L'alba di un giorno qualsiasi tra sacchetti dell'immondizia dalle finestre e feci canine
Se in un giorno qualsiasi vi capitasse di svegliarvi all'alba, quando il sole incomincia a fare capolino all'orizzonte e per le strade si intravedono i primi pendolari che si dirigono con passo lesto verso la stazione e le fermate varie degli autobus di linea, approfittatene, lavatevi, vestitevi e… tuffatevi in un gomitolo di strade… ( così scriveva il grande poeta triestino Umberto Saba), nelle strade di Molfetta. Un consiglio per esperienze dirette: se decidete di camminare sui marciapiedi, indossate un casco e una giacca impermeabile, altrimenti procedete a centro strada, così per precauzione. Respirare l'aria mattutina umida ma anche pulita, un'aria e un'atmosfera calma e tranquilla, serena senza rumori di macchine e motorini assordanti. Solo il cigolio e lo sbattere di persiane dei piani alti, ombre furtive che appaiono e scompaiono velocemente come ombre cinesi. Sacchetti di spazzatura, misto di polvere e foglie di piante varie, acqua colorata di detersivi dall'odore acre, materiale casalingo usa e getta. Si capisce così che è l'inizio delle pulizie nelle case, meno si comprendono i motivi per cui tutto va buttato dalle finestre e per la strada. Dai pianterreni poi, quasi in comune accordo, volano sacchetti di spazzatura lanciati verso i cassonetti che mai raggiungono gli stessi, di solito cadono o sul marciapiede opposto, oppure si schiantano sulle auto parcheggiate. Molti sacchetti si aprono, seminando la spazzatura per la via offrendo pasti gratuiti a colombi e cani randagi. Devi essere abile a districarti a destra e a sinistra onde evitare che l'acqua che viene giù come pioggia dagli indumenti lavati e non strizzati, stesi sui balconi, non ti rovini irreparabilmente il vestito che indossi. Anni fa quest'acqua acida mi trapanò una giacca appena comprata: in quell'occasione non riuscii a rivolgere parola e attirare l'attenzione della lavandaia mattiniera anzi, dovetti allontanarmi per non avere la peggio o chiamare la polizia. Nel frattempo i camion della raccolta e di svuotamento dei cassonetti iniziano la loro opera di raccolta. Subito dopo, altri sacchetti vengono depositati per terra e lungo i marciapiedi. Il cielo si sta schiarendo e appaiono coloro i quali portano per strada i loro amici a quattro zampe. Sono pochissimi quelli attrezzati per la raccolta degli “ scarichi “ dei loro amici fedeli: la maggior parte lasciano per terra gli escrementi, senza rendersi conto del danno provocato a se stessi e agli altri. Anche qui non c'è modo di discutere e fargli capire l'inciviltà del loro comportamento. Eppure non sono come a volte qualcuno ha scritto “debosciati”, bensì professionisti stimati, seri e apprezzati. Chissà il perché di questo comportamento. Se per caso si accenna una qualche protesta, così ti apostrofano: “Ma tu chi cazzo sei, da dove vieni, guardati in giro e dimmi cosa vedi, non sei tu che cambi il mondo, ma vaffa… Ma andate tutti a vaffa…” E ci avviamo così verso le 07.30, si intravede il popolo del “gratta e vinci”. Si riconoscono dal passo lungo, dallo sguardo smarrito e da quel sorriso leggero e triste sulle labbra, quasi a gustare la vincita milionaria o la delusione per lo spreco di euro. Lo sguardo dritto, proiettato verso la tabaccheria, il bar o l'edicola preferita dove ci sono state vincite se non milionarie, quanto meno cospicue. Non guardano in faccia nessuno, sembrano rapiti, invasi dalla voglia di grattare il biglietto scelto, per poi esplodere con il grido “ho vinto”. Qualcuno o qualculo ci è riuscito, la maggioranza resta in attesa di giorni più fortunati, magari fidandosi dell'oroscopo sui canali televisivi o sui rotocalchi gossip. La mania del gratta e vinci è diventata un'epidemia. Guardo l'orologio, sono le 8, devo andare a fare la spesa. Pensando agli aumenti che potrei trovare anche stamattina sulla frutta e verdura… Ma sì, me la faccio anch'io una bella grattata, da tutt'altra parte però. P. S. – Rettifico quanto detto, esagerando nella prima parte, ovvero il lancio dei rifiuti dai balconi e dai pianterreni. Ho descritto quello che potrebbe accadere nella nostra città, forse molto prima di quanto si possa immaginare, se nessuno interviene a modificare questi atteggiamenti in uso da parte di molte famiglie, in vari quartieri della nostra città.