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Krankreich, tramonto di un sogno Il secondo lavoro di un giovane talento, Gianni Palumbo
15 dicembre 2000

Incontro Gianni Palumbo, giovane scrittore emergente della nostra città, nella redazione di QUINDICI per una breve intervista. Appena ci presentiamo mi rendo conto che è un ragazzo molto semplice, loquace e disponibile, col quale è bello dialogare e che ha molti sogni pronti ad essere tirati fuori dal cassetto del suo cuore! Allora Gianni, “Krankreich: Tramonto di un sogno” è ormai in libreria, pubblicato nella collana “Spiragli” edito dalla “Palomar” (pagg. 336, £. 28.000). Come sei riuscito a “giungere così in alto?” “Beh, a dire la verità è stata una pura casualità. Stavo leggendo il Televideo, quando mi accorsi che era stato indetto un concorso dalla Palomar per scrittori non ancora "famosi". Bisognava presentare un racconto di 100 cartelle che sarebbe stato esaminato da una attenta giuria, la quale avrebbe deciso se "cestinarlo" oppure pubblicarlo. Per lo più erano stati presentati dei romanzi di formazione: autobiografici, racconti di ingresso nella vita, che parlano di amore, di droga, di ribellione. Le città, magari un po' degradate, ma nelle quali c'è sempre una discoteca o un pub dove incontrarsi e fare amicizia sono state il teatro delle vicende narrate. Gli scrittori, miei coetanei, cercano anche una rottura con gli schemi per quanto concerne il linguaggio. Alcuni hanno "realizzato" racconti Pulp, ricchi di parole scabrose, di descrizioni confuse, senza un nesso logico che dimostrano il disagio di una generazione che non ha più ideali. Gli argomenti che sembrano stare a cuore ai giovani sono la guerra, l'ambiente, la politica, l'impegno civile. Io sono stato fortunato, la mia "opera" è piaciuta a tutti quanti e ha entusiasmato notevolmente Marilena Lucente che cura la collana "Spiragli" e adesso eccomi qui. Molto soddisfatto, non lo nego!”. Bene, Che ne dici di parlarci un po' di questo tuo ultimo romanzo? “Con molto piacere. "Krankreich: Tramonto di un sogno" è sia un "romanzo cavalleresco moderno" sia una "fiaba metafisica" che però non si conclude con il tipico "lieto fine". Protagonista principale è uno straniero che giunge in una "immaginaria" città Tedesca, Krankreich appunto, dall'ambientazione "medioevale fantastica" e popolata solo da intellettuali, un po' utopisti, che vogliono far trionfare i propri ideali di giustizia, tolleranza, bontà. Il forestiero viene accolto a braccia aperte dai suoi nuovi amici e si innamora follemente di una giovane prostituta che lavora in una locanda”. Una specie di "città ideale" dunque? Una città sempre in pace in cui regnano gioia e serenità? “Eh, sarebbe troppo bello, vero? No. Il mio libro non racconta solo ciò che succede a Krankreich, ma viene descritta un'altra terra, ad essa opposta, dove avvengono ogni giorno intrighi politici e sanguinose faide interne: Gesundreich! Quest'ultima rappresenta, quindi, la città militarista, governata da una regina dalla forte personalità: Andromaca, e popolata solo da guerrieri. La donna però è "consigliata", nelle sue decisioni, da un generale assetato di sangue il cui nome corrisponde a quello di Umberto Giussano, il cui sogno è di conquistare e sottomettere Krakreich, e infatti le due città si troveranno ben presto a combattere tra di loro”. Lo straniero, Andromaca, Umberto Giussano, e una prostituta. Sono solo loro i personaggi del romanzo? “No. In realtà vengono narrate le vicende di altri uomini: un musicista che vive con un pittore ed entrambi si innamorano di altre due prostitute”. Ma come mai sono quasi tutte prostitute le figure femminili? “Veramente le tre prostitute rappresentano tre donne dal triste passato. Corin, è una ragazza francese, giunta in Germania con suo marito, che verrà però ucciso. Lei, sola in una nazione straniera, senza nemmeno una lira, è costretta a "vendersi" pur di sopravvivere. Friederiche, invece, è figlia di una "donnina" e viene descritta come una fanciulla molto bella e molto sensibile. Jane, infine, è una giovane determinata, allegra e spiritosa: una vera forza della natura!”. Ma nel racconto compaiono anche altre donne, non prostitute ma streghe, capeggiate dalla "regina del Ghiaccio" che custodisce nelle sue mani i destini di tutti gli uomini. Dunque la vicenda si svolge a Krankreich e a Gesundreich? “Si, ma c'è anche un altro luogo che acquista grande importanza all'interno del romanzo: la locanda dove "lavorano" le tre prostitute e che si trova in una "zona franca" dove "artisti" e "guerrieri" stanno insieme comportandosi in modo civile, rispettandosi e trattandosi quasi come amici”. Questo tuo racconto non è per nulla simile al tuo "libro d'esordio" intitolato "I Fantasmi di un poeta", da cui hai tratto anche un lavoro teatrale? “Si, sono due romanzi totalmente diversi. Il primo era un giallo ambientato a Roma nei primi anni del '900 e che presentava molti richiami alla poesia di D'Annunzio. Quest'ultimo, invece, ha una trama del tutto differente e si possono riscontrare dei riferimenti a Kafka e a Shakespeare”. A 22 anni hai già pubblicato due libri, studi all'Università di Bari, sei stato nominato "Alfiere del lavoro per meriti scolastici". potresti essere definito un "ragazzo prodigio". Ma hai anche altri interessi che vadano al di là dello studio e della scrittura? “Amo il teatro e il mio sogno è di lavorare come regista. Sto infatti cercando di realizzare un film, augurandomi che ottenga un discreto successo qui a Molfetta. Mi appassionano i film di tanti anni fa, quelli in bianco e nero e strappa lacrime, ma non disprezzo neanche quelli più recenti”. Allora non mi resta che augurarti buona fortuna! Magari tra qualche anno avremo il piacere di vedere un tuo film. “Ti risponderò nello stesso modo con cui ho concluso il libro "Io trionferò"! O almeno lo spero!” Gisella Defilippis
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