappresenta l'oscurità, la passività, l'odio, la barbarie, il femminile, e YANG che è il suo opposto e cioè la luminosità, l'attività, l'amore, la civiltà, il maschile. Il dualismo degli opposti: questa è la Cina. Alla calma della vita nelle risaie si contrappone la frenesia delle grandi città ormai occidentalizzate. Nella sua relazione il dott. De Sanctis ha fatto riferimento anche al viaggio di Marco Polo, definendolo il primo "giornalista" che ha saputo descrivere con dovizia di particolari nel suo libro "Il Milione” i popoli, le abitudini, le terre e le tradizioni incontrate. Dopo l'intervento del dott. de Sanctis hanno rivolto delle domande al relatore i Soci Angelantonio Spagnoletti e Enrico Gallo. Al termine della serata il Presidente Laudadio ha regalato a Felice de Sanctis un libro "Il Milione" edito dal Corriere della Sera e il gagliar-detto dell'ANEB e un libro di poesie del socio Giovanni Salvemini. Inoltre ha anche fatto omaggio alla moglie prof.ssa Adelaide Altamura di un bouquet di fiori e di un altro libro di poesie. Anche il dott. De Santis ha voluto donare all'Aneb diverse copie del libro "Prima pagina e dintorni" in cui sono riportati gli articoli da lui scritti quale giornalista professionista e redattore economico ultratrentennale della Gazzetta del Mezzogiorno. Un altro anniversario è stata l’occasione per Consiglio Direttivo dell’ANEB per organizzare una conferenza su "Cento anni con Italo Calvino”. Mercoledì 24 gennaio nella sede ANEB a circa appena tre mesi dai 100 anni della nascita di Italo Calvino avvenuta il 15 ottobre 1923, a Santiago de Las Vegas a Cuba, il dott. Zaccaria Gallo e l'ins. Damiana Angione hanno rappresentato la biografia e la bibliografia di Italo Calvino attraverso un breve viaggio all'interno delle sue opere principali con la proiezione di immagini. Italo Calvino è stato uno dei maggiori scrittori del secondo Novecento, la cui opera spazia dai romanzi ai racconti specie della guerra e della Resistenza, interessandosi anche al mondo del cinema, della musica, del fumetto e dell'arte. E’ stata una serata speciale e surreale in cui il pubblico intervenuto si è trovato di fronte a un insolito Italo Calvino. Sin da subito, infatti, Zaccaria Gallo, attore, regista, scrittore, drammaturgo nonché relatore della conferenza sul tema: "Cento anni con Italo Calvino", si è così compenetrato nello scrittore da apparire Italo non già Zaccaria. In questa veste Italo ha raccontato gli avvenimenti più importanti della sua vita affettiva, politica e letteraria dialogando con la supporter Damiana Angione responsabile della parte iconografica del suo racconto. Il pubblico ha seguito in religioso silenzio senza mai stancarsi anzi con sempre maggiore partecipazione le vicende di Italo Calvino sin dalla sua nascita avvenuta a Cuba il 15 ottobre 1923 da due genitori di cui il padre Mario era agronomo e la madre Eva Mameli prima donna a ricoprire la carica di una cattedra di botanica generale. Con il rientro in Italia, Italo vive la sua infanzia a Sanremo e frequenta il Liceo dove conosce Eugenio Scalfari diventato compagno di classe e amico intimo. Dopo si iscrive ad Agraria presso l'Università di Torino anche se i suoi interessi principali sono la letteratura, il cinema e il teatro. Dopo l'arresto di Mussolini, per sfuggire alla leva della Repubblica di Salò si nascose in montagna per diversi mesi e diventò partigiano. L'esperienza partigiana sarà alla base del suo primo romanzo: "Il sentiero dei nidi di ragno". Dopo la liberazione Calvino aderisce al Partito Comunista ma nel 1956 dopo l'invasione dell'Ungheria da parte dell’Unione Sovietica stracciò la tessera del PCI. Mentre il racconto della vita di Calvino va avanti il pubblico si sente sempre più coinvolto in queste storie e incalza Zaccaria che ormai riconosce come Italo. Una simbiosi ideale e attuale al tempo stesso tra i due personaggi (Zaccaria e Italo) che ha reso la narrazione più accattivante e quasi reale. Così la serata è proceduta con la narrazione delle esperienze amorose di Calvino, della scoperta della tecnica combinatoria dell'unipol che lo aiuterà a scrivere diverse fiabe, della sua permanenza a Parigi per ben 13 anni e dei suoi rapporti con la casa Editrice Einaudi, delle sue amicizie con Cesare Pavese