L’Alter Chorus perpetua il patrimonio lirico italiano con La Traviata e Cavalleria Rusticana
Il coro lirico protagonista nella messa in scena di due tra le più popolari opere del melodramma
Lo scorso 6 dicembre, come ben noto, l’Intergovernmental Committee for the Safeguarding of the intangible Cultural Heritage dell’UNESCO ha inserito “La pratica del canto lirico in Italia” nella lista rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Un evento che ha fatto esultare tutto il nostro Paese, in quanto questo prestigiosissimo riconoscimento unge con i crismi dell’ufficialità quella che è una verità già universalmente condivisa da diversi secoli. E ad alimentare il sacro fuoco del melodramma italiano troviamo anche tantissimi artisti e diverse formazioni molfettesi che in Italia e nel mondo rendono grande questa forma d’arte con ampi successi. Tra queste realtà cittadine, da quasi diciotto anni, troviamo anche un gruppo corale che ha fatto proprio dell’opera lirica il suo repertorio di elezione, l’Alter Chorus, compagine musicale facente parte dell’APS don Tonino Bello e fondata e diretta dal prof. Antonio Allegretta. Il coro lirico molfettese ha iniziato questo anno che porta dritto alla sua maggiore età prendendo parte alla messa in scena di due tra le più popolari e emblematiche opere di questo prezioso e fondamentale capitale culturale che è il melodramma italiano, due tra le composizioni che più hanno segnato l’immaginario collettivo. Stiamo parlando de La Traviata di Giuseppe Verdi e di Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, non a caso i due titoli ai quali il coro ha preso più parte e con i quali ha più confidenza. La prima partecipazione la troviamo ad una particolarissima versione tra canto e prosa dell’ultima opera della triade popolare verdiana dal titolo “La traviata – Una storia d’amore”, andata in scena a Bisceglie presso il Politeama Italia nella serata dello scorso sabato 24 febbraio e, a fronte di una ingente e inattesa richiesta del pubblico, in replica la sera dello scorso venerdì 1° marzo, registrandosi in entrambe le date il tutto esaurito. A organizzare l’evento l’Associazione Culturale “I Fiati” facente parte della Fondazione Musicale “Biagio Abbate” di Bisceglie. Una ricchissima selezione delle scene più significative del capolavoro del genio di Busseto intervallate dagli efficaci monologhi dell’attore nostro concittadino Francesco Tammacco che, in maniera estremamente coinvolgente, ha raccordato tutti i quadri musicali proposti rendendo la trama dell’opera accessibile anche al pubblico talmente poco avvezzo all’opera da non conoscere questo dramma di dissolutezza e di riscatto. Ma Tammacco e l’Alter Chorus non sono stati i soli molfettesi a dar lustro allo spettacolo. A cominciare dal dinamico e capace maestro concertatore e direttore, il M° Benedetto Grillo, che da diversi anni dirige stabilmente l’Orchestra Sinfonica “Biagio Abbate” della Provincia BAT, presente per questo evento in una formazione ridotta (stante le esigue dimensioni della buca orchestrale del teatro) ma piena di suono e con l’organico strumentale quasi completamente rappresentato. Della nostra città anche il soprano Giulia Maggio, leggiadra e tecnicamente perfetta nel disegnare gioie e i tormenti della protagonista dell’opera Violetta Valery, e il basso baritono Antonio Stragapede, una granitica sicurezza nel ruolo di Giorgio Germont, due artisti che, in particolare, ben si sono vocalmente e drammaturgicamente amalgamati nel duetto della prima scena del secondo atto, in quel frangente in cui Germont chiede a Violetta di rinunciare all’amore per il di lui figlio Alfredo, in questo spettacolo impersonato dal tenore biscegliese Sokol Preka Gjergji non mancando di apprezzamenti. A impreziosire le scene le suggestive coreografie del Corpo di Ballo degli allievi dell’indirizzo coreutico del Liceo Leonardo da Vinci di Bisceglie coordinate dalle prof.sse Cinzia D’Addato, Carmen Ventrice e Francesca Beatrice Vista. L’Alter Chorus ha poi fatto il resto, confermandosi per ricchezza di impasto vocale e popolando la scena con vivacità di presenza scenica. E il pubblico che tanto premeva per poter assistere alle recite non è rimasto deluso, avendo tributato agli artisti scroscianti applausi a scena aperta e a fine rappresentazione. E veniamo ora all’altro impegno dell’Alter Chorus del 2024, appena ventiquattro ore dopo la prima recita di Traviata a Bisceglie, la sera di domenica 25 febbraio, a Bari presso la Sala delle Muse del Teatro Petruzzelli, in una messa in scena dell’atto unico del compositore livornese, tratto dalla celebre novella verghiana, un altro titolo dalle tinte forti e dai significati quanto mai attuali. Uno spettacolo organizzato per il Circolo Unione del capoluogo pugliese dal mezzosoprano Mariella D’Urso, che ha convocato per l’occasione un cast solistico di valore. Cantanti questi in gran parte mutuati dalla precedente rappresentazione di Cavalleria cui aveva preso parte il coro molfettese lo scorso agosto in quel di Terlizzi. Ritroviamo infatti il mezzosoprano Mariangela Zito e il tenore Pantaleo Metta nei due ruoli principali di Santuzza e Turiddu, i quali si sono fatti ancora una volta apprezzare per la confidenza drammaturgica nei confronti dei personaggi da loro impersonati e per l’espressività e il nitore delle loro interpretazioni. Anche qui rivediamo poi la tormentata Mamma Lucia ben resa dal mezzoso-prano Valentina Patella. A completare la compagnia il mezzosoprano Valentina Maria Schedan, al servizio di una passionale e intensa Lola, e il baritono Luca Simonetti, che ha restituito un impetuoso e stentoreo carrettiere Alfio come da copione. L’Alter Chorus ha saputo poi, come d’abitudine in quest’opera, dare vita ad un popolo orante ma ipocrita, con cura delle dinamiche vocali e sceniche, e ben interagendo con i figuranti, ossia i soci dell’Associazione Unitre e gli alunni dell’Istituto Comprensivo Morea-Tinelli, entrambi di Ceglie Messapica. Gli artisti sono stati accompagnati al pianoforte in maniera accorta e risonante dalla Ma Angela Pascale e diretti con attenzione e accuratezza da Antonio Allegretta. Benchè povera di elementi scenografici, eccetto i costumi di cantanti e figuranti e qualche piccolo complemento, ne è risultata una rappresentazione ben riuscita, poiché la teatralità degli interpreti ha saputo oscurare per tutto tempo della rappresentazione i lampadari, gli stucchi e le decorazioni e della Sala delle Muse per portare gli spettatori con l’immaginazione all’interno di una piazza di paese siciliana dell’ottocento. Ad avvalorare tutto ciò il positivo riscontro manifestato dal pubblico presente con grandi applausi. Due eventi, quelli di Bisceglie e di Bari, che ancora una volta hanno premiato con larghissimo consenso l’impegno dell’Alter Chorus nell’ambito della valorizzazione del patrimonio operistico italiano. © Riproduzione riservata