e Elio Vittorini, dei contrasti con i compagni comunisti che lo attaccarono sul quotidiano Rinascita per il contenuto ritenuto borghese del Romanzo "Il Barone Rampante". "Volevo essere come il Barone – scriverà Calvino in risposta alle critiche dei compagni comunisti – e salire su un albero per guardare la vita da lassù con distacco. Gli intellettuali non devono suonare il piffero al primo arrivato ma devono vedere e giudicare gli avvenimenti con distacco facendo prevalere sempre l'uomo su tutto. L'incontro si è concluso con la lettura a due voci - quelli di Zaccaria- Italo e di Damiana Angione di alcuni passi delle opere più importanti di Calvino. Al termine il numeroso pubblico presente ha tributato scroscianti applausi e sincere attestazioni di gratitudine al relatore di questa travolgente conferenza Zaccaria Gallo e a Damiana Angione. Come ogni anno il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria per commemorare le vittime dell'Olocausto del Nazismo e la Shoah del popolo ebraico. Anche l'ANEB ha voluto ricordare il giorno della memoria con una conferenza su " I Campi di Internamento in Puglia" tenuta nella propria sede sociale sabato 27 gennaio dal prof. Pasquale Gallo, coadiuvato da Maria Teresa Gallo e da Damiana Angione nella elaborazione dei testi, delle immagini e dei video. I Campi di internamento furono istituiti con Regio Decreto di Mussolini il 4 settembre 1941 per internare cittadini di paesi nemici come inglesi, francesi, rom, spagnoli, cinesi oltre a ebrei e antifascisti schedati. Campi di internamento in Puglia furono istituiti alle Isole Tremiti, Manfredonia, Gioia del Colle e Alberobello. In apertura di seduta Maria Teresa Gallo ha letto i decreti con cui vennero istituite Le Leggi Razziali con cui si dava l'avvio alla discriminazione degli ebrei in Italia mediante l'obbligo degli alunni e degli insegnanti ebrei di frequentare le scuole solo di ebrei, il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, di avere in casa domestici di razza ariana ed altre limitazioni. Quindi il prof. GALLO ha illustrato dapprima la situazione dei Campi di Internamento in Italia in cui furono accolti varie categorie di persone. Questi campi erano situati in zone isolate spesso poco salubri e in montagna. Gli edifici utilizzati per raccogliere questa povera gente erano in condizioni primitive e disumane: freddo, umidità, poca luce, mura pericolanti. A ciò si aggiungeva il vitto insufficiente, la presenza di cimici e pidocchi, scarsa o mancanza di acqua potabile. A ogni internato veniva dato un sussidio giornaliero di 6,50 lire, una branda, un sottile materasso con un cuscino due coperte e due lenzuola e altro scarso materiale per l'igiene personale. In Puglia furono istituiti 4 Campi di Internamento. A Manfredonia il campo fu organizzato in un macello situato a 2 km fuori dall'abitato con 300 internati per lo più oppositori politici che comunque vissero in condizioni di vita accettabili provvedendo alla pulizie dei locali e alla cucina in autogestione. Gli internati potevano ricevere visite di parenti e fare acquisti in paese. Nel campo di Manfredonia transitò anche Sandro Pertini prima di essere trasferito al confino alle Tremiti. ll Campo di internamento nelle Isole Tremiti ospitò 344 reclusi nell'Isola di San Nicola e 170 in quella di San Domino per lo più sloveni, oppositori politici e di altre categorie di persone tra cui molti "omosessuali” verso cui furono applicate misure molto restrittive della loro libertà. È stata letta una lettera di un internato slavo - Zoran Kompaniet in cui descriveva le vessazioni e umiliazioni subite dagli internati tra cui quella di presentarsi negli uffici della direzione e fare il saluto romano. Il Campo di Gioia del Colle fu istituito nel pastificio "Mulino-Pagano". Qui furono accolti ebrei provenienti da Roma e da altre città del Nord Italia. Per accedere alla mensa i detenuti versavano l'intero sussidio governativo giornaliero di 6,50 lire per cui poi restavano privi di denaro per altre esigenze. Inoltre erano obbligati a tre appelli giornalieri (mattino, mezzogiorno e Ave Maria) e non potevano ascoltare la radio. Il 3 ottobre 1940 questo campo fu chiuso e i detenuti furono traferiti prima sul Gran Sasso e poi n campi di sterminio nazisti. Il campo di Alberobello fu istituito nella Masseria Gigante meglio conosciuta come "Casa Rossa" dal colore rosso delle mura esterne, che era stata per tutta la metà del '900 una scuola di agraria. Tra gli internati vi erano civili inglesi, maltesi, irlandesi, e tanti ebrei per lo più austriaci che erano architetti, ingegneri, decoratori, pittori, musicisti e poeti. Durante la descrizione di questo campo è stata letta una testimonianza di un abitante di Alberobello – Sebastiano D'Oria – che narra di un matrimonio avvenuto in quel campo tra una graziosa giovane Maria che indossava un abito bianco corto con un velo tratto da una zanzariera e un giovane militare. Il rito religioso fu celebrato in una cappella dipinta con i gessetti colorati da un altro internato Viktor Tschernon (pittore e decoratore). Il menù nuziale comprendeva un polpettone, un secondo, una bevanda analcolica, un caffè e qualche dolcetto. Proseguendo nella sua relazione il prof. Gallo ha ricordato i nomi e la professionalità di alcuni internati e il loro destino: Viktor Tschernon, Max Sipser (grafico e caricaturista) Charles Abeles (musicista), Hermann Hakel (scrittore). Poi Maria Teresa Gallo ha letto la poesia "Dammi la mano" di Hetmann Hakel a cui è seguita la proiezione di un video relativo alla canzone intitolata “Tango” interpretata da Rivkele/Rebeka. Alla serata è intervenuto anche il rag. Sergio Ragno, Presidente dell'Associazione Eredi della Storia di Molfetta, che ha ricordato la comunità ebraica molfettese portata in salvo da un gruppo di marinai molfettesi. Il racconto della persecuzione degli ebrei da parte del regime fascista e la descrizione delle disumane condizioni di vita degli internati nei campi di internamento in Puglia ha destato commozione e disappunto nel numeroso pubblico presente. Pace e rispetto della persona umana senza distinzione di ceto sociale e convinzione religiosa e politica devono essere i motivi ispiratori di ogni azione di tutte gli stati: questa la speranza emersa al termine della serata sul ricordo della Shoah. Per ricordare e non dimenticare. Il ricco programma di iniziative dell’ANEB si è concluso mercoledì 31 gennaio con la presentazione del libro “Sei stato tu” di Maria Addamiano a cura di Damiana Angione avvenuta nella sede sociale. Sei stato tu edito da Giuseppe Laterza Bari, è l’ultimo romanzo di Maria Addamiano socia dell’Aneb e artista poliedrica della nostra città: è infatti pittrice, scultrice, poetessa e negli ultimi anni soprattutto narratrice. E’ un romanzo dei giorni nostri; è un ritratto di famiglia che Maria Addamiano offre al lettore come un acquerello, in cui le vite di Giorgia, Erminio, Lory, i protagonisti, sono pigmenti finemente macinati e mescolati con un legante d'eccezione: l'amore. L’Amore, però non sempre è indenne dagli eventi drammatici che la vita riserva, in questo caso la perdita di un figlio, ma è capace di stabilire, come sostiene Socrate, un ponte tra l’uomo e il caos, tra la miseria dell’essere vivente e la potenza del divino. Nelle prime pagine l’autrice ci porta a compiere, insieme a Giorgia, Erminio e Lory, figlia adolescente della coppia un viaggio nel Parco Nazionale d’Abruzzo dove i cervi, l’aria salubre, il paesaggio, gli affetti, dispongono a una lettura distesa, amena, ma… le pagine seguenti riservano delle sorprese. Lory vede consumarsi davanti ai suoi occhi un impensabile dramma familiare (Cosa è successo? Sei stato tu papà!) e suo padre, il suo mito, indosserà i panni del carnefice. Qui la genialità dell’Addamiano, gioca sull’equivoco linguistico, e le pagine del romanzo si colorano di giallo. A illustrare questo misterioso racconto è stata Damiana Angione che ha dialogato con l’autrice, mentre le socie anebine Anna Abbattista, Anna Aurora e il socio Pasquale Gallo hanno alcuni passi del libro di Addamiano. La serata è stata allietata suggestive musiche di Nino Rota e Ennio Morricone eseguite al violino da Stefania Lomolino e al pianoforte da Mauro Dell’Olio. Sono intervenuti l’avv. Anna Capurso, Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Molfetta, e l’editore del libro dott. Giuseppe Laterza, e il dott. Felice de Sanctis, direttore della rivista “Quindici”. © Riproduzione riservata

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